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Conflitto Russia-Ucraina, a rischio 9 milioni di euro di export provinciale al mese

Donbass, casa bombardata (2014)

I due Stati al centro dello scontro sul Donbass nei primi nove mesi del 2021 hanno assorbito il 2,1 percento delle esportazioni ravennati

Il conflitto esploso tra Russia e Ucraina mette a rischio una frazione dell’export ravennate che nei primi nove mesi del 2021 ha assorbito il 2,1 percento del totale (Russia 1,7 e Ucraina 0,4). Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio dell’economia sulla base delle informazioni diffuse da Istat, da gennaio a settembre il valore delle esportazioni delle imprese della provincia è stato 63,8 milioni verso la Russi e 15,5 vero l’Ucraina. Entrambi i mercati, nel confronto con lo stesso periodo dell’anno precedente, sono aumentati: del 21 percento verso la Russia e dell’82,4 verso l’Ucraina (l’incremento dell’export complessivo provinciale verso tutti i Paesi del mondo è stato del 24 percento). Anche nel confronto con l’anno pre-Covid si registrano aumenti significativi: 66 percento per la nazione guidata da Volodymyr Zelenski e 30,1 percento per la potenza retta da Vladimir Putin.

RUSSIA

Fra gennaio e settembre 2021, i principali prodotti esportati in Russia sono stati: macchinari ed apparecchiature pari al 30% dell’export verso tale Paese (0,51% la quota su export complessivo della provincia di Ravenna e 2,8% la quota sul totale esportato della categoria merceologica nel Mondo); i prodotti alimentari con quota 22,4% (0,4%; 2,8%) ed i prodotti in metallo con il 17% (0,3%; 13,9%). Per le esportazioni dei prodotti in metallo (esclusi macchinari ed attrezzature) la Russia, con la quota del 13,9% sull’export complessivo della divisione, è il terzo mercato di sbocco dopo Francia (17,5%) e Germania (14,2%).

Le importazioni della provincia di Ravenna che provengono dalla Russia, si attestano intorno ai 146 milioni di euro; nei nove mesi in esame, il saldo commerciale con la Russia (differenza fra esportazioni ed importazioni) risulta pertanto negativo.  L’import risulta in aumento sia rispetto ai primi nove mesi del 2020 (+28,3%; +39,8% l’aumento dell’import complessivo ravennate da tutto il Mondo) che rispetto all’analogo periodo del 2019 (+4,6%; +19,8% la crescita del totale importazioni). La quota però di quelle provenienti dai mercati russi, sull’import complessivo, è in calo: dal 4,1% del gennaio-settembre del 2019 al 3,6% del 2021, passando dal 3,9% dell’anno precedente.

Fra gennaio e settembre 2021, i principali beni importati dalla Russia sono stati quelli alimentari (12,6% la quota sul totale import dalla Russia; 0,45% su import complessivo provinciale; 2% la quota delle importazioni dalla Russia sul totale importato della categoria merceologica), di cui principalmente oli e grassi vegetali ed animali; ma soprattutto si importano i derivati della metallurgia, che risultano ben il 73,4% delle importazioni provenienti da questo Paese (2,6% la quota su import complessivo e 10,2% l’incidenza sul totale importato in provincia del prodotto), di cui la quasi totalità sono i prodotti della siderurgia.  Per le importazioni dei prodotti della metallurgia, la Russia, con il 10,2% sul totale importato della categoria merceologica, risulta il 4° fornitore della provincia di Ravenna, dopo Germania (35,4%), Spagna (18%) e Francia (13,9%).

UCRAINA

Fra gennaio e settembre 2021, sono stati principalmente esportati in Ucraina i prodotti derivanti dalla raffinazione del petrolio, pari al 33,5% del totale dell’export verso tale Paese (0,14% la quota su export complessivo della provincia di Ravenna e 11,4% la quota sul totale esportato per la categoria merceologica nel Mondo); seguono prodotti alimentari con 25,6% (0,11%; 0,8%) ed i macchinari ed apparecchiature con quota 21,1% (0,1%; 0,5%).

Le importazioni della provincia di Ravenna che provengono dalla Ucraina, si attestano intorno ai 190,4 milioni di Euro; nei nove mesi in esame, il saldo commerciale con questo Paese (differenza fra esportazioni ed importazioni) risulta anch’esso negativo. L’import risulta in aumento rispetto ai primi nove mesi del 2020 (+4,3%), ma non rispetto  all’analogo periodo del 2019 (-36,8%). La quota delle importazioni provenienti dai mercati ucraini sull’import complessivo è in calo: si passa dall’8,8% del gennaio-settembre del 2019 al 6,2% del 2020, per arrivare al 4,7% del gennaio-settembre del 2021.

Fra gennaio e settembre 2021, i principali beni importati sono stati quelli alimentari con il 72% di quota sul totale import da Ucraina (3,4% su import complessivo provinciale; 15,1% la quota di import da Ucraina sul totale importato della categoria merceologica), di cui principalmente oli e grassi vegetali ed animali; per la divisione dei prodotti alimentari, con il 15,1% sulla categoria, l’Ucraina è il nostro maggior venditore (di cui per il 99,6% si tratta, come si è già evidenziato, di oli e grassi), a cui segue l’Argentina con il 13,8%.  Seguono, più a distanza, i prodotti agricoli con quota 24,8% (1,2%; 6,9%), di cui i tre quarti sono cereali; per i prodotti dell’agricoltura, con il 6,9% sul totale import della divisione, è il 4° fornitore, dopo Brasile (48%), USA (9%) ed Ungheria (8%).