
Il consiglio dei ministri ha approvato il 30 aprile un decreto legge che modifica quello dell’1 giugno 2023 (n. 61) e prevede ulteriori disposizioni urgenti per affrontare le conseguenze degli straordinari eventi alluvionali avvenuti nei territori di Emilia-Romagna, Toscana e Marche nella primavera 2023.
È prevista l’estensione dell’ambito operativo degli interventi di ricostruzione, proroga dello stato di emergenza e della struttura del commissario straordinario al 31 maggio 2026, e l’estensione delle attività del commissario anche agli eventi alluvionali che si sono succeduti nei mesi di settembre e ottobre 2024. Viene, inoltre, rafforzato il ruolo dei presidenti delle Regioni in veste di sub-commissari, che assicurano direttamente la partecipazione alle attività della Cabina di coordinamento della ricostruzione nei territori di competenza. Ai presidenti vengono rimessi tutti i poteri delegati dal commissario, così da provvedere direttamente al coordinamento e all’attuazione delle misure per la ricostruzione privata, ma anche al coordinamento, monitoraggio e gestione degli interventi urgenti di ricostruzione pubblica. È prevista anche l’adozione di un Programma straordinario di interventi urgenti per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico e l’estensione di misure di sostegno a favore dell’agricoltura.
«Il giudizio complessivo al momento è ancora sospeso in attesa della “bollinatura” definitiva – è la sintesi delle considerazioni del presidente Michele de Pascale –. La base di partenza è comunque positiva; l’auspicio è che non sia un testo chiuso, blindato, e che la Regione Emilia-Romagna possa dare il proprio contributo, per migliorarlo e perfezionarlo».
Cinque gli ambiti di intervento contenuti nel provvedimento: perimetro d’azione, governance e strumenti operativi; semplificazione e accelerazione dei contributi per la ricostruzione privata; velocizzazione degli interventi di ricostruzione pubblica in corso; Programma decennale per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico da un miliardo di euro; supporto alla capacità operativa delle amministrazioni territoriali.
Le disposizioni in merito agli interventi urgenti per la semplificazione e l’accelerazione delle misure per la ricostruzione nei territori colpiti, nonché per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico, valgono a partire dal 15 maggio 2025. Entro il 20 maggio 2025, con una o più ordinanze da adottare, il commissario straordinario è autorizzato a riorganizzare la struttura di supporto; in relazione alle funzioni loro attribuite, i presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Marche e Toscana, nella qualità di sub-commissari, definiscono le modalità con cui le rispettive strutture regionali forniscono il supporto necessario. Per integrare le competenze tecnico-scientifiche a supporto dell’azione commissariale, in relazione a specifiche problematiche o criticità territorialmente localizzate, il commissario straordinario può, inoltre, richiedere il supporto di ulteriori e qualificati esperti.
Per accelerare il processo di ricostruzione nei territori interessati, la Cabina di coordinamento è integrata dai presidenti di tutte le province interessate e dai rappresentanti dei comuni interessati designati dall’Associazione nazionale dei comuni italiani (Anci).
Il commissario straordinario, d’intesa con i sub-commissari, approva, entro il 31 luglio 2025, un Piano di comunicazione alla popolazione per la realizzazione di iniziative finalizzate alla diffusione della conoscenza del rischio idraulico e idrogeologico. All’attuazione del Piano provvedono le Regioni e i Comuni interessati, anche con il concorso dei comitati spontanei dei cittadini e degli enti del terzo settore. Vanno previste, inoltre, iniziative specifiche dedicate alla popolazione, agli istituti scolastici e ai giornalisti che operano nell’area, con specifiche forme di comunicazione per le persone con disabilità. Per l’attuazione delle attività è autorizzata la spesa massima di un milione di euro per l’anno 2025, a valere sulle risorse disponibili sulla contabilità speciale.
Per quanto riguarda il Programma straordinario degli interventi per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico e per il sostegno del lavoro in agricoltura, ciascuno dei presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Marche e Toscana, in qualità di commissario di governo per il contrasto del dissesto idrogeologico, presenta al ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e al presidente del Consiglio dei ministri (o, dove nominata, all’Autorità politica delegata per la ricostruzione), entro il 30 ottobre 2026 ed entro il 30 ottobre 2031, una proposta degli interventi da attuare nei successivi quinquenni.
Entro sessanta giorni dalla formulazione della proposta, con decreto del presidente del Consiglio dei ministri, sulla proposta congiunta del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e dell’Autorità politica delegata per la ricostruzione, dove nominata, si provvede all’approvazione, per stralci di durata quinquennale, di un Programma straordinario di interventi per la riduzione del rischio idraulico e idrogeologico. Per l’attuazione del Programma straordinario è autorizzata la spesa complessiva di euro 1 miliardo per gli anni dal 2027 al 2037. All’attuazione degli interventi contenuti negli stralci quinquennali provvedono, nei rispettivi ambiti territoriali, i presidenti delle Regioni Emilia-Romagna, Marche e Toscana, nella qualità di commissari di governo per il contrasto del dissesto idrogeologico.
Per quanto riguarda la semplificazione e accelerazione dei contributi per la ricostruzione privata, «ci sarà una ricognizione reale dei fabbisogni», ha annunciato il presidente De Pasale. Il governo ha stanziato 1,9 miliardi di euro, al momento ne sono stati richiesti poco più di 300 milioni, «ma non c’è ancora un ammontare complessivo del danno ai privati».
La Regione, ha ricordato de Dascale, aveva chiesto una procedura “speditiva” per indennizzi di piccole-medie dimensioni («Stiamo trattando, di fatto, una famiglia che deve chiedere 25mila euro come una che ne deve chiedere 200mila»). Così come non sono presenti, al momento, le semplificazioni richieste dai comitati sulle procedure urbanistiche-edilizie. «Su tutto questo-ha commentato il presidente- c’è margine di miglioramento».
Grossa novità prevista dal decreto sono i 100 milioni l’anno che si aggiungerebbero “strutturalmente”, dal 2027 fino al 2037, per Emilia-Romagna, Toscana e Marche.