Indennità di disoccupazione più difficile, si riduce la domanda di lavori stagionali

L’analisi del mercato del dirigente dell’Agenzia regionale per l’occupazione: i flussi di stranieri dall’Est Europa vanno verso altri Stati con offerte più vantaggiose, quelli extracomunitari sono difficili da gestire. E mancano alloggi disponibili. Poi c’è il calo demografico: meno giovani sul mercato che possono evitare le proposte più disagiate per orari e retribuzione

Lavoratori HotelIl calo demografico ha ridotto le corti di giovani che quindi hanno più opportunità di lavoro a disposizione e possono evitare le proposte disagiate per orari e giornate occupate; è più difficile percepire l’indennità di disoccupazione; i flussi di lavoratori stranieri si sono reindirizzati verso altri Stati europei che offrono condizioni economiche più vantaggiose; la disponibilità di alloggi per lavoratori si è ridotta. Sono quattro circostanze che, secondo l’opinione di Andrea Panzavolta, dirigente dell’Agenzia regionale per il lavoro della Regione Emilia-Romagna per gli ambiti territoriali di Ferrara e Ravenna, contribuiscono a spiegare le difficoltà degli imprenditori nel reperire lavoratori stagionali nel turismo.

Le riflessioni di Panzavolta entrano nel dettaglio dei punti citati. «I giovani oggi, tendenzialmente, hanno minore bisogno di assicurarsi entrate economiche per sé e per la famiglia. Poi i mutamenti della struttura socioeconomica nel nostro territorio hanno visto ridursi in particolare la quota di donne che combinavano l’attività stagionale con gli impegni di cura familiare e altre attività lavorative invernali. La scelta del lavoro stagionale è resa meno conveniente anche dal restringimento dei requisiti per beneficiare della disoccupazione e gli importi percepiti. La programmazione degli ingressi di stranieri extracomunitari non pare quantitativamente sufficiente e risulta comunque complesso e farraginoso partecipare ai clickday per l’accesso».

A supporto di queste riflessioni, rispetto alla cosiddetta “difficoltà di reperimento” segnalata dai datori di lavoro, Panzavolta cita un indicatore riportato da Excelsior, il sistema informativo messo in campo dal 1997 dalle Camere di Commercio e dal ministero del Lavoro per monitorare le prospettive di domanda di lavoro e dei fabbisogni professionali, formativi e di competenze espressi dalle aziende: «Le imprese turistiche regionali nel 2022 segnalavano una maggior difficoltà di reperimento del personale nell’ambito degli addetti nelle attività di ristorazione, in particolare camerieri e cuochi». Da una ricerca su assunzioni e cessazioni di rapporti di lavoro a livello regionale (riferita al 2022) si possono trarre alcune evidenze significative. «Nel settore turistico tra i lavoratori dipendenti con un contratto attivo nel corso del 2021, la quota di contratti a termine è stata pari al 57 percento (corrispondenti a oltre 84mila lavoratori su 147mila, ndr) di cui il 34,3 percento con contratto a tempo determinato e il 22,8 con contratto stagionale. Tra i comparti considerati, quello dei servizi di ristorazione si caratterizza per una incidenza ancora più alta dei contratti a termine: 79,4. Nel complesso dell’economia regionale extra-agricola, la quota di lavoratori con contratti a termine nel 2021 è stata pari al 26 percento». Le caratteristiche di stagionalità del settore implicano che la retribuzione media all’anno dei lavoratori sia tra le più basse a livello settoriale. «Nella media 2021, a fronte di una retribuzione media annua lorda pari a 23,8 mila euro nel complesso dell’economia regionale extra-agricola, nelle attività turistiche si rileva un valore pari a 8,3 mila euro. Quasi il 41 percento dei lavoratori del settore ha ricevuto nel 2021 una retribuzione annua inferiore a 5 mila euro».

Ci sono poi i dati Inps (sul 2021), segnalati da Panzavolta, a evidenziare altri aspetti critici del settore. L’occupazione dipendente nel settore turistico regionale è in prevalenza femminile (60,1 percento); il 21,3 percento dei lavoratori occupati ha cittadinanza extra-comunitaria; il 55,8 percento dei lavoratori ha avuto un part-time; il 32 percento circa ha lavorato nel 2021 per meno di tre mesi, mentre solo il 9 percento per tutto l’anno.

Cosa possono fare le imprese per soddisfare il bisogno di manodopera? «Occorre rendere più interessante questa opportunità di lavoro sia sotto il profilo retributivo che sotto quello organizzativo, cioè orari e giornate libere. Ma anche aumentando il livello di trasparenza e regolarità del lavoro. Certamente occorrerebbe una diversa programmazione dei flussi di ingresso di lavoratori stranieri, per quantità e semplicità procedurale. Occorrerebbe poi forse anche una diversa capacità degli imprenditori di muoversi per tempo e di sfruttare opportunità come quelle messe a disposizione dal territorio con iniziative come “Impresa diretta” promossa dal Comune di Ravenna (vedi box nella pagina a fianco, ndr): nell’edizione del 15 marzo scorso, dedicata proprio alle attività stagionali e programmata in quella data tenendo conto dell’avvio della stagione, hanno partecipato 14 aziende con circa 106 posizioni. Obiettivamente numeri minuscoli rispetto al fabbisogno complessivo ed è certo una partecipazione dissonante rispetto alle grida di dolore che sistematicamente si odono levare dai rappresentanti della categoria».

NATURASI BILLB SEMI FAVE PISELLI 17 – 26 05 24
RFM 2024 PUNTI DIFFUSIONE AZIENDE BILLB 14 05 – 08 07 24
SAFARI RAVENNA BILLB 13 – 19 05 24
CONAD INSTAGRAM BILLB 01 01 – 31 12 24