martedì
02 Dicembre 2025
critica gastronomica

Ecco tutti i ristoranti della provincia di Ravenna premiati (o segnalati) dalle principali guide

La Baita di Faenza continua a essere quella più celebrata. Tra le new entry il Cardello, Relais Mevigo, il Pancotto e Al Gallo

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Non era difficile prevedere, alla vigilia della presentazione della Guida Michelin 2026, che Ravenna sarebbe rimasta ancora l’unica provincia dell’Emilia-Romagna senza ristoranti stellati. E così è stato, con l’unica novità in Romagna che è la Stella per il ristorante Da Lucio, a Rimini, che si va ad aggiungere a quelle confermate nelle altre due province romagnole a Guido, Abocar Due cucine, Il Piastrino, Del Lago, Da Gorini, La Buca, Ancòra e Magnolia (unico locale con 2 Stelle).
Tornando alla provincia di Ravenna (l’ultima Stella da queste parti risale alla guida 2014, come detto, con la Frasca di Milano Marittima, mentre l’unico stellato in città resta il glorioso Tre Spade, tra fine anni ottanta e primi novanta), nella nuova “rossa” ci si deve accontentare dei tre, confermati, Bib Gourmand (con il simbolo dell’Omino Michelin che si lecca i baffi, a indicare un ristorante che propone «una piacevole esperienza gastronomica, con un menu completo ad un ottimo rapporto qualità-prezzo»). Si tratta de La Cucoma a San Pancrazio, dell’Osteria Bartolini di Milano Marittima e de La Baita di Faenza. Confermati rispetto all’anno scorso anche i locali che possono vantare una semplice segnalazione sulla celebre guida Michelin: a Ravenna città L’Acciuga, l’Osteria del Tempo Perso e l’Antica Trattoria Al Gallo, nel Faentino Il Fenicottero Rosa Gourmet, nel Cervese Sale Grosso e Terrazza Bartolini, la Locanda dei Salinari e il Salsedine (che è a Lido di Savio).

Passando in rassegna le altre principali guide gastronomiche italiane, la provincia di Ravenna resta (questa volta a sorpresa) anche senza “Cappelli” dell’Espresso (non sono più nella lista Il Fenicottero Rosa Gourmet di Faenza e l’Uni Japanese Restaurant di Cervia, dopo l’exploit dell’anno scorso, quando ne aveva conquistati ben due). La nuova Guida ai 1000 ristoranti d’Italia del celebre settimanale si limita invece a consigliare tre ristoranti della nostra provincia tra gli “altri 700”, nell’elenco in fondo (i premiati con i Cappelli, da 1 a 5, sono invece i primi 300): si tratta del ristorante Alexander, in centro a Ravenna, dell’agriturismo gourmet Camì, nella campagna tra Savio e Milano Marittima, e del ristorante cruderia Al Porto sul lungocanale di Cervia.

Proseguiamo con la guida Ristoranti d’Italia del Gambero Rosso, che in provincia di Ravenna celebra in particolare la già citata Baita di Faenza, a cui assegna le 3 Bottiglie, punteggio massimo per quelli che vengono definiti “wine bar” (che celebra la lista vini della Baita, che è però più una trattoria…). Conquista due Gamberi (i simboli assegnati alle “trattorie”, sempre da 1 a 3) anche un’altra istituzione faentina, Manueli, così come in centro a Ravenna l’Osteria della Zabariona. L’altro locale segnalato a Ravenna città è l’Osteria dei Battibecchi, che si deve accontentare di 1 Gambero. Da segnalare poi una new entry da 78/100 (il voto è riservato solo alla categoria “ristoranti”), il Relais Mevigo, panoramico agriturismo nella Valle del Senio (nel comune di Casola Valsenio) oltre al già citato, storico, locale di cucina di mare La Cucoma (nella “sperduta” San Pancrazio, con un punteggio di 77 su 100) a quota 76 Le Ghiaine, nel Cervese, e un’altra new entry, Il Cardello, locanda con cucina sempre a Casola Valsenio “con un interessante menu per celiaci” – scrive la guida. Tra i locali segnalati anche i cervesi Micro (con una “Tavola” – simbolo riservato ai bistrot, una in meno dell’anno scorso) e il già citato Uni Japanese Restaurant, che conquista due Mappamondi, simbolo dei locali di cucina internazionale.
Restando nel mondo Gambero Rosso, va ricordata la presenza nella guida delle Pizzerie d’Italia del faentino ‘O Fiore Mio che si aggiudica gli ambiti 3 Spicchi e un punteggio di 90 centesimi che lo colloca tra le migliori 100 pizzerie d’Italia secondo la guida, l’unica in tutta la Romagna.

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Il Cardello di Casola Valsenio

In libreria è arrivata anche la trentaseiesima edizione della guida Osterie d’Italia di Slow Food con locali scelti per “la cucina territoriale autentica, la rigorosa selezione degli ingredienti e l’atmosfera”. Unica Chiocciola (il simbolo più ambito) in provincia è quella confermata alla “solita” La Baita di Faenza. Tra le segnalazioni, invece, va segnalata l’entrata di due nuovi locali: Trattoria locanda Al Gallo di Alfonsine e Osteria del Pancotto a Gambellara con il suo noto cuoco Pierpaolo Spadoni. Già nella precedente edizione erano stati segnalati e ora riconfermati a Ravenna le trattorie Al Cerchio, La Zabariona e La Rustica; a Russi Da Luciano; a Cervia Al Deserto; a Faenza Cà Murani e Manueli e a Brighella l’Osteria del Guercino.

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Pierpaolo Spadoni dell’Osteria del Pancotto di Gambellara

Chiudiamo questa panoramica con una guida on line, che nel corso degli anni si è guadagnata una grande autorevolezza. Parliamo di Identità Golose, che nella versione 2025, uscita qualche tempo fa, cita quattro ristoranti in provincia, giù tutti segnalati anche dalle guide cartacee: l’Alexander a Ravenna, il Fenicottero Rosa di Faenza, Al Porto di Cervia e Camì di Savio. Nella sezione riservata alle pizzerie anche qui compare naturalmente ‘O Fiore Mio di Faenza, con una citazione però anche per Da Mario 1972 a Riolo Terme.

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