Pubblichiamo un’intervista sulla vendemmia 2025 a cura del Polo di Tebano, centro universitario faentino per la formazione e la valorizzazione in agricoltura, all’enologa Marisa Fontana, bagnacavallese, da tempo un’istituzione nel mondo del vino.
«La vendemmia è già partita – dichiara Fontana -, visto che lunedì 11 agosto alcune cantine hanno iniziato a ritirare le uve precoci come Chardonnay e Pinot per le basi spumante e frizzante. Ma anche altre varietà sono alle porte, come ad esempio il Moscato e la Malvasia aromatica, che peraltro presentano aromi estremamente fini e buone acidità, presupposti per un ottimo risultato enologico».
Alla domanda sul caldo, Fontana risponde che finora è stato il mese di giugno, con massime sopra ai 35 gradi, ad aver avuto «maggior ingerenza sull’evoluzione della maturazione delle uve, tanto che a fine giugno l’Indice di Winkler faceva registrate valori già intorno al 1400 Gradi Giorno (GG), che indicherebbero la quantità di calore necessario alla maturazione di uno Chardonnay per base spumante. In realtà a fine giugno le uve non erano ancora invaiate, ma il momento non si è fatto attendere molto visto che i primi chicchi rosa di un Merlot sono comparsi il 7 luglio. La piovosità distribuita nel corso di tutta la primavera, però, ha fatto sì che l’anticipo preannunciato dall’Indice di Winkler sia più contenuto, visto che le piante hanno una buona capacità vegetativa, quindi molte femminelle che hanno bisogno anche loro di zucchero e lo distolgono dai grappoli. Fortunatamente luglio è decorso più fresco e con buone escursioni termiche. Pare quasi che i due mesi, giugno e luglio, si siano invertiti i ruoli. Questo, oltre a mantenere le piante più rigogliose (più foglie e più cimature), ha permesso avere una buona maturazione aromatica e una più coerente evoluzione della maturazione tecnologica».
Per quanto riguarda la quantità della produzione vinicola, «vista la vigoria primaverile, in fase di fioritura/allegagione, diverse varietà (Pignoletto, Terrano, ma anche altre) hanno perso fiori e allegato male con grappoli attualmente piuttosto spargoli e/o acinellati. Visto il caldo di maggio/giugno mediamente ci sono acini più piccoli di altri anni. Ne consegue che a parità di numero di grappoli non mi aspetto incrementi della produzione significativi rispetto al 2024. Certo che eventuali piogge di agosto/settembre potrebbero rigonfiare i grappoli delle varietà tardive, ma questo potrebbe significare anche problemi di marcescenza; quindi speriamo che prosegua tutto per il meglio».
Cosa dobbiamo aspettarci invece dalla qualità? «Dal punto di vista sanitario le uve sono a posto e, al momento, le prime valutazioni analitiche e sensoriali lasciano presupporre ottimi risultati enologici, in particolare si sottolinea la finezza degli aromi delle uve aromatiche e semi-aromatiche. Inoltre, al momento, si registrano ottimi livelli acidici e ottimi pH, che se si mantengono consentiranno agli enologi di lavorare decisamente meglio di altri anni caldi».
L’ultima domanda è sulle differenze fra questa annata e quella dello scorso anno: «La differente situazione idrica dei suoli ha giocato un ruolo importante nel differenziare queste due annate, influenzando molto la vigoria e la capacità vegetativa delle piante. Si ritiene che questa vendemmia potrà condurre a vini più freschi e più profumati rispetto al 2024, andando incontro anche a quelle che sono le richieste del mercato: meno alcol, più freschezza e più profumi. Speriamo di arrivare in fondo anche a questa vendemmia senza troppe tribolazioni».