sabato
12 Luglio 2025
agricoltura

L’allarme delle Cab: «Le coltivazioni biologiche perdono competitività»

La coop di consulenza e assistenza in campo agroalimentare Promosagri chiede l’intervento della Ue: «A rischio obiettivi europei»

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Agricoltura Girasoli Bio
Un campo di girasoli bio

«Il biologico perde competitività». L’allarme è delle cooperative agricole braccianti (Cab) della provincia di Ravenna, secondo le quali «negli ultimi anni, per molte colture del nostro territorio, il prezzo all’origine tra prodotto biologico e convenzionale si è ridotto al punto da fargli perdere competitività nei confronti delle produzioni tradizionali, fino a rischiare pesanti conseguenze sul reddito aziendale».

Secondo Stefano Patrizi, presidente di Promosagri (cooperativa di progettazione, consulenza e assistenza tecnica per le cooperative agroalimentari) «è in pericolo l’obiettivo europeo del 25 percento di coltivazioni in biologico entro il 2030, senza un reddito adeguato per i produttori biologici».
Anche per le coltivazioni bio, le cui rese sono inferiori a quelle tradizionali, sono cresciuti i costi dei fattori produttivi. Per esempio, il grano duro biologico nel 2022 ha presentato un margine aziendale lordo inferiore del 59% rispetto al convenzionale, mentre il mais bio a fatica ha coperto i costi di produzione.

«Nonostante gli investimenti fatti – afferma Giovanni Giambi, vicepresidente di Promosagri – il divario produttivo tra biologico e convenzionale è ancora elevato, soprattutto per alcune tipologie di colture. Nei cereali bio si raccoglie una percentuale di quintali medi per ettaro inferiore tra il 10% e il 25% rispetto al tradizionale, per la barbabietola il dato arriva al 30-35% in meno, mentre per il pomodoro la quota è tra il 25-30% in meno. Per alcune colture orticole si arriva addirittura al 60% in meno».

Difficoltà anche nella zootecnia da latte bio: in queste stalle, paradossalmente, si sta rischiando un margine aziendale sensibilmente più basso rispetto a quelle tradizionali, a causa di costi di produzione schizzati alle stelle e a un differenziale del prezzo del latte ridottosi a favore della produzione convenzionale. Con il calo dei consumi, inoltre, si sono verificate ulteriori contrazioni di quote di produzione per le stalle, tali da compromettere la redditività e gli investimenti fatti negli ultimi anni in termini di sostenibilità ambientale, dicono le Cab.

Per scongiurare un’eventuale crisi del biologico, Promosagri chiede che l’Unione Europea sostenga il valore all’origine delle produzioni con un governo rigoroso dei mercati interni ed esteri «per prevenire la banalizzazione delle produzioni, la concorrenza sleale, le illegalità». Chiede inoltre «di sostenere la ricerca e la sperimentazione (a partire da quelle pubbliche), una comunicazione adeguata ed efficace al consumo, una modulazione della Politica Agricola Comunitaria efficace e integrata con questi aspetti».

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