È passato un anno dall’ondata di maltempo che nel settembre 2024 colpì duramente la regione, con esondazioni e allagamenti concentrati nelle zone di Ravenna, Forlì-Cesena e Bologna. Negli scorsi giorni ha preso il via una prima tranche di opere da 7,5 milioni di euro per la messa in sicurezza del tratto di pianura del fiume Lamone, all’altezza di Villanova di Bagnacavallo. Una seconda tranche, di uguale valore, è invece in arrivo nelle prossime settimane.
Nel frattempo è terminata, la fase di valutazione delle oltre 500 osservazioni arrivate dalle comunità alluvionate, per costruire un percorso comune tra Regione e cittadini sui progetti di messa in sicurezza dei bacini del Lamone e del Marzeno. In primo luogo, verranno svolti gli approfondimenti relativi all’areale della confluenza tra i due fiumi, che sarà destinato alla laminazione delle piene. Nel pomeriggio del 15 settembre a Castel Bolognese si è svolta l’assemblea pubblica per presentare il progetto sul torrente Senio: si prevede di completare la progettazione esecutiva, l’affidamento e l’esecuzione del rimodellamento morfologico della cassa a valle del torrente Sintria (affluente del Senio) entro il 2026, in assenza di fenomeni di piena significativi. Nel 2026 prenderà inoltre avvio la progettazione della cassa di Cotignola, sempre nel ravennate. Per il 7 ottobre invece è già in programma un’altra assemblea pubblica a Lugo, per discutere dei fiumi Senio e Santerno. Per quanto riguarda Traversara di Bagnacavallo invece, la frazione che ancora oggi mostra visivamente i segni e le ferite della furia del maltempo, è scesa in campo questo settembre una commissione speciale dedicata. Il primo sopralluogo ha avuto luogo nella mattinata di oggi (17 settembre). Ne fanno parte i tecnici della struttura commissariale, dell’Agenzia regionale per la Ricostruzione e dell’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile. L’obiettivo è mettere a punto, in poche settimane, un progetto che tenga insieme demolizione e ricostruzione.
A fare il punto in conferenza stampa, a un anno di distanza, il presidente della Regione, Michele de Pascale, e la sottosegretaria con delega alla Protezione civile, Manuela Rontini. «Una premessa: abbiamo detto da subito che non siamo soddisfatti di come gli eventi alluvionali sono stati affrontati – ha esordito De Pascale -. Questa è anche l’opinione della maggioranza dei cittadini che attribuiscono, legittimamente, responsabilità ai diversi livelli di governo, da Roma al territorio. Da gennaio abbiamo segnato una nuova fase, che sta portando le istituzioni e il commissario a lavorare insieme per cambiare passo. Intanto, come Regione abbiamo raddoppiato le risorse per le manutenzioni, ora dobbiamo aumentare la nostra capacità di farle. Con il commissario lavoriamo per sbloccare i lavori affidati alle agenzie di Stato e proseguono gli incontri sui territorio. Dal governo abbiamo ottenuto un miliardo per opere di questo tipo, un fatto nuovo e non scontato. I tempi previsti sono lunghi, li vogliamo accelerare».
Il progetto infatti è quello di presentare il piano di interventi relativo ai primi 500 milioni a dicembre, con arrivo delle risorse previsto nel arrivare nel 2027. «Come Regione siamo pronti ad anticiparle dal 2026 – prosegue De Pascale -. Voglio inoltre ricordare – che è pronta l’ordinanza sulle delocalizzazioni, attualmente al vaglio della Corte dei Conti: abbiamo lavorato con il commissario per migliorare il più possibile le condizioni di chi deciderà volontariamente di lasciare la propria abitazione».
Per far fronte ai danni del maltempo, sono stati stanziati oltre 76 milioni di euro, tra risorse statali (primo e secondo stralcio del Piano degli interventi urgenti finanziati a seguito delle ondate di maltempo di settembre e ottobre 2024) e regionali. Risorse che hanno finanziato 293 interventi, molti dei quali già conclusi o in fase di conclusione, tra cui lavori di ripristino della viabilità comunale e provinciale, del reticolo idrografico danneggiato, oltre alla pulizia e alla rimozione di fango e detriti. Nel ravennate, oltre agli interventi iniziati sul Lamone nel tratto di pianura (all’altezza di Villanova), sono stati finanziati e quasi tutti conclusi, o in via di conclusione, una lunga serie di opere di somma urgenza, tutte in capo all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile. Tra queste, i lavori (per oltre 5 milioni di euro) per il ripristino degli argini in sinistra e destra idraulica sempre del Lamone nei comuni di Ravenna, Russi e Bagnacavallo (in località Traversara); le opere, in corso per 1 milione 700 mila euro sull’argine sinistro del corso d’acqua danneggiato nel tratto da Ponte dell’Albergone fino a valle dell’abitato di Traversara. Oltre 1 milione di euro è stato assegnato all’amministrazione comunale di Faenza, soggetto attuatore dei lavori per la messa in sicurezza e la difesa idraulica del quartiere Borgo. Altre risorse (3 milioni 750mila euro) sono andate per il ripristino degli argini in sinistra idraulica del fiume Senio in comune di Cotignola.
Lo scorso 28 agosto, inoltre, il Consiglio dei ministri ha prorogato lo stato di emergenza per la provincia di Ravenna, oltre che per quelle di Reggio-Emilia, Modena, Bologna, Ferrara, Forlì-Cesena e Rimini.
«I 2,8 miliardi della contabilità speciale dell’ex commissario Figliuolo hanno oggi tutte destinazioni condivise con i territori – conclude Rontini -. Restano da assegnare “solo” gli ultimi 75 milioni di quel pacchetto, a cui si aggiungono altri 100 milioni da un altro provvedimento per il 2024. Sono state raddoppiate le risorse per la manutenzione, portandole a 50 milioni l’anno, che daremo all’Agenzia regionale per la Sicurezza territoriale e la Protezione civile: abbiamo dunque messo più fondi, lavorando in piena sinergia con i territori e la struttura commissariale».