lunedì
23 Giugno 2025

Si schianta contro un’auto, muore un motociclista di 37 anni

Un motociclista di 37 anni (residente ad Alfonsine) è morto in un incidente avvenuto attorno alle 19.30 lungo via Dismano, all’altezza di Borgo Faina.

Stando alle prime informazioni, l’uomo – in sella a una Yamaha di grossa cilindrata, in direzione Cesena-Ravenna – ha finito con il tamponare un’auto che gli avrebbe tagliato la strada, immettendosi sulla Dismano da via Fosso Ghiaia poco prima il suo arrivo.

Il motociclista è volato contro il guardrail e le sue condizioni sono sembrate fin da subito disperate. Soccorso dagli uomini del 118, il 37enne è morto poco dopo in ospedale. Sotto shock, ma illesa, la donna alla guida dell’Audi.

Sul posto una pattuglia della polizia locale per i rilievi di rito e la gestione della circolazione, con la Dismano rimasta chiusa per diverso tempo.

Il sindacato di polizia: «Cronica carenza di personale. I numeri della questura sono inadeguati»

Dopo l’ultimo episodio di venerdì notte a Marina di Ravenna – con il video diventato virale di un ragazzo fermato per alcuni furti che sfonda il finestrino della volante e scappa – il Sap – Sindacato Autonomo di Polizia alza la voce.

«Facile comprendere lo stato d’animo degli operatori intervenuti che, pur cercando di gestire nel modo migliore possibile tutte le situazioni che si sono trovati di fronte (il presunto ladro è scappato mentre i poliziotti erano momentaneamente impegnati a soccorrere una minorenne aggredita, ndr), hanno visto vanificare i loro sforzi a causa della inadeguatezza del numero di unità intervenute. Certo non si può continuare così!».

«Triste inoltre – continua la nota – l’atteggiamento di chi, riprendendo la scena, commenta con scherno la fuga del malfattore invece di indignarsi di fronte ad un episodio che dovrebbe piuttosto ingenerare timori e preoccupazione nella cittadinanza. Come più volte richiamato anche recentemente dal Sap, la provincia di Ravenna soffre di una cronica carenza di personale. Nel periodo estivo, in assenza di un adeguato contingente di rinforzo, i numeri che la questura può esprimere sono assolutamente inadeguati per soddisfare pienamente sia le esigenze ordinarie che un efficiente ed efficace controllo del territorio, atteso che nei lidi ravennati in estate la presenza di turisti raggiunge numeri molto considerevoli. Troppo spesso si è sopperito a tale carenza ricorrendo all’impiego del personale ravennate, con l’inevitabile conseguenza di appesantire le condizioni di lavoro all’interno degli uffici della provincia, ove la perdurante carenza di uomini, che riguarda tutti i settori, crea situazioni di precarietà, determinando instabilità delle turnazioni e indebolendo territori dove, anche prima del periodo estivo, comunque non era garantita una presenza costante della volante».

Il Sap si impegna quindi a mettere in campo «ogni sforzo per la tutela della categoria» e interverrà in «tutte le sedi opportune affinché si possa ottenere, prima possibile, un adeguato potenziamento dell’organico su tutta la provincia di Ravenna, auspicando inoltre un autorevole intervento del Questore al fine di raggiungere questo obiettivo, ritenuto ormai indifferibile».

«Sulla Palestina restiamo attivi, perseveriamo, non dimentichiamo»

In un momento di guerre che sembrano allargarsi, di situazioni umanitarie sempre più drammatiche e alla vigilia di una nuova manifestazione per Gaza (ne parliamo qui), abbiamo raccolto la testimonianza di Federica Vaghetti, classe 1989, ravennate, laurea in Scienze Diplomatiche internazionale e oggi operatrice umanitaria in un’agenzia delle Nazioni Unite in Cisgiordania da 6 anni. Una scelta di vita, la sua, che le ha permesso di conoscere la realtà palestinese a fondo.

