Grazie a un investimento del valore di 200mila euro sarà restaurato il Voltone del Savini, passaggio coperto di collegamento tra piazza XX Settembre (piazza dell’Aquila) e piazza del Popolo. La giunta comunale ha recentemente approvato il progetto esecutivo relativo all’intervento.
L’intervento è quindi finalizzato al restauro conservativo e alla rimozione dei depositi superficiali con l’obiettivo di restituire all’opera la sua chiara lettura cromatica. Al restauro delle volte si aggiungerà il risanamento dall’umidità delle pareti previa campagna di saggi stratigrafici per la determinazione degli strati sovrapposti di intonaci e tinteggi fino al vivo della muratura o a decorazioni pittoriche. Esclusa la presenza di decorazioni pittoriche, si procederà con la demolizione dell’intonaco e la realizzazione di nuovo intonaco deumidificante. La tinteggiatura sarà realizzata in maniera compatibile con i supporti e le tecniche esistenti.
«Sono molto soddisfatto di questo progetto – afferma l’assessore ai Lavori pubblici Massimo Cameliani – che riguarderà lavori di restauro del voltone affrescato nell’Ottocento dal nostro illustre concittadino Gaetano Savini. È un altro importante passo di valorizzazione del centro storico, in particolare della zona che funge da ingresso in piazza del Popolo da piazza XX Settembre. Completeremo infatti l’intervento con la sistemazione della fontanella posta sulla colonna attigua al voltone».
Il voltone è dedicato a Gaetano Savini (Ravenna 10 gennaio 1850 – Pesaro 13 marzo 1917), artista, cartografo, storico e archeologo. Da giovane intraprese un percorso di studi artistici, prima all’Accademia di Belle Arti di Ravenna e poi in quella di Bologna; terminò gli studi a Firenze dove si laureò nel 1876. Ebbe cattedra all’Accademia di Belle Arti di Pisa per poi passare a quella di Ravenna dove insegnò fino al 1910. Nel 1882 dipinse la volta della sala del Consiglio nel palazzo comunale di Ravenna, mentre l’anno successivo affrescò il ‘voltone’. Si dedicò agli studi su Ravenna antica e pubblicò in proposito diverse monografie e molti articoli sui quotidiani locali. Famose sono le sue piante, mappe e prospettive della città. Ebbe frequentazioni e discussioni con uomini di cultura suoi concittadini tra cui Corrado Ricci e Santi Muratori. Dopo la sua morte, il fratello Giovanni Savini raccolse le sue opere e le propose in una mostra donandole alla città.



