X

Confartigianato apre un ufficio welfare aziendale anche per imprese non associate

Collaborazione con la società benefit Tre Cuori che ha già 150 piani attivi in provincia per un valore di due milioni di euro a beneficio di oltre mille lavoratori

La Confartigianato della provincia di Ravenna apre un ufficio dedicato al welfare aziendale, con il supporto della società benefit Tre Cuori come partner. Confartigianato vuole facilitare le imprese del proprio territorio e i loro lavoratori nel godere dei benefici offerti dalla legge: «Non solo l’ottimizzazione del costo del lavoro (risparmio fiscale), ma anche e soprattutto la fidelizzazione dei propri collaboratori, l’attrazione di nuovi talenti, l’aumento della produttività, la crescita del potere d’acquisto dei dipendenti e il miglioramento del clima aziendale».

Le spese welfare già gestite da Tre Cuori in tutt’Italia sono oltre 75 milioni di euro. In Emilia-Romagna sono stati attivati più di 600 piani welfare (di cui 150 nella sola provincia di Ravenna), per un valore totale di 10 milioni di euro (di cui circa due milioni nella provincia), di cui hanno beneficiato oltre seimila dipendenti (1.100 circa nel territorio ravennate).

Il nuovo ufficio welfare è operativo nella sede di viale Berlinguer 8 a Ravenna con un gruppo a disposizione delle aziende di qualsiasi dimensione, anche le più piccole – associate e non – che potranno valutare le strategie e accedere a strumenti di welfare su misura. Per appuntamenti welfare@confartigianato.ra.it oppure 0544-516135 o 375-5250158. L’ufficio Welfare di Ravenna si aggiunge alle altre sedi locali già avviate da Tre Cuori insieme a Confartigianato nelle zone di Milano Monza Brianza, Cesena, Ancona ed altre ancora.

«L’approccio adottato dalla piattaforma Tre Cuori – spiega Tiziano Samorè, segretario provinciale di Confartigianato –consente libertà ai lavoratori di spendere localmente e coinvolge i fornitori locali (compresi quelli di fiducia) che non devono pagare commissioni per l’incasso di tali spese. In questo modo le nostre imprese possono diventare anche erogatori dei servizi oltre che beneficiari, incassando così le spese welfare. In questo modo si crea un circolo virtuoso in cui le prestazioni, e quindi le risorse, rimangano sul nostro territorio».