Partirà a breve il cantiere per raddoppiare la piscina comunale di Ravenna

Investimento da 22 milioni di euro in project financing. Sarà pronta nel 2026, ma resterà sempre aperta

piscina comunale ravenna esternoCon il parere favorevole rilasciato il 20 febbraio scorso dalla conferenza dei servizi – in buona sostanza il tavolo di incontro tra istituzioni per la valutazione degli interventi proposti da privati – ci sono tutti i requisiti necessari per l’apertura del cantiere: si può costruire la nuova piscina comunale di Ravenna.

La partenza dei lavori è attesa entro poche settimane, forse giorni, e il completamento entro marzo 2026. A quel punto saranno passati otto anni dal primo parere favorevole espresso dalla giunta comunale al progetto presentato dal consorzio Arco Lavori di Ravenna. Sarà una sostituzione dell’impianto esistente da mezzo secolo in via Falconieri con un ampliamento massiccio degli spazi acqua (quasi il doppio) e l’inserimento di un’area palestra e un locale di ristorazione. Nei due anni di cantiere non verrà mai chiusa la fruibilità al pubblico.

In totale costerà 22 milioni di euro (Iva inclusa): poco meno di 7 verranno dallo Stato, il resto li metterà Arco facendo ricorso al modello del project financing. In sintesi: il privato sostiene i costi (o una loro parte) dell’opera di interesse pubblico mantenendola in concessione per un lasso di tempo (in questo caso 25 anni) in modo da rientrare dei costi. Alla fine della concessione l’opera sarà di proprietà del Comune (che versa già al gestore attuale, e continuerà a farlo, un contributo annuale di circa 600mila euro) e a quel punto il Comune potrà disporne la concessione a un altro gestore.

piscina comunale ravenna

Sui 7 milioni di finanziamento dalle casse pubbliche va fatta una precisazione. In un primo momento sarebbero venuti dal Comune. Poi Palazzo Merlato ha intercettato un bando del Pnrr. Nella versione finale non saranno nemmeno fondi Pnrr, quindi connessi ai paletti fissati dall’Unione europea, ma verranno dallo Stato italiano per sostituire quelli Ue. Di recente infatti il governo Meloni ha stralciato l’opera da quelle sotto il cappello europeo ma ha garantito di stanziare la cifra equivalente. «E così è stato – riconosce il sindaco Michele de Pascale –. Ci siamo fidati della promessa del ministro Fitto ed è stata mantenuta. I soldi sono già in un decreto che ora deve essere convertito in legge». Il Pnrr imponeva il raggiungimento del 30 percento del cantiere entro settembre. «Non sappiamo ancora se questo paletto resta valido ora che i soldi sono del Governo. Noi andremo avanti come se fosse così».

Emiliano Battistini, direttore generale di Arco Lavori, conferma che ci sono i margini per farcela: «Ce la metteremo tutta». La struttura conterrà una vasca da dieci corsie e 50 metri di lunghezza (oggi le corsie sono otto), requisito necessario per ospitare le gare di livello mondiale. Non a caso quel tipo di vasca è chiamato “olimpionica”. E sarà la seconda piscina in Italia, dopo quella di Milano, a essere alimentata solo da fonti di energia rinnovabile. Quest’ultima caratteristica non era prevista nella prima versione del progetto datata 2018. È stata introdotta in seguito per rispettare i requisiti richiesti per beneficiare dei contributi Pnrr. «L’idea progettuale iniziale risale a più di sei anni fa – dice Battistini –, era un’altra epoca ed era normale concepire un impianto che andasse anche a gas. Diciamo che questa è come un’auto elettrica: oggi vengono vendute a un prezzo superiore alle altre ma sono il futuro».

Se la piscina sarà green e i soldi verranno dallo Stato e non dal Comune, in un certo senso va ringraziato il ritardo iniziale dell’amministrazione locale. Il progetto accolto dalla giunta nel 2018 non è andato avanti così com’era: il Comune decise di assecondare le lamentele delle società sportive che puntarono i piedi di fronte alla chiusura di almeno sei mesi per lavori e per avere un ampliamento delle vasche. Il Comune acquistò così un lotto di terreno tra viale Alberti e l’edificio attuale in modo da ingrandire la struttura e di riuscire a fare tutta l’opera alternando le zone di intervento così da non interrompere mai la funzionalità. «Avremmo potuto ignorare le rimostranze del mondo agonistico – ammette il primo cittadino – e di solito i sindaci vengono accusati di agire con arroganza senza ascoltare i cittadini. In questo caso mi sento di dire che le loro segnalazioni ci convinsero: con un aumento limitato dei costi si poteva dare a Ravenna una struttura di portata internazionale con un orizzonte di almeno trent’anni. La richiesta ad Arco di rivedere il progetto ha allungato i tempi e ha fatto sì che nel frattempo arrivasse l’opportunità del Pnrr. A quel punto sarebbe stato poco saggio non cogliere l’occasione». Insomma, secondo il sindaco si è evitato quello che giudica un paradosso: «Se avessimo ignorato le società sportive e dato l’ok entro l’inizio del 2020, cioè prima del Covid che ha portato il Pnrr, il Comune avrebbe speso sei milioni di euro e ora avremmo sì già la piscina finita ma sarebbe stato un impianto solo per nuotatori comuni».

EROSANTEROS POLIS BILLBOARD 15 04 – 12 05 24
CENTRALE LATTE CESENA BILLB LATTE 25 04 – 01 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24