Un nuovo dormitorio e l’ampliamento della Casa della Carità. Sono queste le novità dell’Opera Santa Teresa di Ravenna al termine di due anni di lavori, costati circa un milione di euro. L’impegno è stato necessario per adeguare la struttura alla normativa di prevenzione incendi e quindi ampliarne la capacità ricettiva. Santa Teresa ora potrà mettere a disposizione fino a 70 posti letto per le persone e le famiglie indigenti: più di 50 destinati alla Casa della Carità “don Angelo Lolli” e fino a 16 per il dormitorio “Card. Ersilio Tonini”.
«Nel 2021 abbiamo iniziato ad offrire una doccia calda, una colazione e un cambio di vestiti a uomini e donne ormai abituati a vivere per strada o che c’erano finiti da poco – afferma durante la conferenza stampa di presentazione Linda Giuditta Bari, responsabile della progettazione e del coordinamento dei servizi di carità -. Nel primi sei mesi del 2025, abbiamo accolto più di 300 persone, offerto più di 5.000 colazioni e quasi 1.500 docce, per una media di 45 colazioni al giorno e 15 docce. In questo primo semestre, in alcuni mesi, ogni giorno avvenivano almeno 2 nuovi ingressi di persone bisognose, in cerca d’aiuto. Il trend rimane in crescita, anche nel mese corrente»
La Casa della Carità è uno spazio co-abitato da persone sole, fuggite da Paesi in guerra o da situazioni familiari complesse, lavoratori stranieri, alcuni pensionati sfrattati e famiglie. La struttura è in grado di ospitare più di 50 persone sia di giorno che di notte, per un periodo medio lungo che va dai 3 ai 6 mesi, tempo utile per reintegrare la persona all’interno del tessuto sociale. Quella del dormitorio (che ha a disposizione 16 posti letto dedicati ad ugual numero sia a donne che a uomini) sarà, invece, un’accoglienza esclusivamente notturna con tanto di rinnovi settimanali.
L’inaugurazione ufficiale si terrà tra l’1 e il 2 ottobre. Mercoledì la giornata si aprirà con la visita guidata al Mudal, museo dedicato alla vita di don Angelo Lolli, fondatore dell’Opera e un convegno sulle figure femminili che hanno collaborato con don Lolli. Giovedì 2 ottobre ci sarà la messa celebrata dal cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Conferenza Episcopale Italiana e arcivescovo di Bologna. «Siamo in una fase importante perché la storia di Santa Teresa è cambiata – afferma monsignor monsignor Lorenzo Ghizzoni, arcivescovo della Diocesi di Ravenna-Cervia nonché presidente del Comitato promotore di Santa Teresa -: se in passato l’esigenza, colta da don Lolli, era quella di dare assistenza ai malati cronici, persone e bambini con disabilità, in un’epoca in cui non esisteva il sistema della sanità pubblica, oggi i “nuovi poveri” sono invece le persone sole, in difficoltà, senza una casa. In questi anni si è fatto un grande lavoro per salvare Santa Teresa dai problemi, anche economici, del passato. Oggi siamo pronti per rilanciare la sua missione che resta a servizio dei più fragili e di persone che spesso non possono pagare un affitto o permettersi una casa. Il nostro obiettivo è quello di dar loro un futuro migliore, riprendendo in mano la propria vita».
Santa Teresa ha deciso di lanciare una raccolta fondi (consultabile al seguente link https://www.operasantateresa.it/fondo-solidale-una-casa-a-santa-teresa/) per custodire questa “Grande Casa” e coprire i costi di energia, di pulizia, di manutenzione e di riparazione. «Nel corso di questi ultimi due anni, – ha spiegato l’amministratore del Ramo Ets di Santa Teresa, Matteo Casadio – abbiamo fatto un investimento che sfiora il milione di euro, per mettere a disposizione fino a circa 70 posti letto. Uno sforzo economico, che anche e soprattutto a regime sarà molto impegnativo, in particolare per quello che riguarda i costi della gestione ordinaria della struttura. Queste attività non si svolgono in regime di mercato, ma solo grazie alle liberalità e alle donazioni di coloro che capiscono il valore di questa cittadella e lo vogliono preservare. Fino ad oggi non abbiamo ancora ricevuto contributi pubblici. Per questo ci rivolgiamo a tutta la cittadinanza ravennate, affinché ci aiuti». Questa espansione fisica e di opportunità si aggiunge a servizi già esistenti all’interno del comprensorio: lo studentato che ospita 50 studenti, la casa di riposo di 70 ospiti, il centro medico ambulatoriale e la farmacia.