Qual è stato il percorso personale che l’ha portata a diventare un’operatrice umanitaria e una volontaria per l’Onu?

«Ho sempre avuto a cuore la causa palestinese, dai tempi del liceo (il Dante Alighieri, ndr.) fino alla laurea specialistica a Bruxelles. Dopo gli studi ho provato ad inserirmi sul campo ma non è stato facile, ho fatto alcuni tirocini, ho preso un’altra specialistica e sono entrata a lavorare alla Fao sempre a Bruxelles. Ma mi era rimasta la voglia di andare sul campo, nel 2019 il mio compagno trovò impiego con EducAid in Palestina e io lo seguì attraverso il programma UN Volunteers, con un bel progetto che però si è poi cementificato senza evolvere. Ci sono rimasta dal settembre 2019 con Undp e nello specifico il Program of Assistance to the Palestinian People, creato nel 1978, fino all’aprile di quest’anno. Poi mi sono mossa tra Cisgiordania, Gerusalemme est e Gaza, anche se dal 7 ottobre 2023 non sono più tornata Gaza, da quando gli operatori umanitari erano diventati un bersaglio di Israele».

E di cosa si occupava nello specifico come operatrice?

«Mi sono ritrovata a fare un po’ di tutto, il mio ruolo era principalmente quello di research analyst. Mi occupavo di ricerca e stesura di rapporti sulla realtà socioeconomica in analisi, sulle condizioni di vita dei palestinesi e sullo stato dello sviluppo umano della zona. Mi sono occupata di prevenzione e protezione dall’abuso sessuale ai danni della popolazione da parte di operatori umanitari, casi di cui si parla poco ma che sono una realtà. Ero di supporto al senior manager, lavoravo all’organizzazione di incontri e coordinamento con le altre 22 agenzie Onu presenti sul territorio. Abbiamo anche dato molta attenzione a un progetto di uguaglianza di genere per aiutare la popolazione palestinese ad allontanarsi dal patriarcato, lì la divisione tra ruoli maschili e femminili è ancora molto radicata. Lo abbiamo fatto cercando di abbandonare il vecchio metodo e occupandoci sia delle donne sia degli uomini e dei ragazzi, cercando di portare un equilibrio che potesse durare nel tempo».

Quanto possiamo sapere della vera Palestina restando in Italia? Quali sono le discrepanze che nota tra la narrazione di quello che accade nell’area e la realtà che ha vissuto?

«L’informazione italiana dovrebbe allargarsi, tenere conto anche di cosa è successo prima degli attacchi di Hamas del 7 ottobre, oggi si demonizza Nethanyau, ma è iniziato tutto molto prima. Non si parla a sufficienza dell’enorme potere occupante che ha Israele sul territorio, attraverso esercito e coloni, del fatto che sta espandendo il suo dominio e di come lo sta facendo, e di come sta mettendo in ginocchio la popolazione palestinese e privando la Palestina delle capacità economiche che potrebbe avere».

Cosa si può fare? L’Occidente può ancora avere un ruolo per stabilire una pace?

«Bisogna che i governi delle nostre care e perfette democrazie smettano di commerciare con Israele, di vendere armi, bisogna che mettano in atto e rispettino il diritto internazionale, occorrono azioni e non discorsi. Seguendo la logica delle sanzioni alla Russia bisognerebbe attivare le stesse procedure per Israele, è avvilente quando paesi come l’Italia si astengano sui pacchetti di aiuti dall’Occidente. Credo inoltre che come cittadini sia importante rimanere attivi, come atto di solidarietà, le pressioni popolari possono portare a qualcosa, perseveriamo, non dimentichiamoci».

Ma quale potrebbe essere una soluzione realistica, secondo lei?

