Fiom e Usb contano in totale 7 delegati e attaccano Fim e Uilm che in totale arrivano a 10: «Dovrebbero interrogarsi su cosa sia un sindacato e di chi debba fare gli interessi»
Le problematiche sono emerse a luglio quando si era raggiunta una ipotesi di accordo unitaria sottoposta al referendum dei lavoratori che ha raggiunto il quorum e ha consegnato un giudizio negativo alle parti sindacali. «Fim e Uilm hanno deciso di far votare nuovamente pur con la contrarietà di Fiom e Usb che avevamo accettato il voto negativo. Il nuovo referendum ha conseguito un numero di votanti maggiore dando sempre un esito negativo».
Dopo una ulteriore tornata di incontri unitari, il 10 di ottobre nuovamente si spaccava il tavolo non solo nei confronti dell’azienda ma anche tra sindacati: «Fiom e Usb fermi sulle richieste fatte dai lavoratori di parti di salario certo, e Fim e Uilm che invece continuavano a stare al tavolo nonostante il diniego da parte della direzione aziendale Marcegaglia di trattare su quanto richiesto nel mandato». A quel punto Fiom e Usb hanno dichiarato uno sciopero «che è risultato tra i più partecipati degli ultimi quindici anni».
Nelle giornate del 23 e 25 ottobre Fim e Uilm si sono presentati ai lavoratori in assemblea proponendo una sorta di nuovo contratto: «Nelle assemblee non è stato spiegato se si trattasse di un accordo già siglato, di una ipotesi di accordo o altro. Fiom e Usb hanno chiesto tramite email chiarimenti ai protagonisti della trattativa senza aver ottenuto risposta. Come va letta tale ambiguità? Essendo i delegati di Fim e Uilm assieme maggioranza, hanno l’autorità della contrattazione ma avrebbero anche l’onere della chiarezza. Tramite il volantinaggio, le bacheche sindacali, il passaparola e ogni altro mezzo democratico previsto, informeremo i lavoratori di tale situazione per come proseguire la lotta per la conquista di un contratto dignitoso».