L’Italia ha acquistato il primo rigassificatore. A Ravenna in arrivo il secondo

La nave acquistata dalla Snam per 330 milioni di euro pare destinata a Piombino. Ma entro fine mese verrà comprata l’altra prevista dal Governo e che verrà installata al largo dello scalo bizantino

Golar Tundra

La Golar Tundra

La Snam – Società nazionale metanodotti appositamente incaricata dal Governo Draghi – ha comunicato di aver acquistato per 330 milioni di euro la prima delle due navi-rigassificatore che dovrebbero servire ad affrancare in parte l’Italia dalla dipendenza dal gas russo e che verranno posizionate, secondo quanto trapelato finora, nei porti di Piombino e Ravenna.

L’orientamento – confermato anche da “fonti romane” al Corriere della Sera – è quello di installare questa prima nave a Piombino. La seconda – che potrebbe essere acquistata per una spesa simile dalla Snam già entro il mese di giugno – dovrebbe invece arrivare dalla primavera del 2023 al largo di Ravenna.

La nave acquistata in questi giorni da Snam si chiama Golar Tundra, è stata costruita nel 2015 e la Snam l’ha acquistata dal gruppo Golar Lng Limited, che ha sede a Bermuda. Si tratta – come spiega con la solita chiarezza Il Post in un articolo sul tema – di una Fsru (Floating Storage and Regasification Unit) utilizzabile sia come metaniera, adibita cioè al trasporto di gas liquefatto, sia come impianto di rigassificazione da collocare in un porto per la trasformazione del gas da liquefatto allo stato gassoso. La Golar Tundra è lunga 192 metri e può stoccare nelle stive fino a 170mila metri cubi di gas naturale per ogni viaggio. Come rigassificatore può lavorare anche 5 miliardi di metri cubi all’anno. Secondo Stefano Venier, amministratore delegato della Snam, la nave da sola potrà contribuire al 6,5 per cento del fabbisogno nazionale.

Con il secondo rigassificatore, quello che aspetta Ravenna, l’Italia conta di emanciparsi dalla Russia. Proprio in questi giorni – citiamo invece un recente articolo del Corriere della Sera – i tecnici di Snam sarebbero al lavoro a Ravenna per valutare le diverse ipotesi di ormeggio a partire dal cosiddetto “Ragno”, il terminal oggi in concessione al Gruppo Pir (Petrolifera italo rumena).

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