«Fin quando la Palestina sarà occupata non ci saranno miglioramenti, la soluzione a due stati è secondo me da tempo una strada non percorribile, è dal 1967 che Israele ha ampliato il suo dominio  no a controllare l’80% del territorio palestinese, oggi fuori dalla morsa rimangono pochi centri urbani: Ramallah, Gerico, Betlemme, Ebron. Non ci sono realisticamente le condizioni per due popoli e due stati, a meno che non cambi radicalmente la linea politica della guida israeliana e si apra ad una trattativa ma lo credo utopico. La soluzione a uno stato con dentro tutti è ancora più impraticabile, il tema etnico-culturale, la maggioranza sionista contro la presenza araba… non so quale possa essere una soluzione, non dico che non esista, ma quelle finora esaminate non ritengo possano essere realizzabili».

 

Soccorsa dai volontari Anc fuori dalla discoteca: minorenne collassa per abuso di alcol

Era da poco passata la mezzanotte di oggi (22 giugno) quando una minorenne è stata rinvenuta e soccorsa dai volontari dell’Anc (Associazione Nazionale Carabinieri), in preda a un grave stato di intossicazione etilica davanti alla discoteca di Marina di Ravenna.

La ragazza, di circa 16 anni e probabilmente non residente nel ravennate, è collassata a terra dopo aver consumato un mix di bevande alcoliche. I volontari presenti sul territorio nell’ambito dei servizi di vigilanza e sicurezza hanno immediatamente allertato il 118 e prestato i primi soccorsi.

«L’intervento è stato tempestivo e professionale”, spiega Isidoro MImmi, presidente dell’associazione – Il nostro volontario Željko ha posizionato la ragazza in sicurezza e monitorato i parametri vitali fino all’arrivo dell’ambulanza, giunta rapidamente da Punta Marina». Durante le operazioni di soccorso, è emerso che la giovane avrebbe consumato, al termine della cena, due bicchieri di Jägermeister e una vodka, sviluppando immediatamente dopo convulsioni e perdita di coscienza. La minorenne è stata poi accompagnata

volontari hanno poi gestito anche una seconda situazione critica, prestando assistenza a un’altra giovane che manifestava sintomi di malessere, soccorsa anche dai suoi accompagnatori. L’intervento si è concluso con il trasporto della ragazza al Pronto Soccorso, accompagnata dalla madre giunta sul posto dopo essere stata contattata dai volontari.

«L’episodio si inserisce in un quadro preoccupante che vede sempre più giovani coinvolti in episodi di abuso alcolico, spesso con conseguenze gravi per la salute – dichiarano i volontari Anc – Quello che abbiamo osservato è allarmante: numerosi ragazzi in attesa dell’apertura della discoteca mostravano evidenti segni di alterazione e disorientamento. È un fenomeno che richiede un intervento educativo urgente».

Per questo l’organizzazione annuncia l’avvio di una campagna di sensibilizzazione contro l’abuso di bevande alcoliche tra i giovani, che prenderà il via da luglio.

La lettera aperta dell’assesora Alif dopo le polemiche razziste

A seguito delle polemiche a sfondo razzista circolate sui social a seguito della sua nomina,  riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera aperta di Hiba Alif, nuova assessora del Comune di Ravenna con delega alle Politiche giovanili agenda 2030, politiche abitative e pace

«Mi rivolgo a voi non come chi cerca di giustificare la propria presenza nelle istituzioni, ma come chi porta con sé il peso dolce e urgente del futuro. Sono Hiba, e porto nelle mie mani ventenni non la fragilità dell’inesperienza, ma la forza visionaria di chi sa che il domani si costruisce oggi. Le voci che si sono levate in questi giorni – alcune di sostegno, altre di critica – sono tutte tessere di un mosaico più grande: quello di una città che si interroga sul proprio futuro. Ed è proprio di questo che voglio parlarvi. Non del passato che divide, ma del futuro che unisce.

