Le bottiglie in vetro sono aumentate del 50 percento, per i concimi nei vigneti il rincaro è arrivato al 170 percento
«Nella nostra provincia – commenta Michele Tampieri, giovane produttore vitivinicolo e Dirigente di Coldiretti Ravenna – le rese produttive, nonostante un’inedita stagione meteoclimatica caratterizzata dalla forte siccità, sono buone, così come la qualità delle uve. I problemi sono legati semmai ai costi di produzione che sono letteralmente esplosi, a partire da quelli energetici sostenuti per irrigare durante i mesi primaverili ed estivi». Problemi anche per l’acquisto di macchinari, soprattutto quelli in acciaio, prevalenti nelle cantine, per i quali è diventato impossibile persino avere dei preventivi.
Una situazione che mette a rischio un sistema che a partire dalla vendemmia offre opportunità di lavoro a 1,3 milioni di persone impegnate direttamente in vigne, cantine e nella distribuzione commerciale, sia per quelle impiegate in attività connesse e di servizio. Secondo una ricerca di Coldiretti, per ogni grappolo di uva raccolta si attivano ben diciotto settori di lavoro dall’industria di trasformazione al commercio, dal vetro per bicchieri e bottiglie alla lavorazione del sughero per tappi, continuando con trasporti, accessori, enoturismo, cosmetica, bioenergie e molto altro.
«Da difendere c’è l’intero patrimonio vitivinicolo locale con Ravenna – spiega il Direttore della Coldiretti provinciale, Assuero Zampini – che rappresenta la provincia con la più ampia superficie vitata della regione. Serve – conclude – un intervento immediato che garantisca alle imprese di avere il massimo degli aiuti al fine di scongiurare il rischio concreto di un crack del comparto dato che l’aumento dei costi colpisce duramente l’intera filiera”.