
Sono 33 le domande di brevetto ravennati pubblicate dall’European Patent Office (EPO) nel 2020, secondo l’analisi effettuata dalla Camera di commercio.
Dal 2016 le invenzioni nate nella nostra provincia e protette a livello europeo sono state 169 e si devono, in particolare, al sistema delle imprese.
Agricoltura, materiali elettronici e manifattura avanzata, quella, cioè, che si riferisce all’automazione e ai robot, sono gli ambiti più diffusi in cui la creatività ravennate ha chiesto – e ottenuto – la tutela delle proprie produzioni in Europa attraverso la registrazione del marchio comunitario.
Alla manifattura avanzata è riconducibile oltre il 70% delle tecnologie abilitanti (le cosiddette KET), che rappresentano più del 20% dei brevetti pubblicati.
«L’innovazione e la tutela della proprietà intellettuale – ha sottolineato Giorgio Guberti, commissario straordinario della Camera di commercio di Ravenna – sono fondamentali per consentire al nostro sistema produttivo di essere competitivo sui mercati e il loro effetto sulle economie territoriali è significativo. In provincia di Ravenna – ha proseguito Guberti – un posto di lavoro su 3 si trova nelle aziende che fanno un uso intensivo di marchi e brevetti, aziende che contribuiscono da sole ad oltre il 40% del Pil provinciale. Gli investimenti nello sviluppo dei prodotti dell’attività intellettuale rappresentano ormai il 16% degli investimenti complessivi delle imprese ravennati».
Il brevetto, va ricordato, è un titolo giuridico in forza del quale al titolare viene conferito un diritto esclusivo di sfruttamento dell’invenzione, in un territorio e per un periodo ben determinati, e che consente di impedire ad altri di produrre, vendere o utilizzare l’invenzione senza autorizzazione. Per invenzione si intende, invece, una soluzione nuova e originale a un problema tecnico.