Il Canale emiliano-romagnolo, noto anche con l’acronimo Cer, è lungo 135 km in totale, il più lungo corso d’acqua artificiale in Italia che parte da Bondeno (Ferrara) e raggiunge Rimini. Il tratto che ricade in provincia di Ravenna è 28 km.
Il Cer rappresenta la principale derivazione di acqua dal fiume Po. I volumi distribuiti nel Ravennate ogni anno sono in media 180 milioni di metri cubi fino al record del 2021 a quota 220. Per avere un termine di paragone si può considerare che il bacino della diga di Ridracoli è 30 milioni di mc.
L’acqua attinta dal Cer serve per l’irrigazione delle campagne, per la bonifica e successivamente per uso idropotabile a beneficio della costa adriatica grazie alla collaborazione con l’impianto potabilizzatore di Ravenna gestito dalla società Romagna Acque.
Nel Ravennate c’è una delle prime opere realizzate, la Traversa mobile sul fiume Reno in località Volta Scirocco, costruita già alla fine degli anni ’50 del secolo scorso per rifornire il nascituro polo petrolchimico di Ravenna. La società Ravenna Servizi Industriali (Rsi), attiva dal dicembre 2004 nel sito petrolchimico, è un associato storico del Cer da cui attinge acqua per uso industriale. Ci sono poi nel Ravennate altre realtà come Conserve Italia, Bunge Italia e Nuova Termica che ricevono acqua dal Cer.
Le ultime opere realizzate invece fanno parte degli “Usi plurimi” cioè quelle opere che spiccano dall’asta principale del canale stesso formando una sorta di spina di pesce nel territorio: si tratta di impianti di distribuzione dell’acqua in pressione, quindi interrati e non impattanti sull’ambiente circostante: sono il Lamone-Cupa 1 e 2, Selice-Santerno, Senio-Lamone 1 e 2 e Bevano-Fiumi Uniti 1 e 2.
Sono in partenza gli iter che porteranno presto alla realizzazione di nuove opere utili nella zona del Faentino. Si tratta della distribuzione di risorsa idrica indispensabile per il comparto agricolo nei distretti Merlaschio e San Silvestro, nel comprensorio dei corsi d’acqua Senio e Lamone, interventi importanti per un importo finanziato dal ministero dell’Economia di complessivi 3,5 milioni di euro. La progettazione e l’opera saranno una condivisione di intenti e di risultati frutto della partnership tra consorzio Cer, Romagna Occidentale e le imprese agricole che ne hanno bisogno sul territorio.
L’attività di consegna dell’acqua sul territorio a beneficio delle terre attraversate comporta anche la vera e propria creazione di habitat dove in passato non erano presenti e la conseguente alimentazione costante anche di alcune aree cosiddette umide e oasi ambientali diventate vocate alla contestuale difesa dell’habitat e allo sviluppo della biodiversità. Nella sua attività di ricerca sessantennale condotta dallo staff tecnico scientifico di Acqua Campus-Anbi, il Cer, che ha ideato e creato lo spazio in campo, approfondisce da sempre anche le tematiche ambientali legate all’uso dell’acqua. Gli argomenti trattati sono i più svariati: dal miglioramento naturale delle acque superficiali mediante fitodepurazione alla tutela della biodiversità e monitoraggio costante delle falde freatiche sotterranee.
Nel territorio ravennate sono in corso due importanti progetti per la tutela dell’ambiente. Il primo prevede lo sviluppo di sistemi di analisi e gestione delle falde per contrastare il fenomeno della subsidenza ed intrusione delle acque salmastre in aree di acqua dolce. Il secondo filone di studio si svolge presso Acqua Campus Natura, sede del terzo polo della ricerca del Cer nei pressi dell’Oasi di Volta Scirocco. In questo laboratorio a cielo aperto, un sito unico per la salvaguardia della biodiversità, l’obiettivo è duplice: quello di contrastare la progressiva salinizzazione delle acque determinata dalla scarsità di pioggia dell’ultimo decennio e il contestuale recupero al fine del ripopolamento delle testuggini di acqua dolce.