«Si va dal canto di preghiera tibetano alla danza strumentale bulgara, dalla ninna nanna svedese al bluegrass dei monti Appalachi, fino a un mottetto del XIII secolo, di autore ignoto, prelevato dal Codice di Montpellier»: è uno sguardo che abbraccia il mondo intero quello proposto dal Ravenna Festival con Terra Madre (Migrations), l’ambizioso progetto musicale in scena sabato 21 giugno, alle 21.30 nel Chiostro della Loggetta Lombardesca al MAR.
Un appuntamento per celebrare il solstizio e, al tempo stesso, la Festa della musica che da anni si celebra in tutto il pianeta. Perché a vibrare attraverso l’estro e il talento musicale degli interpreti – il sassofonista Marco Albonetti, il percussionista Dane Richeson e il FontanaMix Ensemble – saranno appunto “musiche etniche da ogni parte del mondo”, musiche di tradizione orale passate però attraverso la re-invenzione e gli arrangiamenti di Fred Sturm, noto compositore jazz americano con cui lo stesso Albonetti ha collaborato nel periodo di docenza alla Lawrence University (Wisconsin). Uno sterminato itinerario attraverso musiche che vanno dall’India alla Norvegia, dal Congo al Giappone, dalla Mongolia agli Stati Uniti, fino al Tibet.