Fatturati in calo nel settore, derivati dai costi più alti. Cna chiede controlli per ridurre l’abusivismo
«La piaga dell’abusivismo – afferma Roberto Zattini, presidente dell’Unione Benessere e Sanità di Cna Ravenna – è in continua espansione nel settore dei servizi alla persona: nel 2018 il tasso di irregolarità di acconciatori e centri estetici risultava, secondo dati del centro studi Cna, intorno al 20 percento del mercato. Infatti è proprio nell’abusivismo che vanno individuati i pericoli della diffusione del virus, vanificando lo sforzo collettivo di contenimento del contagio; ed è per questo, oltre che per la tutela del mercato, che chiediamo un’intensificazione dei controlli».
«In questi mesi – continua Nevio Salimbeni, responsabile Cna Benessere e Sanità di Ravenna – la grande maggioranza delle imprese del benessere si è sacrificata fino in fondo, promuovendo ed accettando un protocollo rigidissimo, per garantire la sua parte di sicurezza contro la pandemia e fornire al meglio (con il sorriso, nonostante la fatica) un servizio di qualità. Nuove restrizioni non avrebbero senso per questo settore specifico e rischierebbero di compromettere la sopravvivenza delle imprese».
Secondo Salimbeni la clientela ha cominciato a risparmiare, rinuncia a quello che può rinunciare. Complessivamente il fatturato è in calo, nonostante un primo boom post-lockdown. «Chiuderanno l’anno mediamente almeno con un 10% in meno rispetto al 2019 e il ristoro dello Stato si è rivelato molto parziale; ad esempio, in riferimento al credito d’imposta sulle spese di sanificazione e sicurezza, è stato fortemente ridotto dal 60% al 9% (e al massimo, grazie alla forte azione di Cna arriverà al 28% con la conversione del “Decreto Agosto”).