L’estate appena trascorsa è stata quella della definitiva metamorfosi della spiaggia di Marina di Ravenna, con il Parco marittimo di fatto completato (in attesa della crescita della vegetazione) i parcheggi persi che non sono stati recuperati e la sperimentazione del senso unico nel weekend. In linea con i lidi della riviera romagnola e più in generale con il trend che ha visto le spiagge italiane perdere presenze, soprattutto italiane, nell’estate 2024, la crisi di Marina sembra ancora più accentuata, soprattutto nei giorni fra settimana. Con presenze in calo di almeno il 20 percento, secondo un po’ tutti gli operatori interpellati.

«Questa che si sta chiudendo è stata un’estate un po’ complicata per tanti motivi» dice per esempio Stefano De Ruvo, da 27 anni tra i soci del bagno Peter Pan di Marina di Ravenna, uno degli stabilimenti ormai storici del lido, famoso per i cocktail, per la musica e i live del mercoledì, Qui ogni stagione lavora una trentina di persone, tra dipendenti e contratti a chiamata. «Abbiamo avuto un calo in spiaggia attorno al 20 o 30 percento. Non ne abbiamo risentito nei week-end o a cena, ma durante il giorno. Tra le cause ci sono stati un po’ il maltempo di inizio stagione, un po’ l’onda lunga dell’alluvione, nel senso che tante famiglie che l’anno scorso hanno subito danni ora sentono il peso dei costi che hanno sostenuto, e un po’ le questioni di viabilità e parcheggio». Come noto, il parco marittimo ha in effetti eliminato ormai dallo scorso anno i posti auto negli stradelli retrodunali. «Vorrei precisare che il parco marittimo è molto apprezzato, ora qui c’è gente ogni giorno dell’anno a passeggiare o correre, mentre prima era una terra un po’ dimenticata da tutti; il problema è che non è stato adeguato il contorno. Tra settimana trovare un parcheggio vicino è difficile, e i navetti non girano. Per questo abbiamo avuto anche disdette di ombrelloni stagionali di persone che hanno preferito altre località, più comode. E in generale questo ha fatto sì che anche tanti che venivano in pausa pranzo o per l’aperitivo dopo il lavoro oggi ci rinunciano. Nel fine settimana il problema si sente meno perché la gente era già abituata a dover usare lo scambiatore e non viene in genere in spiaggia solo per un paio d’ore».
Il senso unico, secondo De Ruvo, così com’è stato fatto non è stato di grande aiuto e anzi per alcuni, in particolare per chi deve raggiungere i bagni per lavorare, ha finito per allungare ulteriormente i tempi di spostamento. Un’estate dove ha fatto capolino anche la mucillaggine ma che, soprattutto, si conclude con le novità sui famosi bandi per la spiaggia. «Sono davvero molto deluso da tutte le forze politiche e anche dai nostri sindacati: tutto quello che sono stati capaci di organizzare per far sentire la nostra voce sono state due ore di chiusura degli ombrelloni. Questa ennesima proroga per noi rappresenta ancora due anni di agonia. Da quello che si è capito non ci sarà nessun riconoscimento per il cosiddetto “avviamento” e mi sembra sinceramente di aver lavorato 27 anni per niente. Averlo immaginato prima, forse avrei fatto scelte diverse. In tanti ci hanno dipinti come se fossimo dei delinquenti. ma noi abbiamo sempre fatto tutto come ci era stato detto di fare, seguendo le regole decise dai nostri governanti. Le concessioni sono basse? Che vengano alzate, non abbiamo deciso noi i prezzi. E tutto ciò che c’è sulla sabbia lo abbiamo costruito a nostre spese, a differenza di quanto accade altrove. Ora sembra non valere più nulla e anzi potremmo dover sostenere i costi di abbattimento delle strutture mobili, mentre sarà premiato chi potrà fare un’offerta al rialzo magari per più concessioni, ma chi potrà davvero permetterselo, se non i grandi gruppi? Così stiamo disperdendo la ricchezza e la varietà della nostra offerta. Quanta amarezza».

Sulla stessa lunghezza d’onda i titolari di un altro bagno storico di Marina di Ravenna, l’Astoria, da cinquant’anni gestito dalla famiglia Paladini. «Ci vogliono di fatto espropriare; gli indennizzi previsti inizialmente non tengono conto del valore della nostra azienda. Senza considerare per esempio che anni fa, quando era stata definita una proroga fino al 2033, abbiamo fatto investimenti con qualche certezza in più, che ora potrebbero non essere considerati».
Per quanto riguarda la stagione, «il problema fondamentale è che il Parco ,arittimo, che è sicuramente un bel intervento dal punto di vista estetico, se sarà continuamente manutentato – continua Paladini – ha tolto tantissimi parcheggi e non si è pensato a vere e proprie alternative. Soprattutto fra settimana, il servizio del navetto è scadente, non si può aspettare sotto il sole per venti-trenta-quaranta minuti. E il calo dei clienti, dal lunedì al venerdì, è stato evidente. In generale, hanno sofferto tutti questa estate, ma in tanti hanno cambiato località, hanno scelto lidi più facili da raggiungere e dove è più facile parcheggiare. Ci sono mancati proprio i giornalieri, quelli che prendevano un lettino o un ombrellone ogni tanto, che venivano a mangiare…».
Il senso unico su viale delle Nazioni, invece, secondo il titolare dell’Astoria, «ha impattato poco. Sicuramente c’è stata un po’ di confusione, in tanti non avevano capito, ma credo che abbia un po’ migliorato il traffico».

Anche Laura Sillato, titolare del Finisterre Beach di Marina di Ravenna, conferma che l’impatto del senso unico non è stato rilevante sul traffico: «Sicuramente però ha disincentivato ad andare in paese verso sera e le attività del centro possono essere state danneggiate. Per quanto riguarda la viabilità non saprei, gli ingorghi sono stati meno a fronte di un drastico calo di presenze». Anche per Sillato, soprattutto dal lunedì al venerdì. «Per quanto il progetto Parco marittimo sia molto apprezzato per come ha trasformato l’area dietro i bagni, dall’altro lato ha allontanato molta gente, una fetta di persone ha smesso di frequentare Marina di Ravenna senza più quei parcheggi. E anche a causa di una comunicazione che ha fatto un po’ di terrorismo: in tanti credevano che i parcheggi sul lungomare fossero sempre a pagamento (in realtà lo erano solo dal venerdì, ndr), mi è stato riportato da più parti… Di fatto il concetto che è passato è che a Marina è diventato complicato andare, che è vero solo in parte».
Sillato può parlare anche da albergatrice, avendo in gestione l’Alba Hotel, in paese, dal 2016. «I turisti quest’anno sono mancati tantissimo e in questo caso la colpa è stata anche della mucillagine. Si tratta comunque di un fenomeno più diffuso, non solo di Marina di Ravenna. La riviera ha perso un po’ di appeal e le famiglie hanno meno soldi da spendere. A livello turistico non ricordo un anno peggiore. Per la prima volta ho dovuto “spezzare” il weekend – che solitamente vendevo a pacchetto di due notti – perché non c’era domanda. Il problema è che se il trend è questo, non vedo grandi prospettive future». Da operatrice, Sillato per il rilancio di Marina di Ravenna chiede al Comune «di mettere mano all’arredo urbano, perché ridotto abbastanza male» e di «fare più investimenti, insieme al privato, su iniziative sportive e musicali. Il Parco marittimo, ripeto, è bello; ma senza contenuti non attrae gente».