Quando cammino per le strade di questa città – la mia città, dove sono nata, cresciuta, dove ho imparato a sognare – vedo una Ravenna che pulsa di energia giovanile spesso inascoltata. Vedo ragazze e ragazzi che hanno idee brillanti per la sostenibilità ambientale, che immaginano spazi urbani più vivibili, che inventano soluzioni digitali per problemi antichi. La mia nomina non è un esperimento: è un riconoscimento. È il riconoscimento che l’energia, la creatività, l’urgenza del cambiamento non possono più aspettare in anticamera mentre il mondo corre veloce verso sfide che richiedono risposte nuove.

Tra le deleghe che mi sono state affidate c’è l’Agenda 2030. Non la vedo come un elenco di buone intenzioni, ma come una mappa del tesoro dove il tesoro è il pianeta che lasceremo ai nostri figli. Ogni obiettivo di sviluppo sostenibile è una promessa che Ravenna può mantenere: dalle energie rinnovabili che già illuminano le nostre case, all’economia circolare che può trasformare i nostri rifiuti in risorse. Immagino una Ravenna dove ogni giovane possa permettersi una casa dignitosa, dove le politiche abitative non siano solo numeri su un bilancio ma risposte concrete a chi sogna un futuro nella propria città natale. Immagino quartieri dove generazioni diverse si incontrano, si parlano, si arricchiscono a vicenda.

Mi è stata affidata anche la delega alla Pace. Qualcuno l’ha chiamata “fuffa”. Io la chiamo urgenza. Perché la pace non è solo l’assenza di guerra: è la presenza di giustizia sociale, è l’inclusione che sconfigge la paura dell’altro, è la cultura che vince sull’ignoranza. Ravenna ha una storia millenaria di incontri tra popoli, culture, fedi diverse. I nostri mosaici bizantini parlano di bellezza che nasce dalla diversità dei colori. Noi possiamo essere oggi quello che i nostri antenati furono allora: costruttori di ponti, tessitori di dialoghi, custodi di una convivenza che è ricchezza.

So che molti si chiedono se sia giusto affidare responsabilità così importanti a chi ha vent’anni. La mia risposta è semplice: guardate il mondo con gli occhi di chi ci dovrà vivere per i prossimi settant’anni. Vedrete che l’urgenza del cambiamento non può aspettare la gradualità dell’esperienza. Non sono qui per rappresentare solo i giovani. Sono qui per rappresentare quella parte di ogni ravennate – giovane o anziano – che crede che si possa fare meglio, che si debba osare di più, che si possa sognare in grande pur rimanendo con i piedi per terra.

Oggi vi propongo un patto. Non vi chiedo di fidarvi ciecamente di me, ma di fidarvi della vostra stessa capacità di cambiamento. Vi chiedo di lavorare insieme per una Ravenna che sia faro nel Mediterraneo: per la sostenibilità, per l’innovazione, per l’accoglienza, per la pace. Ogni progetto che porterò nelle aule istituzionali, ogni proposta che nascerà dal mio assessorato, sarà frutto di ascolto. Ascolto dei giovani, sì, ma anche di chi ha costruito questa città prima di noi. Perché il futuro si scrive solo quando le generazioni si parlano invece di combattersi.

Chiudo con una promessa che è anche una sfida: giudicatemi per quello che farò, non per quello che sono. La mia età, le mie origini, il mio genere non sono né debolezze né punti di forza: sono semplicemente parte di chi sono. Ma quello che conta davvero è quello che faremo insieme per questa città. Nei prossimi anni vedrete progetti concreti nascere da questa visione. Vedrete giovani coinvolti non come spettatori ma come protagonisti delle scelte che li riguardano. Vedrete Ravenna diventare sempre più un laboratorio di futuro sostenibile, un esempio di come si possa crescere rispettando l’ambiente e includendo tutti.

Il futuro non è un luogo dove andare, è un luogo da costruire. E si costruisce mattone dopo mattone, progetto dopo progetto, sogno dopo sogno. Io sono pronta. La domanda che vi lascio è: siete pronti anche voi a partire per questo viaggio verso una Ravenna più giusta, più sostenibile, più accogliente? Il domani inizia oggi. Inizia qui. Inizia con tutti noi».

