La società Agricat, che gestisce l’omonimo fondo mutualistico istituito dal ministero dell’Agricoltura nel 2021 per la copertura dei danni catastrofali meteoclimatici alle produzioni agricole, ha respinto la gran parte delle domande di indennizzo per l’alluvione di maggio 2023 in Romagna. L’intervento del ministro Francesco Lollobrigida, dopo le critiche delle associazioni di categoria, ha portato alla sospensione dell’efficacia delle comunicazioni inviate nei giorni scorsi agli agricoltori con la notifica della bocciatura dell’istanza e all’istituzione di un tavolo permanente per affrontare in tempi rapidi tutte le problematiche che hanno impedito di completare le istruttorie e la liquidazione dei rimborsi. La decisione è emersa ieri, 3 settembre, in un incontro avvenuto a Roma tra i vertici di Agricat, le rappresentanze delle aziende e il ministero.
Nella giornata odierna nella sede di Agea (l’Agenzia per le erogazioni in agricoltura, un ente di diritto pubblico sottoposto alla vigilanza del ministero dell’Agricoltura) è prevista la prima riunione del Tavolo tecnico per condividere gli algoritmi e le procedure adottati in questo primo anno di sperimentazione, anche in una prospettiva di modifica.
Secondo i dati raccolti da Confagricoltura, delle seimila aziende agricole presenti nel Ravennate, il 28-30 percento ha subito danni più o meno ingenti dall’alluvione a cui si aggiungono quelli legate alle gelate dell’aprile 2023.
Il caso Agricat è emerso negli ultimi giorni di agosto quando alle aziende agricole sono arrivate le comunicazioni delle bocciature di indennizzo. In alcuni casi la richiesta è stata accolta, ma solo parzialmente, con situazioni paradossali: l’azienda agricola Mordini coltiva vigneti e uliveti a Riolo Terme, ha documentato 30mila euro di danni e ha ricevuto un versamento di 13,83 euro.
La dotazione finanziaria di Agricat è di circa 350 milioni di euro l’anno, cento dei quali messi a disposizione dagli agricoltori italiani attraverso un prelievo lineare del 3 percento sui pagamenti che ogni agricoltore percepisce. Al 6 agosto scorso Agricat aveva utilizzato appena 16,3 milioni, secondo quanto riporta il quotidiano economico Italia Oggi. Che cita anche altri numeri relativi ai danni del 2023: 8.432 denunce per l’alluvione, 5.250 per il gelo-brina, e 126 per la siccità, per un totale di 13.808 domande che riguardano 229mila ettari di superficie agricola danneggiata.
Una nota di Agricat preannunciava che a settembre avrebbe effettuato i primi pagamenti a 542 produttori per i danni da alluvione; dal 2 ottobre il resto. Nella stessa nota, Agricat precisava che dagli approfondimenti effettuati, sono emerse palesi incongruenze sulle oltre 19mila richieste di ristori. La Pec di Agricat indicava la possibilità di fare ricorso tra il 23 settembre e il 2 ottobre. Trascorso il termine senza che siano pervenute osservazioni, si intenderà definitivo il rigetto della richiesta.
La Confederazione italiana agricoltori (Cia) della Romagna, nel commento alle bocciature di Agricat, parlava di burocrazia di gestione lenta e male organizzata, con l’unico risultato di non girare le risorse alle imprese agricole colpite. «Agricat nasce con l’obiettivo di ampliare la base delle aziende che ricorrono a strumenti di gestione del rischio e deve essere quindi integrato alle polizze assicurative; ad oggi Agricat è completamente scollegato dall’assicurazione agevolata. Inoltre, è inconcepibile che strumenti informatici e procedure inadeguate arrechino enormi danni ai produttori scaricando strumentalmente colpe sui tanti Centri di assistenza agricola».
Nel corso dell’incontro di ieri a Roma sono state decise alcune novità. Ci sarà un supplemento di accertamenti con i dati e le informazioni delle compagnie assicurative, dalle quali si ricaveranno indicazioni utili per accertare l’esistenza delle condizioni necessarie a far scattare i risarcimenti, per decretare l’ammissibilità delle domande degli agricoltori, per quantificare i danni subiti. Sarà istituto un apposito gruppo di lavoro, con il compito di affrontare le problematiche che hanno impedito ad oggi di completare il lavoro tempestivamente. Infine, si è preso atto della necessità di modificare le modalità di funzionamento dello strumento, andando ad agire sul piano di gestione dei rischi, in modo da migliorarne la funzionalità e le performance.