sabato
21 Giugno 2025
Lavori pubblici

I nuovi uffici comunali senza collaudo alle prese con muffa, caldo e luci che cadono

Lavoratori e sindacati segnalano problemi nella palazzina di viale Berlinguer progettata nel 2004 ma aperta al pubblico solo nel 2022. Il verde attorno sembra incolto ma sono «sfalci selettivi»

Condividi

IMG 0103

Ci sono voluti undici anni dalla progettazione all’apertura del cantiere e poi sette anni di lavori con una spesa di dodici milioni di euro per realizzare la palazzina per i nuovi uffici di viale Berlinguer. Ma a soli due anni dall’apertura al pubblico c’è già una lista di problemi e disagi per le quasi duecento persone che lavorano nei tre piani dell’edificio contraddistinto dal rivestimento esterno di vetro e listelli di faggio.

Tracce di umidità e presenza di muffe, assenza di tende parasole alle vetrate, zone con temperature di 28-29 gradi sia in estate che in inverno, distacchi improvvisi e crolli a terra di plafoniere e doghe dal soffitto, guasti all’impianto idraulico, erbacce alte e insetti nell’area verde circostante.

Il prossimo 23 settembre è in agenda una riunione del tavolo di confronto tra sindacati e Comune, quest’ultimo nella veste di datore di lavoro, per un aggiornamento sugli interventi di ripristino. Finora le squadre comunali di manutenzione sono intervenute tempestivamente – lo riconoscono i sindacati – con riparazioni tampone. Ma c’è la sensazione di essere di fronte a problematiche più strutturali di un edificio che non ha ancora avuto il collaudo finale.

IMG 0104

Le prime segnalazioni di problemi fatte dal personale risalgono all’estate 2023, cioè pochi mesi dopo l’inaugurazione. In sintesi: belle tutte quelle vetrate, per carità, ma forse qualche tenda aiuterebbe a rendere la permanenza più gradevole. A muoversi fu l’ufficio Economato acquistando forniture su misura. Ma era solo il principio.

Il coordinamento della rappresentanza sindacale unitaria (Rsu) del Comune il 27 settembre del 2023 ha rivolto ai vertici dirigenziali e al capoarea delle Infrastrutture civili dell’amministrazione stessa una richiesta di sopralluogo a garanzia di sicurezza del luogo di lavoro: «A seguito della segnalazione del crollo del neon nell’ufficio del servizio elettorale e altri episodi di distacco di pannelli che hanno interessato nei giorni scorsi l’anagrafe, siamo a chiedere urgentemente un sopralluogo e una verifica puntuale degli uffici e delle postazioni al pubblico site nella palazzina di viale Berlinguer 30. Pur trattandosi di un edificio di nuova costruzione, è necessario che siano messe in atto tutte le verifiche al fine di garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro e negli spazi frequentati dai cittadini e delle cittadine».

IMG 0105

Un consigliere comunale di opposizione, Alvaro Ancisi (Lpr), venne a conoscenza della richiesta della Rsu e andò a visitare di persona gli spazi: «Al piano terra, in un locale dell’Ufficio elettorale, mentre fortunatamente non c’erano persone, erano piombate sul pavimento dal soffitto due plafoniere a led di 120×30 cm. C’erano le plafoniere ancora a terra e i fili con cui erano attaccate al soffitto. Non abbiamo ottenuto riscontri sul distacco di pannelli che hanno interessato l’anagrafe. Negli uffici del primo piano il controsoffitto, composto di pesanti doghe metalliche rettangolari, ha ceduto, facendone cadere una a terra, anch’essa senza colpire nessuno. Nello stesso piano ingenti volumi di acqua caduti dal controsoflitto, per un guasto all’impiantistico idraulico, hanno provocato danni agli uffici».

Nella seconda metà di agosto 2024, è spuntata la muffa su alcune superfici. Immediata la segnalazione delle rappresentanze sindacali che riconoscono la tempestività dell’intervento dei tecnici: nonostante il periodo di ferie e nonostante uno dei dirigenti competenti fosse fuori Italia, in quattro giorni è stata fatta la bonifica dell’area ammalorata e la tinteggiatura.

Ma restano due considerazioni. Come può un edificio progettato da un prestigioso studio di architettura tedesco e usato da meno di due anni presentare macchie di muffa come fosse la vecchia cantina di un casolare? E ancora: l’intervento di ripristino è da considerare una riparazione definitiva o il problema tornerà a presentarsi? Una problematica che pare costante, e lontana da una soluzione, è quella delle temperature anomale in alcuni uffici. Capita di trovarsi con 28-29 gradi sia in estate che in inverno, mentre contemporaneamente altre zone dell’edificio con esposizioni diverse hanno un clima meno tropicale. L’opinione dei sindacati è che debba trattarsi di un’errata predisposizione degli impianti di ricircolo dell’aria. Se cosi fosse potrebbe servire un intervento profondo per renderlo più efficiente.

