Il Cer ha distribuito 290 milioni di mc di acqua e alimentato il potabilizzatore

I dati verso la chiusura della stagione irrigua per l’agricoltura

Siccità CampiLa stagione dell’irrigazione sta volgendo al termine e i dati del Canale emiliano-romagnolo (Cer) dicono che sono stati prelevati 290 milioni di metri cubi di acqua redistribuiti ai Consorzi di bonifica e consegnati all’agricoltura. Il Cer ha rivestito, in questi mesi così critici, un ruolo centrale negli equilibri idrici nell’intera area del comprensorio servito (336mila ettari di superficie di cui 227mila ettari di superficie agraria nelle province di Ravenna, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena, Rimini), rappresentando, al contempo, un elemento di indubbia e più volte attestata rilevanza anche nel composito scenario idrologico nell’intera pianura Padana all’interno del distretto del Fiume Po.

Oltre alla consolidata ed indispensabile funzione a sostegno del comparto agricolo e di tutte le colture di pregio del il territorio, la risorsa del Canale ha alimenta il potabilizzatore di Ravenna fornendo acqua alla comunità ravennate della costa adriatica in un periodo di massima presenza turistica.In questo contesto, in cui i livelli di acqua prelevata (non senza difficoltà viste le quote idrometriche soprattutto nel mese di Luglio e inizio Agosto) è risultato fondamentale e che ha pesato maggiormente sulla resa finale, risultando determinante sulla effettiva possibilità di utilizzare l’acqua anche in periodi di magra estrema, è rappresentato dall’insieme di manovre idrauliche emergenziali sono state le manovre straordinarie eseguite dalle maestranze consortili 7 giorni su 7.

Le azioni compiute in tempi adeguati e frutto del monitoraggio tecnico hanno per lo più riguardato l’impianto idrovoro Palantone a Bondeno, ma tutte le stazioni del CER a Sant’Agostino Est e Ovest, Crevenzosa, Pieve di Cento, Savio e Volta Scirocco hanno consentito una gestione minuziosa e razionale fino all’ultima goccia disponibile.

In vista del consiglio di amministrazione, programmato oggi 5 settembre nella sede del Cer a Bologna, il presidente Nicola Dalmonte rivolge la sua attenzione al futuro su ciò che si potrà fare a livello sistemico: «L’esperienza di quest’anno ci obbliga a mettere in campo tutte quelle azioni per garantire la risorsa idrica, alla luce di questi cambiamenti climatici, dove il Cer è l’infrastruttura principale della nostra regione a servizio del mondo agricolo».

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