sabato
28 Giugno 2025
TERZO SETTORE

Zerocento e Il Cerchio si uniscono: nasce la cooperativa sociale Zerocerchio

1.200 soci e 38 milioni di euro di fatturato sono i numeri della nuova realtà territoriale, presentata ieri a Lugo

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Zerocerchio

È nata ufficialmente lo scorso 1° novembre la cooperativa sociale Zerocerchio, creata dalla fusione di due storiche realtà del territorio, Zerocento di Faenza e Il Cerchio di Ravenna. Con un totale di oltre 1.200 soci e dipendenti e un fatturato previsto per il 2025 di circa 38 milioni di euro, Zerocerchio si prefigge di rafforzare il proprio impegno nei confronti della comunità locale, offrendo servizi e sostenendo l’occupazione nel settore sociale. La nascita di Zerocerchio era stata annunciata lo scorso luglio ed è stata presentata ieri, 6 novembre, nel corso di una conferenza a Lugo.

Per il primo anno, la nuova cooperativa sarà guidata da un consiglio di amministrazione che include i membri dei due precedenti consigli. La direzione sarà composta da referenti e responsabili provenienti da entrambe le realtà.

«La nuova cooperativa nasce per creare una struttura più solida, capace di rispondere in modo efficace alle esigenze di un territorio che da sempre ha rappresentato un punto di riferimento per entrambe le cooperative, non solo per la presenza capillare dei loro servizi, ma anche per le profonde relazioni costruite negli anni con enti locali, famiglie e istituzioni», afferma una nota di Zerocerchio. «L’unione tra Zerocento e Il Cerchio non è solo una fusione aziendale, ma l’inizio di una nuova fase di crescita e condivisione per tutta la comunità della provincia di Ravenna».

Commenta il presidente di Zerocerchio Stefano Damiani: «È un grande orgoglio per me vedere concretizzarsi un percorso iniziato molti anni fa, un progetto condiviso che ha trovato compimento in questi ultimi mesi. Questa fusione è nata dalla volontà di consolidare la nostra presenza in un territorio a cui siamo profondamente legati, un legame costruito in più di trent’anni di lavoro al fianco dei nostri soci, delle amministrazioni locali e delle tante famiglie che hanno riposto in noi la loro fiducia. Il nostro obiettivo è di costruire una cooperativa ancora più forte e coesa, che possa continuare a rappresentare un punto di riferimento per il nostro territorio».

Francesca Travaglini, vicepresidente di Zerocerchio, sottolinea il ruolo cruciale del lavoro di squadra nel raggiungimento di questo obiettivo: «La creazione di Zerocerchio è stata possibile grazie a un’importante fase di condivisione e confronto, che ha coinvolto in primo luogo i consigli di amministrazione di entrambe le cooperative, per poi estendersi a tutte le nostre socie e i nostri soci. Il percorso che abbiamo intrapreso non si esaurisce con la nascita di Zerocerchio; continueremo a lavorare insieme nei prossimi mesi per consolidare e co-costruire un’identità comune e per garantire ai nostri soci un ruolo attivo e partecipativo nel futuro della cooperativa».

Il direttore di Zerocerchio, Michele Babini, illustra le prospettive future attraverso l’illustrazione di un piano pluriennale che guarda alla crescita e alla stabilità: «Abbiamo sviluppato un piano strategico che mira a consolidare e sviluppare la presenza di Zerocerchio sul territorio.
I prossimi anni saranno anni di consolidamento e di sviluppo aziendale in tutte le aree del welfare, anche grazie alle preziose collaborazioni con gli storici partner cooperativi. Come Zerocerchio intendiamo garantire la piena occupazione e costruire condizioni di lavoro adeguate per il nostro personale. In questo modo, vogliamo sostenere al massimo l’impegno quotidiano dei nostri colleghi e delle nostre colleghe, che svolgono un lavoro di cura di crescente complessità nei servizi che gestiamo. La nostra ambizione è di rafforzare il ruolo della cooperativa come protagonista nel welfare locale, rispondendo in modo sempre più efficace ai bisogni della comunità».

Chiosa il presidente di Legacoop Romagna Paolo Lucchi: «La nascita di Zerocerchio dimostra la capacità delle cooperative sociali romagnole di innovarsi, mantenendo sempre al centro la comunità e le persone. È un esempio virtuoso che contribuisce a rafforzare le fondamenta della cooperazione sociale in Romagna, per continuare a rispondere in maniera efficace ai bisogni del territorio e a rafforzare l’occupazione».

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