Infine c’è lo spazio verde circostante. Citiamo un passaggio della descrizione dei progettisti: «Il tema principale di progetto è la creazione di un parco-giardino che risponda a diverse esigenze funzionali, con percorsi pedonali e vialetti, piccoli canali e giochi d’acqua, filari di alberi e superfici modellate coperte da vari tipi di essenze vegetali». Al momento di andare in stampa di parchi-giardini non se ne vedono: il cemento dei vialetti pedonali in alcuni punti si sgretola e gli unici giochi d’acqua visibili il 17 settembre, giornata di pioggia, erano quelli delle grondaie non sempre perfettamente incanalate. Il 16 settembre i giardinieri comunali hanno sfalciato quelle che ai più sembravano erbacce in abbandono. In realtà alcuni cartelli ai margini delle aiuole spiegano: si applica la metodologia degli sfalci selettivi sperimentali assecondando il prato naturale per vari scopi, dalla produzione di ossigeno al contrasto alle isole di calore passando per la biodiversità urbana.

IMG 0108

Il progetto:

Quando un cantiere pubblico si conclude e non si trova un politico disposto a tagliare il nastro per l’inaugurazione significa che le cose non sono andate alla grande. E stato così per i nuovi uffici del Comune di Ravenna e di Arpae in viale Berlinguer che accolgono lavoratori e cittadini da settembre 2022. Qualche numero rende bene l’idea del flop su cui nessun amministratore vuole mettere la faccia. I lavori sono durati quasi il triplo del tempo previsto quando è stata posata la prima pietra nel 2015, in totale sono passati diciotto anni dalla prima progettazione, i 32,4 milioni di euro di costo finale sono stati il 75 percento in più della stima iniziale. E quando furono inaugurati si dovevano ancora scoprire le difficoltà di gestione emerse appena due anni dopo.

La gara per la progettazione nel 2004 fu vinta dallo studio Behnisch Archi-tekten di Stoccarda con Politecnica Ingegneria di Modena. L’appalto fu affidato alla ditta Passarelli di Roma il 15 gennaio 2014. Completamento previsto nel corso del 2017. I lavori presero il via il 4 maggio 2015 per finire entro 900 giorni. Ma solamente il 4 luglio 2022 è cominciato il trasloco degli uffici comunali da altre sedi. L’ala di Arpae è stato completata più tardi.

Il costo dell’appalto è cresciuto attraverso sei varianti. Dopo la variante 4, datata 3 ottobre 2018, la spesa del Comune era di 9,4 milioni e quella di Arpae di 14,4. Le cifre finali sono salite a 12,7 per l’ente locale e a 19,7 per l’agenzia regionale. Il costo per metro quadrato si avvicina a tremila euro: «Importo di molto superiore a quello di mercato», disse il consigliere comunale di opposizione, Alvaro Ancisi, che si è occupato spesso di questo cantiere.

Il pagamento alla ditta costruttrice, secondo quanto stabilito nel bando di gara, avviene parzialmente con la permuta di alcuni immobili di proprietà pubblica. L’elenco è ancora di Ancisi: un edificio in via Sant’Agata; un’area a destinazione residenziale di 2.141 metri quadrati in via Fontana, in angolo con via Venosta; un’area di 2.580 mq, edificabile per 2.380, in via Severini, tra via Cilla e via Bovini: un’area di Ravenna Holding (società posseduta dal Comune di Ravenna per il 77.8 percento) da cui dovranno essere dismessi un impianto di sollevamento e una centralina Enel.

È significativa anche la vicenda degli arredi. Per gli spazi comunali (circa 200 postazioni operative) sono costati 450mila euro. Ancisi (Lpr) ha sottolineato come siano state necessarie anche realizzazioni su misura: «Design, materiali e finiture si possono dunque dire “firmati”, come oggetti da boutique, per via di un progetto architettonico dell’opera risalente a quasi vent’anni addietro. Due lotti della stessa fornitura di arredamento, disponibili a miglior prezzo in una convenzione attiva presso la centrale pubblica di acquisto dell’Emilia-Romagna, non sono stati utilizzati perché “comprendono articoli non rispondenti alle necessità dell’architettura dei locali da attrezzare e per i quali sono richieste anche realizzazioni su misura”».

Condividi
Contenuti promozionali

DENTRO IL MERCATO IMMOBILIARE

CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

Un appartamento storico dallo stile barocco e la rinascita di Villa Medagliedoro

Alla scoperta di due progetti di Cavejastudio tra Forlì e Cesena

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi