Lutto nel mondo dell’imprenditoria romagnola. A 74 anni è morto Massimo Bucci, storico presidente del gruppo Bucci Industries di Faenza, tra le aziende leader mondiali nel settore dell’automazione e robotica industriale e nel settore dei nuovi materiali. Nominato Cavaliere del Lavoro nel 2016, Bucci era stato presidente di Confindustria Ravenna (1993-1997) e successivamente di Confindustria Emilia-Romagna.
Confindustria Romagna esprime il suo più profondo cordoglio: «Massimo ha incarnato l’essenza dell’imprenditoria visionaria, coniugando innovazione e radicamento nel territorio. Grazie alla sua lungimiranza, le sue aziende hanno saputo affermarsi a livello globale, generando ricadute positive per l’intera comunità. Il suo impegno non si è limitato al mondo industriale: è stato un sostenitore convinto della cultura, della formazione e della ricerca, promuovendo l’arte contemporanea, valorizzando il patrimonio artistico faentino e collaborando con atenei italiani e istituzioni internazionali nello sviluppo di nuovi materiali e soluzioni innovative».
Il presidente della Regione, Michele de Pascale, e la sottosegretaria Manuela Rontini ricordano Bucci: «L’Emilia-Romagna e il Paese perdono uno degli imprenditori più importanti e innovatori, sempre attento al rapporto col territorio e la comunità attraverso il sostegno a cultura, formazione, sviluppo sostenibile, con le persone al centro. Oltre alla sua attività imprenditoriale è sempre stato in prima fila nella società romagnola, assumendo generosamente, ad esempio, la presidenza dell’Isia di Faenza, o il suo ruolo in Romagna Tech».
Il sindaco di Faenza, Massimo Isola, commenta così: «Ci lascia uno dei più autorevoli rappresentanti del tessuto produttivo e industriale della nostra città. Massimo, oltre che essere un amico, è stato un imprenditore straordinario, che con la sua attività professionale ha contribuito a modernizzare Faenza e a portare la sua visione di imprenditore illuminato anche in contesti internazionali. La sua storia è profondamente intrecciata con quella economica della città: nei decenni di attività e alla guida di importanti realtà produttive, ha sempre dimostrato la volontà di coniugare il mondo dell’impresa con la società, la comunità e la vita pubblica. Il suo impegno però non si è limitato all’ambito aziendale, ma si è esteso al dialogo tra il settore privato e le istituzioni, attraverso l’attività associativa e il costante sostegno a iniziative di grande valore culturale e sociale. Basti pensare al progetto del Treno di Dante o al suo recente coinvolgimento nell’ISIA, dove ha contribuito con la sua visione e la sua esperienza. Con la sua scomparsa, Faenza perde una figura di riferimento, un uomo che ha sempre lavorato con passione per il bene della comunità. Personalmente e a nome della città, mi stringo con profondo cordoglio al dolore della famiglia e degli amici, ricordando con stima e affetto il suo prezioso contributo».