Anche a Ravenna si terrà la giornata nazionale di digiuno contro il genocidio a Gaza con una manifestazione in Piazza del popolo giovedì 28 agosto ore 18.
Promossa dagli operatori e dalle operatrici del servizio sanitario della rete #digiunogaza, dalla rete “Sanitari per Gaza” e dalla campagna BDS “TEVA? No grazie” la giornata nazionale del 28 agosto sta raccogliendo adesioni e sostegno in tutte le città italiane.
“Come professionisti sanitari, operatori ed operatrici che lavorano nel sistema sanitario – si legge nel comunicato – rifiutiamo di rimanere in silenzio di fronte al genocidio in corso a Gaza, pianificato deliberatamente dal Governo di Israele con la complicità dei governi occidentali”.
In realtà, l’iniziativa è in corso dal 29 luglio con un digiuno a staffetta allo scopo di sensibilizzare le Istituzioni e l’opinione pubblica, unendosi così a tutte le associazioni e comunità che già chiedono pace e giustizia per la Palestina.
L’iniziativa è accompagnata da tre richieste precise:
1) Al Governo: stop immediato ad accordi militari e forniture di armi a Israele, chiedere il cessate il fuoco e l’apertura di corridoi umanitari.
2) Alle Aziende ed Istituzioni sanitarie, agli Ordini Professionali, alle Società Scientifiche, alle Università ed ai Centri di Ricerca: riconoscere formalmente il genocidio in corso e impegnarsi a contrastarlo (petizione internazionale “Stop the silence”).
3) A Medici, Farmacisti, Pazienti, Regioni e Comuni: aderire alla campagna di boicottaggio “No Teva” promossa da Sanitari per Gaza e BDS contro l’azienda farmaceutica israeliana TEVA, complice nell’occupazione e coinvolta nel genocidio”.
A Ravenna la rete La via maestra insieme per la pace aderisce alla manifestazione e invita la cittadinanza a partecipare. L’obiettivo comune è quello di far prendere posizione a tutte le Istituzioni contro il genocidio in corso e boicottarne ogni forma di complicità. Non c’è più tempo per il silenzio o le parole di circostanza. Occorrono fatti, occorre far sentire l’isolamento e la pressione politica ed economica da parte della comunità internazionale e dei Governi nei confronti di Israele, finchè non rispetterà il diritto internazionale.