I dati italiani parlano di una richiesta di energia aumentata dell’1,5 percento negli ultimi dodici mesi. È uno dei numeri emersi nel corso di un convegno che si è tenuto ieri, 7 aprile, all’Almagià di Ravenna come anteprima dell’apertura prevista per oggi di Omc, le fiera biennale che si svolge a Ravenna (fino al 10 aprile) per la 17esima volta per discutere di energia, oil&gas e rinnovabili.
Esponenti di rilievo del panorama nazionale e internazionale hanno trattato sul palco dell’Almagià temi infrastrutturali, formativi, ecologici e di transizione energetica. Ravenna è stata più volte citata, omaggiata e portata come esempio virtuoso di un panorama italiano non sempre al passo con i tempi.
Il convegno è stato anche l’occasione per un aggiornamento sui principali progetti di energia in corso di realizzazione a Ravenna: stoccaggio e cattura della Co2; rigassificatore; area Ponticelle.
Ccus, cattura e stoccaggio Co2
Ne ha parlato il presidente di Confindustria Energia, Guido Brusco. L’opera, realizzata per la decarbonizzazione dei settori industriali, ha l’obiettivo di catturare l’anidride carbonica prodotta dalle industrie e stoccarla nei giacimenti esauriti di metano sotto al mare. Al momento la fase pilota riguarda solo la Co2 emessa dalla centrale Eni di trattamento del gas naturale di Casal Borsetti, stimata in circa 25mila tonnellate per anno. Una volta catturata, l’anidride carbonica viene trasportata, attraverso condotte precedentemente utilizzate per il trasporto del gas naturale e opportunamente riconvertite, fino alla piattaforma offshore di Porto Corsini Mare Ovest, per essere infine iniettata nell’omonimo giacimento di gas esaurito dove viene stoccata permanentemente a circa tremila metri di profondità.
Il progetto – fanno sapere da Eni, rappresentata nel convegno da Stefano Guberti – sta garantendo un livello di abbattimento superiore al 90 percento, con punte fino al 96 percento, della Co2 in uscita dal camino della centrale con una concentrazione di carbonio inferiore al 3 percento e a pressione atmosferica, le condizioni più severe a oggi riscontrabili dal punto di vista industriale. Un altro elemento distintivo del progetto è l’alimentazione dell’impianto di cattura della centrale di Casal Borsetti con energia elettrica da fonti rinnovabili, con il risultato di evitare ulteriori emissioni.
In merito al progetto, che entro il 2030 prevede di arrivare a stoccare fino a 4 milioni di tonnellate all’anno, si è espresso anche il Ceo di Snam, Stefano Venier: «La cattura della Co2 ha trovato a Ravenna le condizioni ideali che non vi sono in nessun’altra parte dell’Europa. Sia per la disponibilità delle risorse dei giacimenti esauriti, ma anche e soprattutto per il tessuto industriale e una vicinanza alla costa che la rende sicuramente molto favorevole rispetto alle soluzioni che si trovano nel mare del Nord».
Il rigassificatore
Snam è anche la detentrice (non senza qualche difficoltà di trattativa come svelato da Venier) della nave Bw Singapore, il rigassificatore arrivato a fine febbraio al largo di Ravenna che ha visto la cooperazione di molte realtà ravenati (Rosetti Marino e Micoperi). La nave ha una capacità di rigassificazione continua di circa 5 miliardi di metri cubi e uno stoccaggio di 170mila metri cubi di gas naturale liquefatto. Nell’area sono già state realizzate le infrastrutture necessarie per allacciare il natante alla rete di trasporto gas esistente: il collegamento è composto da un tratto di metanodotto a mare di circa 8,5 chilometri e uno sulla costa completamente interrato, di circa 34 chilometri. Per l’operazione era stato stimato un investimento complessivo da un miliardo, tra la nave ormeggiata a una piattaforma e il collegamento alla rete di trasporto di gas nazionale. L’impianto sta per entrare in funzione.
Trattamento rifiuti nell’area Ponticelle
Durante l’incontro è intervenuto anche Carlo Pezzi, amministratore delegato di Hea, la società composta da Hera e Eni. Pezzi ha parlato del progetto di riqualificazione dell’area Ponticelle (nelle vicinanze delle Bassette) in cui sorgerà (ipoteticamente ad inizio 2026) una grande piattaforma per il trattamento di rifiuti industriali. Nella zona adiacente al polo petrolchimico nascerà una piattaforma di trattamento e primo stoccaggio degli scarti, anche pericolosi, derivanti da attività produttive. La valorizzazione dell’area dismessa, dopo l’intervento già effettuato di bonifica, prevede anche la realizzazione di una piattaforma per il biorecupero dei terreni da bonifica e ha già visto l’installazione di un campo fotovoltaico da 6 MW da parte di Plenitude.
La nuova piattaforma Hea consentirà la chiusura della struttura Herambiente Servizi Industriali analoga ma più datata tecnologicamente, ubicata a un paio di pochi chilometri di distanza, lungo la statale Romea. Con quest’opera si andrà infatti ad allargare la base impiantistica italiana destinata al trattamento dei rifiuti industriali, strutturalmente sottodimensionata. L’impianto sarà a servizio dei rifiuti sia liquidi che solidi, anche pericolosi, con un occhio particolare per le imprese del territorio. Le tecnologie impiegate e il layout impiantistico consentiranno, infatti, di gestire anche quantitativi medio-piccoli di rifiuti, con un’ottimizzazione dei costi e la possibilità di accrescere le percentuali destinate a recupero energetico o di materia.
«Il progetto è già ben avviato – ha dichiarato Pezzi –. La bonifica e la messa in sicurezza del sito di 26 ettari è già stata effettuata, così come l’introduzione dei pannelli fotovoltaici. Si tratta di un progetto di riqualificazione in linea con le direttive dell’ecologia circolare con obiettivo di restituire terreni contaminati in usi produttivi alle aziende del nostro territorio. Anche grazie alle istituzioni, da ravennate sono orgoglioso di ciò che si sta portando avanti anche dal punto di vista occupazionale: è un progetto di cento milioni di euro complessivi, che ha coinvolto cento persone».