La storica Colonia di Castel Raniero tornerà ad accogliere (anche) i bambini

L’edificio ha ricevuto un importante finanziamento dal ministero e da tempo il Comune è al lavoro per realizzare il progetto di recupero: spazi per Cre e alta formazione. Manutenzione straordinaria, invece, a Villa Orestina

Castel Raniero

Tra il patrimonio del Comune, due delle proprietà alla quali i faentini sono maggiormente legati sono la Colonia di Castel Raniero e Villa Orestina.

La prima sicuramente è maggiormente infissa nella memoria per l’attività che svolgeva fino agli anni ’80, un luogo dove moltissimi hanno passato i propri periodi estivi. L’edificio, che svetta sulle prime colline di Castel Raniero, alle porte della città, era utilizzato per le elioterapie e la struttura venne realizzata tra il 1926 ed il 1932. La costruzione, iniziata con risorse recuperate da una raccolta fondi a livello locale, fu ultimata con i finanziamenti destinati al Comune di Faenza per il monumento ai caduti della Grande Guerra (1915-1918) e quindi diventata essa stessa un monumento ai caduti della guerra. Durante il passaggio del fronte nel territorio di Faenza è stata utilizzata come sede dell’Ospedale Civile e della Croce Rossa. Dopo la guerra furono recuperati i danni bellici con un finanziamento ministeriale, fu ristrutturato il parco da parte dell’ufficio Giardini e utilizzata appunto come colonia elioterapica dalla Croce Rossa Italiana per una decina di anni. Successivamente è stata utilizzata dal Comune di Faenza come residenza dei centri estivi per i ragazzi dell’asilo cittadino. Negli anni settanta e nei primi anni ottanta è stata sfruttata anche per spettacoli all’aperto. Dalla fine del 1984, a causa dello stato in cui versava, fu poi abbandonata.

L’edificio, di valore storico, negli anni passati, attraverso l’interessamento dell’allora ministro Franceschini, ha ricevuto un importante finanziamento da parte del Ministero dei Beni culturali di circa 3,5 milioni di euro, cifra che però non è sufficiente per il completo ripristino. Due i corpi oggetti del recupero, l’ex casa del custode e il grande edificio dalla sua inconfondibile forma. Da tempo il Comune è al lavoro per realizzare il progetto per il loro recupero. Al momento l’ufficio tecnico dell’Unione della Romagna Faentina è impegnato nel progetto definitivo mentre gli assessorati coinvolti stanno studiando la sua finalità che non potrà essere così lontana dalla funzione originaria. Nel dettaglio quegli spazi, secondo la volontà dell’amministrazione, verranno destinati ad accogliere alcuni Cre estivi per ragazzi oltre a diventare luoghi per l’alta formazione e la ricerca universitaria ma anche quale sede per congressi e altre iniziative pubbliche. Data la sua posizione particolare la Colonia potrebbe diventare la porta verso il Parco della Vena del gesso, inserendosi di fatto in un circuito turistico legato all’ambiente.

Secondo il cronoprogramma stilato dagli uffici tecnici i lavori, almeno nella parte dell’edificio principale, dovranno essere ultimati entro il 2026.

Villa Orestina è invece una bella costruzione anche questa inserita nell’area delle prime colline alle porte della città di Castel Raniero. Non si tratta di un bene abbandonato e pertanto la sua struttura non soffre di particolari problemi. Lì ha sede la Fondazione Caldesi che peraltro gestisce il colle del Persolino dove ha sede oltre all’azienda agricola la storica scuola di agraria. Anche questo bene è al centro di alcuni lavori per adattare la struttura e renderla maggiormente fruibile al pubblico. Attraverso i Gal-l’Altra Romagna e la Regione il luogo è destinatario di un finanziamento di circa 350mila euro attraverso i quali verranno effettuati alcuni lavori di manutenzione straordinaria. Oltre a rimanere sede della Fondazione Caldesi, nelle intenzioni dell’amministrazione la splendida villa e il parco annesso ospiteranno, al primo piano, la sede del Ceas della Romagna Faentina,  con annessa sala didattica e la biblioteca; al piano terra uno spazio per la Strada dei vini e dei sapori per la promo-commercializzazione dei prodotti locali e una sala degustazione. Allo studio anche uno spazio, nella vecchia cucina, che verrà trasformato in laboratorio didattico per le attività della Fondazione Caldesi, legate all’estrazione delle essenze e delle piante officinali con un piccolo orto all’esterno. L’accessibilità verrà garantita per il superamento delle barriere architettoniche. I lavori per questa storica costruzione dovranno essere ultimati entro il 2024.

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