«Un eventuale incidente al rigassificatore in mare non avrebbe effetti sulla città»

L’analisi dei rischi dei vigili del fuoco prevede impatti a una distanza massima di 418 metri, ma la nave sarà installata a 8 km dalla costa al largo di Punta Marina. Arpae rassicura sulle questioni del cloro in mare: concentrazione a zero entro pochi metri

16In caso del più grave incidente ipotizzabile sul rigassificatore Snam da installare al largo di Punta Marina, gli effetti arriverebbero al massimo a 418 metri, una distanza ben inferiore agli 8 km che separano la nave dalla costa. È un dato fornito da Michele De Vincentis, direttore regionale dei vigili del fuoco. L’occasione per divulgare gli esiti dell’istruttoria condotta dal Corpo è stata l’incontro pubblico andato in scena l’11 ottobre a Ravenna al Palazzo dei Congressi per presentare il progetto proposto da Snam.

L’intervento del vigile del fuoco era uno dei più attesi proprio per la questione sicurezza che richiama l’attenzione dell’opinione pubblica. Le rassicurazioni sono state ampie: per l’analisi dei rischi ci si è spinti a considerare scenari ipotetici anche oltre i modelli matematici delle probabilità previsti dal quadro normativo.

19In tema di sicurezza è stato sottolineato che l’impianto a mare è un vantaggio per la tutela della popolazione a terra. E lo stato liquido del gas (tale per via della temperatura a 162 gradi sotto zero) è un ulteriore vantaggio rispetto al mantenimento di gas in pressione.

Dal palco ha parlato anche Ermanno Errani, responsabile di servizio autorizzazioni e concessioni di Arpae per Ravenna. Il suo intervento ha riguardato l’altro aspetto più dibattuto: la centrale a terra a monte dell’abitato di Punta Marina dove arriverà il tubo dalla piattaforma al largo e verrà regolata la pressione: avrà un suo piccolo impatto ambientale, ha spiegato il tecnico. Questioni ambientali anche in mare. Che ne sarà dell’acqua prelevata dal mare e reimmessa dopo aver aggiunto cloro? La concentrazione è talmente bassa da disperdersi fino a zero in un raggio di poche decine di metri.

23L’impatto della centrale da realizzare nei pressi di via dell’Idrovora sarebbe potuto essere soprattutto di tipo paesaggistico. Così la pensa il sindaco Michele de Pascale. Per metterci una pezza si è ottenuta un’opera di compensazione significativa: un’area di 97 ettari che verrà espropriata da Snam e piantumata con arbusti e alberi già cresciuti.

Ma non dovrebbero fermarsi qui le opere di compensazione. Il primo cittadino ha affermato che i dettagli sono ancora da definire ma si punta a ottenere altro da Snam, lasciando intendere che possa essere l’occasione per riqualificare il via principale di Punta Marina. De Pascale non ha dubbi: «La località ne uscirà molto più attrattiva per il turismo».

7Particolarmente dettagliato l’intervento di Elio Ruggeri di Snam. L’ingegnere ha snocciolato dati e informazioni. In particolare lo scenario italiano e internazionale. Al mondo esistono 130 impianti di rigassificazione a terra e altri 48 su navi. Dallo scorso marzo a oggi sono stati annunciati 12 rigassificatori a mare in Europa (6 in Germania), come risposta alla necessità di slegarsi dalla dipendenza del gas russo. In Olanda ne sono entrati in funzione due a giugno con una autorizzazione in deroga: l’impianto è operativo mentre le autorità faranno le verifiche.

Come ormai noto, la nave acquistata da Snam nei mesi scorsi per alcune centinaio di milioni di euro e attualmente ormeggiata nel porto di Ain Sokhna (Egitto), verrà attraccata a una piattaforma offshore del gruppo Pir esistente. Per consentire la fattibilità sarà necessario dragare circa due milioni di metri cubi di fanghi per avere 15 m di profondità e verrà realizzata una dica a protezione dalle onde. Proprio l’esistenza della piattaforma è tra le ragioni che hanno reso l’intervento a Ravenna il più interessante tra le alternative in Italia dopo Piombino. In Toscana l’entrata in funzione è prevista per il prossimo aprile. A Ravenna per settembre 2024.

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