Case protette, le rette a carico di anziani e disabili aumentano di 123 euro al mese

La decisione della Regione dopo 15 anni senza aumenti. I sindacati: «Inaccettabile»

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Dal 1° gennaio sono aumentate di 4,10 euro al giorno (da 50 a 54,10 euro) le rette a carico di anziani e disabili in strutture residenziali e case protette dell’Emilia-Romagna. Una decisione (dopo 15 anni senza aumenti) presa dalla stessa Regione, definita nelle scorse settimane «inaccettabile» dai tre sindacati confederali, in una nota congiunta.

«Abbiamo sempre affermato che un possibile aumento avrebbe dovuto essere contenuto e quindi ben al di sotto di quello che la Regione ha deliberato – commentano Cgil, Cisl e Uil -, perché le condizioni sociali delle famiglie in questi anni di crisi economica, prezzi energetici alle stelle, inflazione a due cifre, pensioni e stipendi bloccati, sono peggiorate. Era davvero necessario procedere in questo modo e dare un colpo alle tasche delle persone ricoverate o delle loro famiglie con un aumento che per gli anziani costa 123 euro al mese senza nessuna garanzia di migliorare la qualità dei servizi?».

A fornire una risposta, l’assessore regionale al Welfare Igor Taruffi, nei giorni scorsi: «La scelta non è stata né semplice né indolore. Ma chi ha responsabilità di governo è chiamato a decidere e la nostra scelta è quella di non ridurre i servizi, né per quantità né per qualità. Il fatto che, anche dopo questo, le rette a carico degli utenti in Emilia-Romagna resteranno di molto al di sotto di quelle di tante regioni a noi confinanti, segnala una volta di più che esiste un enorme problema di sostenibilità».

«La Regione Emilia-Romagna – sottolinea poi l’assessore -, nell’ultimo anno e mezzo, ha aumentato le risorse destinate al Fondo regionale per la non autosufficienza di oltre 30 milioni di euro. Fondo regionale che oggi supera i 540 milioni di euro, in pratica l’equivalente delle risorse che il Governo mette a disposizione di tutte le regioni italiane. Proprio in forza di questo grave sottofinanziamento nazionale, il bilancio regionale ha dovuto farsi carico di immettere cospicue risorse al fine di non mandare in dissesto questi servizi tanto importanti quanto delicati e complessi. Parliamo dell’assistenza di oltre 16mila anziani e 2mila disabili che si trovano in strutture residenziali o semiresidenziali, su posti accreditati convenzionati, a cui la Regione copre il 50% del costo del servizio».

In questi anni, continua Taruffi, «il sistema dei servizi socio-sanitari è stato messo a durissima prova: prima con il Covid, poi con l’aumento dei costi, a partire da quelli energetici, la tenuta economica di un settore che garantisce servizi fondamentali è entrata in una strutturale condizione di rischio. E proprio per assicurare la continuità dei servizi e per aumentarne la qualità, abbiamo dovuto stanziare nuove risorse e ora dobbiamo adeguare anche le rette a carico degli utenti, ferme dal 2009».

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