lunedì
10 Novembre 2025
prodotti da forno

Tempo di “Caterine”, quei biscotti che parlano di devozione e amore

Con l’avvicinarsi del 25 novembre torna una testimonianza viva della cultura ravennate fatta di affetto, artigianalità e poesia popolare, custodita in una semplice frolla

Condividi

A Ravenna, il 25 novembre non è una data qualunque. È la festa di Santa Caterina d’Alessandria, patrona degli insegnanti e degli studenti, ma anche delle sarte e delle giovani fanciulle in cerca di marito. In questo giorno, le pasticcerie, i forni e le case si riempiono di un profumo confortante, quello delle Caterine, biscotti di frolla decorata che appartengono più al rito che alla semplice consuetudine. Nati in una città che da secoli intreccia arte e devozione, raccontano con la loro forma un universo di simboli e di memorie condivise.
La tradizione vuole che le Caterine abbiano due sembianze principali: la bambolina, detta in dialetto “bambuzèna”, e il gallo o la gallina. La prima è destinata alle bambine, la seconda ai bambini, a simboleggiare un dono reciproco e benaugurante, un piccolo scambio di affetto nel nome della santa protettrice.
Le origini del dolce si perdono nel tempo, ma la leggenda più nota risale all’Ottocento. Si racconta che un giovane pasticcere, innamorato di una sarta, le avesse inviato dei biscotti a forma di bambolina come dichiarazione d’amore, proprio nel giorno dedicato a Santa Caterina. Da quel gesto semplice e poetico nacque un’usanza capace di unire religione, sentimento e mestiere artigiano, che continua ancora oggi a rinnovarsi ogni autunno.
Oggi come allora, le Caterine compaiono solo per questo breve periodo dell’anno. Le vetrine delle pasticcerie ravennati si animano di sagome infantili, vestite di glasse lucide, codette colorate e perline argentate. Ogni laboratorio interpreta la tradizione a modo suo, ma la sostanza resta la stessa: una pasta frolla spesso profumata al limone, cotta fino a raggiungere una doratura leggera, simbolo di purezza e di festa.
Offrire una Caterina, però, non significa soltanto regalare un dolce. È un gesto d’affetto e di augurio, un linguaggio silenzioso che attraverso il cibo esprime legame e benevolenza. Nella forma antropomorfa o animale si con- centra un messaggio di vita, di protezione e di continuità, che un tempo scandiva le relazioni familiari e sociali.
Dal punto di vista antropologico, questa usanza si inserisce nel più ampio sistema delle “feste di dono” tipiche del calendario rurale romagnolo, in cui ogni ricorrenza univa lavoro, fede e convivialità. Così la cucina diventava memoria collettiva, un modo per raccontare la propria terra e rinsaldare l’identità comunitaria attraverso i sapori.
Oggi, in un’epoca dominata da estetiche globali e da pasticceria d’autore, le Caterine rappresentano un piccolo atto di resistenza culturale. Sono molto più di un biscotto: una testimonianza viva della cultura ravennate, fatta di affetto, artigianalità e poesia popolare custodita in una semplice frolla.
E prepararle il 25 novembre, magari con i bambini, come un tempo, significa riconnettersi a un gesto antico e autentico, che celebra il valore del dono e la bellezza dei legami umani.

La citazione di Spallicci
Il poeta Aldo Spallicci, nella sua raccolta del 1922, scriveva: “Par Santa Catarena e gal e la galèna, la bëla bambuzèna…”, un verso che restituisce il sapore ingenuo e gioioso della festa, quando i bambini aspettavano il 25 novembre per ricevere il loro biscotto-regalo, colorato e profumato di agrumi.

Screenshot 2025 11 09 Alle 14.15.36

ECCO COME PREPARARE LA BAMBOLINA O IL GALLETTO
Ingredienti (per 18-20 pezzi): 500 grammi di farina 0; 100 grammi di burro fuso e raffreddato; 200 grammi di zucchero semolato; 2 uova intere (medie); 8 grammi di lievito chimico per dolci; scorza grattugiata di 1 limone non trattato; cioccolato fondente 70 % q.b.; zuccherini colorati, perline argentate, codette.

Preparazione. Montare uova e zucchero fino a ottenere un composto omogeneo. Poi aggiungere il burro a temperatura ambiente e la scorza di limone. Infine unire la farina con il lievito e impastare brevemente, fino a ottenere una pasta liscia. Avvolgere l’impasto in pellicola e lasciar riposare in frigorifero per 30 minuti. Trascorso questo tempo, stendere la pasta a circa 1 cm di spessore e ritagliare le sagome di bamboline o galletti. Cuocere in forno statico a 180 °C per 10-12 minuti, fino a doratura leggera. Lasciar raffreddare, poi decorare con cioccolato fuso e zuccherini colorati.

Condividi
CASA PREMIUM

Spazio agli architetti

Palazzo Sidera, nuova sede Cia-Conad, vince un premio internazionale di architettura

La cerimonia di consegna a Parigi. Il progetto è di Tissellistudioarchitetti

Riviste Reclam

Vedi tutte le riviste ->

Chiudi