Nei cinque anni tra il 2017 e il 2022 in provincia di Ravenna sono stati chiusi 45 sportelli bancari, una riduzione del 16,7 percento. In totale in Romagna sono stati chiusi 162 sportelli bancari (oltre ai 45 di Ravenna, 68 a Forlì-Cesena e 49 a Rimini) e persi 1.395 posti di lavoro nel settore (-23 percento). Sono cifre fornite dal sindacato Cisl sulla base dei dati della Banca d’Italia.
Ravenna è l’unica delle tre province romagnole dove ogni comune ha almeno uno sportello bancario. Nella provincia di Rimini sono 7 i comuni sprovvisti di servizio bancario (Casteldelci, Gemmano, Maiolo, Montecopiolo, Montegridolfo, Sassofeltrio e Talamello), nella provincia di Forlì-Cesena sono 2 (Borghi e Portico e San Benedetto).
Tra il 2017 e il 2022 è la provincia di Forlì-Cesena quella che registra un calo maggiore, 68 sportelli pari al 24,6 percento, seguita dalla provincia di Rimini con un calo di 49 sportelli pari al 21,2 percento e Ravenna che registra un calo di 45 sportelli nel periodo considerato, pari al 16,7. Nell’intera provincia di Forlì-Cesena il valore medio di abitanti per sportello è pari a 1.637 unità, a Ravenna è 1.744 e a Rimini è 1.775 unità.
«Il trend inesorabile di chiusura degli sportelli bancari, avviato nel 2008 e purtroppo ancora in atto, suscita preoccupazione e attenzione – commentano il segretario generale Cisl Romagna, Francesco Marinelli, e la segretaria generale First Cisl Romagna, Valentina Brandi -. Questa tendenza sta avendo un impatto negativo, soprattutto nei piccoli comuni periferici e tra le persone anziane, che spesso preferiscono l’accesso ai tradizionali servizi bancari fisici rispetto a quelli online. Le conseguenze di questa desertificazione bancaria sono molteplici e, purtroppo, una delle più gravi è la perdita di posti di lavoro. Va considerato il ruolo significativo che le istituzioni finanziarie possono avere nel promuovere il benessere sociale e contribuire allo sviluppo occupazionale ed economico del Paese. È di fondamentale importanza che le banche valutino attentamente di promuovere l’ampliamento dei servizi bancari e il ritorno alla territorialità, anche da parte delle grandi istituzioni finanziarie».