Grande distribuzione: «Per pane e pasta rincari fino al 20 percento»

Delorenzi (Conad) illustra le ricadute del caro energia sull’industria agroalimentare che fornisce i supermercati: «In certi casi non abbiamo margine di trattativa»

SpaghiLa categoria dei prodotti da grano – quindi principalmente pasta, pane e simili – è quella che ha avuto il rialzo maggiore del prezzo sugli scaffali dei supermercati La Fontana e Galilei del gruppo Conad.
«Nell’ultimo anno i ritocchi sono stati graduali – riconosce Paolo Delorenzi, titolare dei due punti vendita – e ora il rialzo complessivo tocca anche il 15-20 percento ». Effetto più o meno diretto del caro energia: «L’industria agroalimentare che li produce è una di quelle che più di altre ha bisogno di energia per la lavorazione. Il costo poi ricade sul prezzo di vendita. Conad ha le spalle larghe e una struttura nazionale che la vede leader di mercato, quindi possiamo andare a contrattazione, ma fino a un certo punto».

Ci sono anche casi di aumenti di prezzo non collegati direttamente al prodotto ma al suo contenitore: «Prendiamo il vino, ad esempio. La vendemmia è stata buona e abbondante ma la produzione di vetro per le bottiglie è molto costosa e questo ricade sul prodotto finito imbottigliato. Qui siamo nell’ordine del 5-10 percento».
E poi c’è un rincaro che colpisce trasversalmente tutti: il gasolio. «Il 90 percento dei nostri prodotti viaggiano su gomma e gli autotrasportatori han no subito gravi aumenti di carburante». E poi il costo degli imballaggi è aumentato. Insomma, materie prime e trasporti si fanno sentire: «E in alcuni casi non abbiamo possibilità di trattare».

Nella catena dal produttore al consumatore, chi ha davvero il coltello dalla parte del manico? «Difficile dirlo – dice Delorenzi –. Noi inseguiamo il prezzo più vantaggioso ma non siamo disposti a cedere sulla qualità dei prodotti. E abbiamo una politica che guarda anche al locale con accordi diretti con i produttori del territorio: al mattino arrivano al banco ortaggi e frutta che sono stati raccolti il giorno prima in Romagna. Questo è un modo per sostenere altre piccole imprese».

Ma un supermercato è a sua volta un’impresa che ha bisogno di energia per andare avanti: «Noi siamo consumatori quasi esclusivamente di energia elettrica che incide per l’1,5 percento dei costi complessivi. Non abbiamo variazioni stagionali: le pompe di calore fanno sia il caldo in inverno che il fresco in estate. Al momento non stiamo avendo problemi perché un anno fa siamo stati bravi e fortunati: abbiamo ascoltato il nostro consulente e abbiamo firmato un contratto con il prezzo bloccato per un anno». I fatti hanno dato ragione alla scelta: «Se fosse calato ci avremmo rimesso ma visto come sono andate le cose è stata una mossa vincente. In aprile scade l’accordo e andremo a rinegoziare la fornitura di energia sfruttando la concorrenza sul mercato».

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