martedì
09 Dicembre 2025
Il convegno

«Case senza abitanti e abitanti senza casa: il ceto medio fuori dal mercato»

Le riflessioni di Antonio Buzzi, presidente del Consorzio Solco alla vigilia di una due giorni a Ravenna su “idee e politiche per un nuovo abitare”

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«La crisi abitativa attuale è il risultato di aver consegnato per oltre 60 anni il tema all’economia speculativa. Oggi ci troviamo davanti a case senza abitanti e abitanti senza casa». Così Antonio Buzzi, presidente del Consorzio Solco, presenta la due giorni di lavori organizzata dallo stesso consorzio sul tema dell’housing inclusivo in programma all’hotel Cube di Ravenna l’11 e 12 dicembre (ore 9.30-18.30 e 9.30-13), dal titolo “Avere una casa. Idee e politiche per un nuovo abitare”. Durante la prima parte della giornata di apertura si parlerà delle buone prassi ispirate a dinamiche nazionali ed europee, per ridefinire un abitare inclusivo e sostenibile, anche in termini ambientali. Il pomeriggio sarà dedicato alla creazione di cinque tavoli tematici, per analizzare le dimensioni cardine dell’abitare: quella individuale, ovvero pensata per ogni singolo individuo con necessità; comunitaria, per un abitare fatto non solo di muri, ma di relazioni; sistemica, grazie a una collaborazione tra pubblico e privato; costruttiva, per garantire la presenza di nuove abitazioni; e finanziaria, intesa come la ricerca di una finanza “paziente”, disposta a investire su un’edilizia non speculativa ma di impatto concreto sulla comunità. I tavoli raduneranno addetti qualificati del settore edilizio, immobiliare e di housing sociale, ma la partecipazione è stata aperta a tutti gli interessati, superando ampiamente i 100 partecipanti preventivati al termine delle iscrizioni (ora sold out). Gli esperti estrarranno poi una sintesi delle proposte da presentare durante il confronto con i decisori pubblici di venerdì 12. Alla seconda giornata di lavori parteciperanno
infatti il sindaco di Ravenna Alessandro Barattoni, la presidente della Provincia Valentina Palli e gli assessori regionali Giovanni Paglia (Politiche abitative) e Isabella Conti (Welfare).

Non mancheranno attori privati, come i rappresentanti della Bcc leasing spa, Cassa Depositi e Prestiti, Acri. Infine, con l’intento di restituire anche una visione euroepa, Giuseppe Guerini, presidente di Cooperatives Europe, e Irene Tinagli, presidente della commissione speciale dell’Unione Europea per la crisi degli alloggi. «L’emergenza abitativa non riguarda solo il nostro territorio – puntualizza Buzzi -. e speriamo in una disponibilità di fondi a livello europeo». Secondo il presidente del Solco, sono diverse le strategie da applicare in sinergia tra pubblico e privato: «Da 30 anni ci occupiamo di politiche abitative, rafforzando ancora di più l’attenzione al tema negli ultimi dieci, con il progetto housing first, in collaborazione con l’amministrazione – prosegue il presidente del consorzio, che unisce 15 cooperative sociali specializzate in diversi ambiti di fragilità -. ad oggi c’è ancora tanto che il Comune può fare, ma non può farlo da solo». Il progetto avviato nel 2015 punta alla riabilitazione sociale dei senza fissa dimora, partendo appunto dalla casa: le persone in stato di fragilità vengono quindi intercettate e, se confermano la volontà di partecipazione, inserite in un sistema di co-housing che permette loro di reinserirsi nel mondo del lavoro. «Grazie a questa iniziativa, la maggior parte delle persone prese in carico “ in emergenza cronica”, cioè senza dimora da oltre 20 anni, sono di nuovo autonome – continua Buzzi -. Chi decide di entrare senza un reddito viene indirizzato al servizio pubblico, che eroga un contributo provvisorio direttamente al cittadino. Sarà lui poi a versare il canone alla cooperativa: dare fiducia alle persone e investire su di loro è l’unico modo per riscattarle».

Sempre in questa direzione, le soluzioni immaginate dal consorzio prevedono la costruzione di nuovi spazi ma anche di nuove comunità aperte e accoglienti. «Dobbiamo dire basta all’edilizia popolare sotto forma di ghetto, come spesso è successo in passato – precisa Buzzi -. ma preparare la comunità ad accogliere giovani coppie, stranieri, persone fragili e non che hanno perso il diritto all’abitare». Secondo i dati raccolti dal consorzio infatti, oggi avere un reddito non è più garanzia di indipendenza abitativa: a causa delle impennate dei costi, nel 2024 sono stati circa 290 gli sfratti per morosità nel ravennate (il 20 percento in più dell’anno precedente), a cui si aggiungono 500 procedure ancora in essere: «La casa per noi italiani non è solo un luogo, ma un tema identitario – conclude il presidente – oggi anche il ceto medio è stato praticamente escluso dal mercato immobiliare e abbiamo bisogno di ripensare al tema della casa di proprietà. Dal rent to own, tanto apprezzato all’estero, che rappresenta una forma evoluta di affitto con riscatto, al co-housing, magari con una visione intergenerazionale, oppure prendendo ispirazioni da realtà virtuose pubblico-private, come la Fondazione Messina, capace di studiare soluzioni mirate per il suo territorio di riferimento. Il tema dell’abitare, oggi ci chiede di guardare oltre la semplice costruzione di muri».

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