domenica
19 Ottobre 2025
Trasporto pubblico

Priolo (Mobilità): «La Regione punta a un’azienda unica dei bus pubblici»

L'assessora dell'Emilia-Romagna spiega: entro l'autunno uno studio con un quadro preciso delle complesse operazioni societarie da attuare

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La Regione Emilia-Romagna vuole arrivare alla creazione di un’azienda unica del trasporto pubblico su gomma. Lo ha ribadito l’assessora Irene Priolo, titolare della delega Mobilità e Trasporti, rispondendo il 15 ottobre in commissione a un’interrogazione presentata da Fratelli d’Italia sul futuro di Seta, la società concessionaria della gestione del trasporto pubblico locale su gomma nelle province di Modena, Reggio Emilia e Piacenza.

Nella scorsa legislatura regionale si era ipotizzata la soluzione di una holding sopra alle varie aziende dei territori (in Romagna è operativo il consorzio Mete di cui l’azienda pubblica Start è capofila). Nel programma di mandato della giunta De Pascale, invece, si andrà verso un’azienda unica che supera il concetto di holding. La decisione, secondo Priolo, tiene conto dell’attuale mercato del trasporto pubblico locale che penalizza le aziende più piccole. «Propendiamo per un unico grande soggetto regionale per far sì che a breve non arrivino sui nostri territori soggetti esteri».

Priolo ha annunciato che entro l’autunno sarà pronto uno studio con un quadro preciso delle complesse operazioni societarie da attuare per l’azienda unica: scorporo delle singole aziende attualmente operanti nel corso della prima fase e fusione vera e propria in un secondo momento.

La Filt-Cgil e Fit-Cisl dell’Emilia Romagna valuta positivamente la volontà della Regione di procedere verso la definizione di un soggetto unico. «Già nel 2023 – si legge in una nota del sindacato – la Regione aveva commissionato uno studio a Kpmg per valutare gli impatti e gli scenari determinati dalla possibile confluenza in una holding unica del settore. Ad oggi, come appreso dalle recenti dichiarazioni, l’ipotesi holding, viene superata per indirizzarsi verso un’azienda unica di settore che abbia le capacità e la solidità economica-finanziaria necessaria a garantire la qualità del servizio in un settore fortemente depauperato in questi anni a fronte dei tagli al Fondo nazionale dei trasporti, e che ha vissuto un forte calo di attrattività e, dunque, una contestuale carenza di autisti, in virtù di dinamiche salariali non più idonee ad un mestiere di grande responsabilità e fortemente stressogeno».

In Romagna è in fase di definizione il bando di gara per il trasporto pubblico su gomma: un miliardo di euro per l’assegnazione del servizio per dieci anni. La durata è stata definita dall’Agenzia della mobilità della Romagna ed è inserita nelle linee guida che serviranno per la stesura del bando. Formalmente, infatti, sarà l’Amr a bandire la gara. La cifra è così determinabile: 700 milioni di costo del servizio coperto dagli enti locali e il resto dai biglietti dei passeggeri.

Attualmente si è in regime di proroga ormai da anni. L’ultima arrivò ai tempi del Covid e scadrà alla fine del 2026. Le procedure propedeutiche all’apertura del bando sono già in corso, ma procedono a rilento e c’è già chi auspica un’ulteriore proroga anche se non ci sono pandemie per giustificarla.

Per la partecipazione alla gara sono previsti alcuni requisiti specifici: nel triennio precedente la data di pubblicazione del bando di gara almeno due bilanci approvati con un risultato netto di esercizio positivo; un patrimonio netto disponibile all’ultimo bilancio approvato non inferiore al 15 percento del corrispettivo annuo posto a base di gara; gestione di almeno una linea filobus negli ultimi tre anni; gestione di un servizio di navigazione fluviale/lacuale negli ultimi tre anni.

In una relazione di febbraio 2024, l’Amr stimava l’aggiudicazione provvisoria a gennaio 2026: visto e considerato che rispetto a quell’ipotesi di febbraio 2024 mancano ancora diversi passaggi, è evidente che i tempi saranno più lunghi. Al momento è al lavoro la cosiddetta “data room” con il compito di raccogliere dati dagli attuali gestori su beni strumentali, personale e fermate.

Sulle strade viaggiano 740 autobus (di cui 240 in provincia di Ravenna) con un’età media di 14 anni (calcolata a febbraio 2024), alimentati per il 78 percento a gasolio e per il 21 percento a metano (elettrico solo uno su cento). Si stima che per il nuovo servizio saranno sufficienti 629 bus, meno di quelli attuali perché ritenuti non ottimali per l’elevata età media che riduce l’affidabilità.

Il deposito di Ravenna in via delle Industrie (ottomila mq) è di proprietà di Ravenna Holding: il gestore del trasporto pubblico corrisponde un affitto di 480mila euro annuali. Complessivamente in Romagna sono presenti novemila fermate (di cui 2.500 in provincia di Ravenna) di cui solo 1.350 dotate di pensilina. Gli addetti sono un migliaio per un costo complessivo annuale di 43 milioni di euro: il 70 percento del personale è al volante.

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