giovedì
26 Giugno 2025
acqua

Servizio idrico in provincia: 190mila utenze, secondo Istat si perde un litro su 5

Il gestore è Hera fino al 2027 dopo la proroga concessa dalla Regione. Il consumo medio pro capite è di oltre 100 litri al giorno

Condividi

Popilia

Se in casa aprite il rubinetto del lavandino e viene acqua è perché c’è un gestore del servizio idrico integrato. Per la provincia di Ravenna si tratta di Hera che ha ottenuto l’affidamento dall’ente pubblico: compra l’acqua dal produttore Romagna Acque (che è anche proprietario di parte delle infrastrutture) e la distribuisce ai cittadini che pagano le bollette per la fornitura.

Le utenze servite in provincia sono 190mila (di cui 168mila domestiche), un dato stabile: aumento dello 0,5 percento negli ultimi due anni. Hera misura un consumo medio pro capite di 110-115 litri al giorno (stimato nell’ambito di una famiglia di 3 membri). La media nazionale è 200. Il prezzo medio dell’acqua è 2,35 euro/mc. Il costo comprende tutto, sia le quote relative al servizio idrico integrato (acqua, fognatura e depurazione), sia l’Iva (10 percento), sia le componenti perequative, che il gestore incassa per conto dell’Arera, principalmente destinate per agevolare utenti colpiti da eventi estremi tipo alluvione e terremoto, per agevolare gli utenti deboli attraverso il bonus idrico, per finanziare la qualità tecnica e commerciale del servizio.

Secondo l’ultimo report reso disponibile dall’Istat, con dati riferiti al 2022, nella rete idrica della provincia di Ravenna va sprecato il 20,8 percento del volume immesso. Un litro su cinque si perde tra la fonte e il consumatore. E Ravenna è la provincia più virtuosa della regione: quella che perde più acqua è Parma col 37,1 percento, comunque al di sotto della media nazionale pari a 42,4.

Hera preferisce misurare l’indicatore delle “perdite lineari”, che indicano la quantità d’acqua persa per ogni chilometro di acquedotto. Il sistema di acquedotti che servono il ravennate (oltre 3.800 km) registra 5,86 mc per km al giorno: circa 22mila litri al giorno, al di sotto dei valori previsti da Arera per la classe migliore della valutazione. A Forlì-Cesena il dato è 5,62; a Rimini è 7,17. La media italiana è 17,9.

Hera sottolinea che si tratta di un indicatore e non un dato reale perché in primo luogo include sia la quantità di acqua effettivamente dispersa, sia gli usi legittimi non misurati da un contatore e che non dovrebbero rientrare nel novero delle perdite (es. idranti, acqua per i lavaggi delle strade o per l’irrigazione dei parchi pubblici); in secondo luogo non tiene conto di un elemento determinante, che è l’estensione della rete acquedottistica: «Qualsiasi infrastruttura è soggetta a dispersioni e fisiologicamente, più è estesa e maggiori saranno queste ultime».

L’affidamento del servizio a Hera scadrà alla fine del 2027 per effetto di una proroga di tutte le concessioni delle nove province decisa dalla Regione nel 2021. Il Governo aveva impugnato la proroga, a maggio 2022 la Corte Costituzionale ha espresso giudizio di legittimità.

«Siamo sempre stati convinti di aver agito con correttezza, proprio per realizzare quegli investimenti sul servizio idrico integrato che il Pnrr sta giustamente sostenendo – commentò l’assessora regionale all’Ambiente, Irene Priolo – L’obiettivo della Regione e dell’articolo di legge in questione non è affatto quello di alterare la concorrenza di mercato, né di ingerire nelle prerogative del legislatore nazionale, ma di permettere di investire sulle reti e sugli impianti del servizio idrico per la nostra collettività. Il cambio dei gestori, con gli interventi previsti nel Pnrr sulle infrastrutture idriche da realizzare, avrebbe comportato rallentamenti poco giustificabili».

Condividi
Contenuti promozionali
CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

Un appartamento storico dallo stile barocco e la rinascita di Villa Medagliedoro

Alla scoperta di due progetti di Cavejastudio tra Forlì e Cesena

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi