All’ex Amga di Ravenna un supermercato di 1.200 mq e case a partire da 600mila euro

Da inizio 2024 il cantiere tra Rocca Brancaleone e Porta Serrata: su un ettaro dove 160 anni fa si insediò un’azienda del gas oggi una palazzina che usa solo corrente elettrica. Archeologia industriale: recuperato l’edificio con la ciminiera

Examga Volo

Nei primi mesi del prossimo anno aprirà il cantiere per la riqualificazione dell’area ex Amga in centro storico a Ravenna, poco meno di un ettaro in abbandono da oltre trent’anni. Nel lotto all’angolo tra via di Roma e via Venezia verranno costruiti un supermercato di 1.200 mq (pronto a fine 2024), una palazzina con nove appartamenti (pronti a fine 2025) e uno spazio verde aperto al pubblico senza recinzioni: saranno abbattuti i muri perimetrali ma saranno valorizzati i tratti di mura storiche presenti. Verrà recuperato anche, con uso pubblico, l’edificio di archeologia industriale da 260 mq contraddistinto da una ciminiera ben visibile.

L’insediamento industriale risale a 160 anni fa con la Fabbrica del Gas. Un primo piano di recupero (Pdr) risale al 2006, presentato dalla società “Officine del Gas” controllata in parti uguali da Acmar e dall’imprenditore bolognese Filippo Alberti. Quest’ultimo ha poi rilevato le quote di Acmar, alle prese con un concordato in bianco, e ha incaricato lo studio architettonico Rossi-Zaganelli di redigere un nuovo Pdr, arrivato fino al consiglio comunale per il voto a una variante al Regolamento urbanistico edilizio (Rue) che ha previsto una diminuzione della superficie insediabile e un cambio d’uso di quella con destinazione commerciale. E infatti una fetta dell’area è stata ceduta all’azienda attiva nella grande distribuzione con il marchio Despar cui spetteranno anche le opere di urbanizzazione e le parti a uso pubblico. Complessivamente l’investimento sarà di circa 10-11 milioni di euro, senza contare le opere di bonifica già eseguite anni addietro.

L’architetto Lorenzo Zaganelli ha avviato la progettazione nel 2018: «L’intervento più recente è stata la rimozione di tre vasche di cemento usate per il gasometro. In quel punto verrà realizzata la palazzina residenziale di tre piani in sintonia con gli edifici adiacenti: appartamenti di ampie metrature con gli standard più alti di costruzione». Ironia delle sorte, dove sorgeva un’azienda del gas ora arriveranno case che non avranno nemmeno l’allacciamento alla rete del metano: «Tutto il fabbisogno energetico sarà coperto con energia elettrica potendo contare sul fotovoltaico e sulla riduzione dei consumi».

Rigenerare spazi che ospitano insediamenti industriali comporta dei costi aggiuntivi per le bonifiche. Ma serve a ridurre il degrado di luoghi abbandonati ed evita il consumo di suolo ancora vergine. Per questo l’ultima legge regionale ha previsto delle premialità: «Sono stati triplicati i valori degli oneri concessori per chi costruisce da zero e sono stati ridotti del 70 percento per il progetti di rigenerazione». 

Da quando sono circolate le prime notizie di progetto di recupero, non sono mancate critiche per la presenza di un nuovo supermercato. Ma un cosiddetto “motore commerciale” diventa indispensabile: «Parliamo di aree di proprietà privata. È difficile che un progetto regga senza una parte di spazi commerciali».

La commercializzazione degli appartamenti è affidata all’agenzia Siva Immobiliare. «Di fatto è l’unico intervento in centro storico in questo periodo – spiega il titolare Ivano Venturini –. Parliamo di una proposta che si rivolge a una fascia alta perché c’è richiesta di qualità. La vendita andrà attorno a circa 3.500 euro al metro quadro e quindi per gli appartamenti più piccoli si parte da 600mila euro per arrivare al milione per i due attici. Per ora abbiamo una prenotazione».

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