La protesta dei bagnini di Marina contro il Parco Marittimo: «Perso oltre il 30%»

Biazzi (Marisol): «La gente ha preferito cambiare località». Di Marco (Oasi): «Vorrei vendere lo stabilimento»

Stradelli Marina Di RavennaA Marina di Ravenna, anche se ormai a fine stagione, monta la protesta dei bagnini per il cosiddetto Parco Marittimo, la riqualificazione degli stradelli retrodunali che quest’anno ha rivoluzionato la sosta.

«Nessuno può sapere realmente se sono finite altrove, ma l’unica certezza è che tra Marina e Punta quest’anno non c’erano più 1.200 auto in spiaggia su cui potevamo contare gli anni scorsi. Che significa 2.400 auto in meno ogni weekend, almeno 4.800 persone, se ne consideriamo due per mezzo. Il calo del fatturato è una conseguenza, basta fare una moltiplicazione». A parlare è Claudio Biazzi, titolare del bagno Marisol di Marina, nella zona forse più “colpita” dalla novità, distante da entrambi i parcheggi scambiatori.

«Al momento noi siamo al -37 percento circa degli incassi dell’anno scorso. E, certo, l’alluvione ha pesato nei primi mesi, ma a Marina di Ravenna abbiamo subìto anche i danni del Parco Marittimo. Conosco tanti amici emiliani che hanno cambiato lido, perché era troppo complicato venire in spiaggia qui. O gente che ha smesso di venire per la pausa pranzo, per esempio. Senza poter parcheggiare vicino, per i ravennati, non era più conveniente. E per che cosa? Per una passerella in terra battuta e legno già lasciata all’incuria, una pineta inaccessibile, luci basse? Un progetto che non aggiunge nulla al valore della località, che peraltro non può neanche contare sui turisti degli hotel, essendocene molto pochi, ma che era perfetta per il “pendolarismo” locale».

Biazzi in maggio aveva raccolto l’adesione di decine di bagnini di Marina, con cui era pronto a scendere in piazza per protestare contro il progetto. Poi è arrivata l’alluvione e si è deciso di soprassedere. «Ma ora vogliamo capire dal Comune come si possono risolvere i problemi, altrimenti siamo pronti a protestare. Non lascerò che ci facciano fallire nell’indifferenza».+

Tra i critici c’è anche Marco Di Marco del bagno Oasi, che dichiara di aver perso anche lui almeno il 30 percento del fatturato questa estate e ammette desolato di aver perso le motivazioni. «Sto cercando di vendere, anche se è molto difficile a causa delle incertezze della Bolkestein. Potrei però lasciare la gestione: fare questo lavoro, soprattutto a Marina, è sempre più complicato».

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