Progetto Eni-Ccs, il ministro D’Incà (M5s) è cauto: «Serve maggiore conoscenza»

Visita a Ravenna per il pentastellato titolare dei Rapporti con il Parlamento: c’è la volontà di arrivare a un’alleanza per sostenere De Pascale ma lo stoccaggio della CO2 resta un tema che non piace ai grillini

IMG 2614Il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà del Movimento 5 Stelle, è apparso molto cauto sul progetto Ccs di Eni che prevede l’uso dei giacimenti esauriti di metano nel sottosuolo marino al largo della costa di Ravenna per stoccare l’anidride carbonica (CO2) catturata dalla produzione industriale. «Siamo di fronte a una evoluzione tecnologica, ci vuole ancora maggiore conoscenza per approfondire il progetto», sono state le parole pronunciate dal ministro alla domanda se fosse favorevole o contrario.

L’occasione per raccogliere il parere di D’Incà e arrivata oggi, 25 giugno, durante una visita in città: dopo aver fatto tappa allo stabilimento Marcegaglia, il ministro ha visitato il comitato elettorale di Michele de Pascale, sindaco uscente e candidato per il secondo mandato. Nella sala in via Corrado Ricci ha risposto alle domande della stampa.

La questione stoccaggio CO2 si annuncia quindi come un tema centrale nelle trattative tra grillini e la coalizione di centrosinistra che appoggia De Pascale: come noto, il primo cittadino si è espresso favorevolmente sul progetto del Cane a Sei zampe e altrettanto nota è invece la contrarieta pentastellata.

Toccare il tema Ccs è stato inevitabile dopo che D’Incà ha sottolineato come si auguri che le risorse del Pnrr possano favorire lo sviluppo industriale ravennate. Il piano Eni non pare destinato a rientrare in quei fondi – dove invece è già stato inserito il parco eolico in mare – ma il ministro ha fatto sapere che quanto prima potrà essere utile un colloquio anche con il collega di governo Roberto Cingolani, titolare del dicastero alla Transizione ecologica.

De Pascale e D’Incà hanno assicurato la rispettiva volontà nel trovare un punto di incontro per arrivare a un’alleanza in vista del voto di ottobre. Il M5s intanto dovrà fare ordine al suo interno: è di pochi giorni fa un comunicato ufficiale firmato dai senatori Marco Croatti e Gabriele Lanzi con cui si definiva Marco Maiolini, esponente grillino oggi nel gruppo misto in consiglio comunale, non come la voce ufficiale per le trattative. Ruolo che invece spetterebbe a Igor Gallonetto.

A margine c’è stato tempo anche per affrontare il tema interno al movimento, lo scontro Conte vs Grillo: «È un momento difficile con un confronto interno che è giusto ci sia. Il risultato finale deve essere la conservazione delle anime del Movimento con una nuova visione. Ci serve un Movimento più forte con visione verso il 2050 e ci serve per il Paese».

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