venerdì
27 Giugno 2025
lavoro

Assunzioni in crisi: le aziende ravennati faticano a reperire un laureato su due

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Secondo quanto riportato dalla Camera di Commercio, tra gli “introvabili” ingegneri elettrotecnici e dell’informazione, infermieri e ostetrici, tecnici e gestori di reti telematiche, farmacisti, medici e progettisti.
Guberti: «Alle iniziative di welfare aziendale va aggiunto un effettivo taglio del cuneo fiscale»

Contratto lavoro

Economia e ingegneria le lauree più richieste. A seguire anche insegnamento e formazione, ambito sanitario e paramedico e specializzazioni scientifiche, matematiche, fisiche e informatiche. Questo è ciò che emerge dai dati dell’Ufficio Studi della Camera di Commercio di Ravenna e Ferrara che, nel pieno degli esami di maturità, stila un prospetto destinato ai futuri neodiplomati: «È importante sapere che, nel 2024, le imprese dell’industria e dei servizi hanno pianificato di assumere poco più del 13% del totale dei contratti di lavoro programmati. – afferma il presidente Giorgio Guberti – Ma le imprese hanno difficoltà a trovare quasi 1 laureato su 2». Questo è quanto emerge dal Sistema informativo Excelsior che Unioncamere, realizzato in collaborazione con il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, nell’ambito del opportunità di lavoro per i laureati e analizzate insieme ad AlmaLaurea. Nel 2019, il rapporto era di 1 a 3.

«La distribuzione della popolazione parla chiaro sull’equilibrio globale. Basta solo un dato: il 59% della popolazione mondiale si concentra in Asia; per ogni giovane europeo tra i 15 e i 29 anni, di asiatici ne contiamo 9. I destini si disegnano anche con la curva demografica. L’Italia e i territori di Ravenna e Ferrara ne devono tenere conto, un tema che porta con sè inevitabilmente riflessioni sulla capacità di attrarre giovani, di formarli, di motivarli e di offrire loro un lavoro e un ambiente piacevole in cui vivere. Era da anni che non sentivo con tanta intensità i nostri imprenditori lamentarsi per la ricerca sempre più affannosa di collaboratori». Spiega Guberti, ricordando come oggi sempre di più imprese che si aprono verso i temi del welfare, del benessere del lavoratore e della flessibilità degli orari: «Sono sempre di più le aziende che stanno dando vita a nuovi modelli organizzativi che pongono la persona e l’inclusione al centro dello sviluppo. Ma alle iniziative della singola azienda va aggiunta un effettivo taglio strutturale del cuneo fiscale, un’azione di sistema indispensabile per poter garantire una qualità della vita che passa anche da un livello di salari netti adeguato”.

Ad ostacolare la reperibilità di personale sul territorio, il gap di offerta (69percento dei casi), ovvero un ridotto numero di candidati disponibili sul mercato e il gap di competenze, ovvero rinunce collegate a una formazione non adeguata del candidato, ndicate dalle imprese nel 29percento dei casi. Tra gli “introvabili” si evidenziano gli ingegneri elettrotecnici (91%), gli ingegneri dell’informazione (poco più dell’80%), le professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche (79%), i tecnici gestori di reti e di sistemi telematici (74%), i farmacisti (71%), gli specialisti in terapie mediche (71%), i medici generici (70%) e i progettisti e amministratori di sistemi (69,8%).
A livello nazionale, i dati dell’indagine di AlmaLaurea sulla condizione occupazionale dei laureati offrono indicatori utili dal lato dell’offerta per comporre un quadro più completo sul mercato del lavoro del capitale umano altamente qualificato.
Nel 2022 il tasso di occupazione – a un anno dal conseguimento del titolo – è pari al 75,4% tra i laureati di primo livello e al 77,1% tra i laureati di secondo livello. Il confronto con le precedenti rilevazioni conferma il trend positivo non solo rispetto all’anno precedente ma anche rispetto a quanto osservato nel 2019.
Inoltre, con il trascorrere del tempo dal conseguimento del titolo, le opportunità occupazionali offerte ai laureati migliorano: a cinque anni dalla laurea il tasso di occupazione è infatti pari al 92,1% per i laureati di primo livello e all’88,7% per quelli di secondo livello. Nel dettaglio, si osservano tassi di occupazione più elevati a cinque anni dalla laurea per gli indirizzi ingegneria elettronica e dell’informazione (96,2%), statistica (95,8%), ingegneria industriale (95,6%), altri indirizzi di ingegneria (95,0%) e nell’area scientifica, matematica, fisica e informatica (92,6%).
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