Dal 21 al 24 agosto la rassegna “Ra-dici” porterà al pubblico la sua quinta edizione, con nuovi ospiti, iniziative e tematiche.
Come per gli anni precedenti, la rassegna graviterà attorno allo spazio culturale della Vecchia Pesa di Classe, un’area spettacoli ormai consolidata che contribuisce ad arricchire le proposte culturali delle zone decentrate.
L’evento, che giova della compartecipazione del Comune di Ravenna, è organizzato da Spazio A APS, con la preziosa collaborazione dell’associazione culturale Galla & Teo APS, dell’associazione Classe Archeologia e Cultura e di Ammutinamenti Festival.
Domenica 24 agosto
PAROLE DA COLTIVARE – Letture esito laboratorio teatrale di scrittura
Vecchia Pesa di Classe – ore 18:00
Ingresso gratuito
“Parole da coltivare” è un laboratorio di scrittura incentrato su temi teatrali dove esercitarsi attraverso il gioco, una lente progressiva che osserva il teatro da vicino e da lontano. Gli incontri si svolgeranno in un primo momento dalle 14:30 alle 17:30 presso Lo Zodiaco durante i giorni della rassegna Ra-dici, per poi spostarsi alla Vecchia Pesa di Classe per visionare gli spettacoli proposti. Il frutto di questo laboratorio sarà creare un percorso di parole, partendo dall’estrazione casuale di una lettera dell’alfabeto per arrivare alla creazione di un elaborato presentato in questa giornata finale della rassegna. L’obiettivo è quello di porsi delle domande e riflettere sul teatro e sul concetto di maschera dove gli strumenti di lavoro saranno i libri, i corpi dei partecipanti e le parole.
Aperitivo in piadineria
Vecchia Pesa di Classe – dalle ore 19:00
in collaborazione con Gli Azdori di Classe
PASIFAE AUTODAFÉ
Vecchia Pesa di Classe – ore 21:00
Ingresso gratuito
di e con: Andrea Mattei
direzione: Davide Tortorelli
produzione: 9C Teatro APS
Pasifae, regina di Creta, s’innamora di un toro, vendetta divina inflitta da Poseidone, per punire la superbia del marito Minosse. Folle di passione, la donna avrà un rapporto sessuale con la bestia, da cui nascerà il Minotauro, un mostro mezzo uomo e mezzo toro. Il marito, disgustato da quell’orrore, si libera del corpo straziato della moglie morta di parto, gettandolo nel mare.
La donna non si alzerà mai per tutto il suo monologo, lascerà che siano le parole a disegnare le azioni per lei.
Pasifae confessa agli spettatori di essere in un limbo, essendo rimasta insepolta, in un processo di cui loro sono i giudici, costretta a ripetere ogni volta gli stessi racconti.