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Melandri nuova segretaria Cgil: «Un addetto su tre in cassa integrazione per Covid»

Le prime parole della 54enne di Fusignano eletta dall’assemblea con il 93 percento dei voti: «Ravenna può guidare il cambiamento energetico del Paese. Ma nei progetti manca il coinvolgimento sindacale»

Marinella Melandri e Costantino Ricci

«Abbiamo letto sulla stampa di progetti che parlano di captazione dell’anidride carbonica, di idrogeno verde, di campo eolico, di trattamento di rifiuti industriali. Sono novità importanti ma finora è mancata ogni forma di coinvolgimento sindacale che consenta di valutare le concrete le ricadute occupazionali, ambientali e di ricchezza per il territorio». Sono le prime parole da segretaria provinciale della Cgil a Ravenna per Marinella Melandri. L’assemblea generale del sindacato, che si è svolta oggi (3 dicembre), l’ha eletta con il 93 percento dei voti favorevoli. Melandri subentra a Costantino Ricci  di recente eletto presidente del Caaf Cgil Emilia-Romagna dopo due mandati da segretario generale per un totale di otto anni (termine massimo previsto dallo statuto).

Marinella Melandri è nata a Fusignano nel 1966 e ha iniziato l’attività sindacale in Cgil nel 1997 seguendo per la Funzione Pubblica i Comuni del Lughese e le Ipab. Successivamente è stata responsabile provinciale, sempre per la Fp-Cgil, del comparto enti locali. Nel settembre del 2009 diviene segretaria generale della Fp-Cgil Ravenna, incarico che ricopre fino al 2014, quando entra a fare parte della segreteria provinciale.

L’assemblea odierna si è svolta in una modalità del tutto inedita. I lavori sono stati seguiti da sindacalisti e delegati grazie a una diretta online e le votazioni si sono tenute nelle tre Camere del lavoro di Ravenna, Faenza e Lugo nel rispetto del distanziamento e delle norme di sicurezza. I lavori sono iniziati alle 9 con l’insediamento della presidenza e si sono conclusi con la proclamazione della nuova segretaria, con i saluti del segretario uscente Costantino Ricci e con l’intervento di Luigi Giove, segretario della Cgil Emilia Romagna.

Melandri ha fornito alcuni numeri sugli effetti della pandemia sul lavoro in provincia di Ravenna: «La crisi indotta dalla pandemia ha portato nella nostra provincia ad avere oltre 40mila lavoratori in cassa integrazione: quasi un terzo degli addetti. Dopo la ripresa delle attività in estate, i cassaintegrati si sono ridotti a tremila per poi raddoppiare nuovamente in queste settimane a seguito dei provvedimenti legati alla seconda ondata. Vedremo le conseguenze sull’occupazione stabile quando terminerà il blocco dei licenziamenti, e saranno tutte da gestire. Già però vediamo le conseguenze sull’occupazione tipica di un territorio con forte vocazione alla stagionalità, come il turismo e l’agricoltura. Abbiamo registrato 5.400 nuove assunzioni in meno rispetto al 2019, e rapporti di lavoro più brevi, aumento di lavoro grigio e nero, che si ribalteranno negativamente su trattamenti Naspi e di disoccupazione. Ci aspettano mesi difficili, nei quali la povertà ed il disagio sociale aumenteranno».

Sulle sfide che attendono il territorio, invece, la neo segretaria è convinta che Ravenna abbia le carte in regola «per candidarsi a guidare la transizione energetica del Paese e della regione, per diventare un hub ambientale, mettendo le importanti conoscenze e competenze presenti al servizio di grandi investitori, che vogliano impegnarsi per la decarbonizzazione, la riconversione al metano, il passaggio alle fonti rinnovabili, il rilancio delle multiutility, per l’economia circolare».

La sindacalista, infine, non nasconde l’amarezza per uno scenario particolare: «Si perdono posti di lavoro qualificati e vediamo il disimpegno dei grandi player internazionali, a partire da Eni».