È arrivata venerdì 14 marzo l’ennesima ferita al paesaggio agricolo del Ravennate con centinaia di ettari coltivati a vite, ulivo, frutteto e seminativi finiti nuovamente sott’acqua a seguito dell’esondazione del Lamone.
«Il passaggio delle piene, questa volta, ha fortunatamente risparmiato i centri abitati – afferma il direttore di Coldiretti Ravenna, Assuero Zampini – ma non le imprese agricole, con decine e decine di aziende specializzate, già colpite dalle alluvioni del 2023-24 e dalle esondazioni del gennaio scorso, ancora una volta allagate». L’area più colpita è quella della vallata del Lamone, con l’agricoltura che qui, da due anni a questa parte, tra allagamenti e frane, continua a pagare il tributo più grande. Le piogge intense sul crinale appenninico tra Toscana e Ravennate hanno mandato in crisi la tenuta arginale con il fiume che, in particolare nella zona di Brisighella, è esondato in più punti.
«Purtroppo – afferma il direttore Zampini – queste ennesime esondazioni e gli allagamenti conseguenti sono la riprova, se mai ce ne fosse ancora bisogno, dell’evidente debolezza dell’intero sistema arginale e fluviale. Non ci stanchiamo di ripeterlo – prosegue – occorre completare le opere di rinforzo, garantire pulizie puntuali e periodiche di alvei e argini e ovviamente dare concretezza a quel piano speciale che non possiamo permetterci di lasciare sulla carta. Ne va della tutela dei cittadini e del futuro agricolo ed economico di un territorio che chiede a gran voce di diventare più sicuro e meno fragile».