sabato
28 Giugno 2025
Porto

Dogane: «Nessun declassamento per l’ufficio di Ravenna, anzi ci sarà più personale»

Il direttore dell'Agenzia smentisce tutte le voci da parte di politici, sindacati e portatori di interesse a tutti i livelli: «Notizie infondate che derivano solo dalla riduzione della retribuzione del dirigente»

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Agenzia Dogane Controlli Porto«L’Ufficio delle Dogane al porto di Ravenna continuerà a operare con status dirigenziale, senza alcuna “dequalificazione” del territorio e dei funzionari in servizio». L’Agenzia delle dogane e dei monopoli smentisce quindi gli allarmi, lanciati quasi quotidianamente da ormai due settimane, di istituzioni economiche e politiche di ogni livello per un presunto declassamento dell’ufficio ravennate. La comunicazione che smentisce le voci è stata resa pubblica con un post sulla pagina Facebook dell’Agenzia.

L’ente annuncia addirittura un rafforzamento del presidio dell’Agenzia nel porto: «Il personale in servizio, grazie alla riorganizzazione, passerà dalle attuali 63 unità a 72 e le posizioni organizzative di elevata responsabilità (Poer), grazie alla riforma del territorio, saranno addirittura raddoppiate. Nell’ambito dell’ultimo concorso pubblico rivolto ai futuri funzionari dell’Agenzia, la Direzione territoriale competente ha previsto l’assegnazione di oltre dieci unità di personale proprio all’Ufficio delle Dogane di Ravenna. Ciò a conferma dell’attenzione riservata a questa realtà portuale».

L’Agenzia prova a spiegare l’infondatezza delle preoccupazioni rappresentate: «Derivano esclusivamente dalla riqualificazione della retribuzione del dirigente, che viene portata da 142.434 euro a 133.137».

Il direttore dell’Agenzia, Roberto Alesse, spiega che l’istituzione di nuove posizioni organizzative ad elevata responsabilità potrà assicurare un ulteriore sviluppo dei controlli sul territorio: «Non c’è alcun “declassamento” o “riduzione” in atto, ma una semplice rimodulazione, prevista per legge, della retribuzione dirigenziale di parte variabile. Non credo che ciò possa oggettivamente rappresentare una minaccia per l’espansione del porto, per la valorizzazione del territorio e per gli sviluppi infrastrutturali ad esso connessi».

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