Caviro chiude un altro bilancio da record. Ma l’aumento dei costi pesa già sul 2023

Il gruppo con sede a Faenza premiato in particolare da esportazioni e investimenti in economia circolare

Carlo Dalmonte Caviro MinCaviro ha approvato  in assemblea il bilancio al 31 agosto 2022. Il Gruppo vitivinicolo romagnolo, con sede a Faenza, ha chiuso l’esercizio con un fatturato consolidato di oltre 417 milioni di euro con un incremento del 7,1% sull’esercizio precedente. Un nuovo anno da record con conferma del continuo trend di crescita.

Gli eccellenti risultati hanno consentito al Gruppo di consolidare ulteriormente la struttura portando il patrimonio netto a quota 136 milioni di euro (+10,7% sul 2021) e all’approvazione di un bilancio in positivo con utile complessivo di 9,6 milioni di euro. Buono anche l’Ebitda che si è attestato a 36,2 milioni di euro, pari all’8,7% del fatturato mentre la PFN, pari a 73,8 milioni di euro, in crescita rispetto allo scorso anno principalmente per effetto dei notevoli investimenti in economia circolare e sostenibilità.

L’anno fiscale 2021-2022 di Caviro, che si conferma leader di mercato in Italia e all’estero, è stato trainato soprattutto dai risultati di Caviro Extra. La società con sede a Faenza, che concretizza l’economia circolare del Gruppo trasformando i sottoprodotti della vinificazione in alcol, prodotti nobili, energia e fertilizzanti, ha infatti confermato le ottime performance dell’ultimo triennio e sostenuto la Cooperativa in un periodo complesso dal punto di vista macro-economico.

Molto buoni anche i risultati del Gruppo ottenuti sul fronte export in oltre 80 Paesi nel mondo con un fatturato complessivo di 123 milioni di euro. I mercati che hanno dato maggiore soddisfazione sono stati Gran Bretagna, Usa, Svizzera, Germania e Francia.

«Gli investimenti realizzati sul fronte della sostenibilità a sostegno del nostro modello di economia circolare ci hanno premiato anche nell’esercizio 2021-2022 – commenta Carlo Dalmonte, presidente di Caviro -. Una propensione all’innovazione continua che abbiamo confermato anche in questo esercizio con i forti investimenti nell’ambito del progetto Legàmi di Vite, il contratto di sviluppo che abbiamo presentato in qualità di capofila insieme ad altre 9 cantine della regione e che prevede investimenti complessivi per oltre 90 milioni di euro e un impatto occupazionale di circa 70 persone». Legàmi di Vite si è aggiudicato il Premio per lo Sviluppo Sostenibile, assegnato nell’ambito della Fiera Ecomondo, e si concentra sul potenziamento delle attività di lavorazione e recupero dei sottoprodotti, sull’efficientamento energetico e la realizzazione di nuovi depuratori.

Più incerto, invece, lo scenario sull’anno fiscale in corso a causa di un forte aumento dei costi dell’energia e delle materie prime che si teme andrà a incidere sui margini d’esercizio. «L’aumento indiscriminato dei costi di produzione ha generato anche una pesante contrazione dei consumi e tutti i canali del mondo vino, dalla Grande Distribuzione all’Horeca, mostrano segnali di recessione – evidenzia SimonPietro Felice, direttore generale di Caviro -. Una situazione pesante che temiamo interesserà presto anche gli altri mercati in cui siamo presenti con la produzione Caviro Extra. Il nostro approccio al 2023 sarà, quindi, di massima prudenza e ci concentreremo sul contenimento e riduzione dei costi e sulla massima valorizzazione dei nostri prodotti, anche in termini di prezzo di vendita, sul mercato».

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