 

Minorenne aggredita con una catena dopo un furto alla Notte Rosa

Rapina con aggressione a Marina di Ravenna, nella prima serata della Notte Rosa, tra venerdì 20 e sabato 21 luglio. Le volanti della polizia sono intervenute nei pressi della discoteca di via Mameli intorno alle 4 del mattino, allertate dai testimoni della vicenda che avevano già circondato il ladro impedendone la fuga. A terra, una ragazza immediatamente soccorsa e trasportata trasportata in pronto soccorso dal 118.

Durante la serata, l’uomo (un 28enne di origine egiziana) avrebbe rubato il cellulare a una giovane coppia e quando la ragazza, minorenne, lo avrebbe inseguito per farsi restituire lo smartphone sarebbe stata aggredita anche con una catena, che il malvivente portava al collo e che ha utilizzato come arma improvvisata per percuotere l’adolescente e lasciarla poi distesa al suolo. Per lei, la prognosi iniziale sarebbe di 20 giorni. 

L’uomo è stato fermato, ma poiché era trascorso troppo tempo dal momento del fatto all’arrivo della polizia, la flagranza di reato non sussisteva più ed è stato quindi momentaneamente rilasciato.

Nello stesso frangente, a pochi metri di distanza, un 26enne di origine marocchina fermato dalla polizia perché sospettato di essere l’autore di furti in auto avvenuti durante quella sera è fuggito dalla volante rompendo il finestrino, approfittando della distrazione degli agenti impegnati nel soccorso della ragazza e nel fermo del 28enne.

Sfonda il finestrino della pattuglia e fugge mentre i poliziotti soccorrono una ragazza rapinata

Un giovane, sospettato di alcuni furti su auto in sosta, è riuscito a fuggire dall’abitacolo di una pattuglia della polizia dopo aver sfondato il finestrino laterale posteriore, approfittando della momentanea assenza degli agenti impegnati a soccorrere una ragazza rapinata. È accaduto nella notte tra il 20 e il 21 giugno a Marina di Ravenna.

A distanza di un giorno l’episodio è diventato di una certa notorietà, anche oltre i confini locali, perché una pagina Instagram che conta oltre un milione di follower, “Welcome to Favelas”, ha pubblicato il video della scena della fuga girato da un passante con un telefonino.

Il giovane, un 26enne marocchino già noto alle forze dell’ordine, era stato fermato verso le 3.30 dalla polizia che aveva ricevuto segnalazioni di furti e danneggiamenti su vetture in centro a Marina. Non si era trattato di un arresto in flagranza, ma alcuni elementi lasciavano ipotizzare che quello fosse l’autore. Il giovane non era in stato di arresto: la volante lo avrebbe dovuto portare in questura per accertamenti ulteriori.

In quei frangenti è andata in scena una violenta rapina in strada in viale delle Nazioni, nella zona degli street bar e della discoteca Matilda-Touché. Un 28enne egiziano ha usato una pesante catena che portava al collo per colpire una ragazza minorenne e rubarle il telefonino. La pattuglia nelle vicinanze è intervenuta sull’emergenza: l’autore dell’aggressione è stato arrestato e la vittima soccorsa in attesa dell’ambulanza (20 giorni di prognosi).

Nei momenti del soccorso alla ragazza, rimasta a terra dopo i colpi subiti, il giovane nella pattuglia è riuscito ad abbattere il finestrino a calci per poi sgusciare fuori e darsi alla fuga verso gli stradelli dei bagni. Non è stato ancora rintracciato, ma la polizia conosce le sue generalità.

Rientrava in bici dopo una serata al circolo: travolto da una moto e morto a 96 anni

Scontro fatale nella notte di venerdì 20 giugno sulla circonvallazione San Gaetanino: erano passate da poco le 22 quando Michele Montuschi, 96enne russiano residente in via Fringani a Ravenna, stava rincasando in sella alla sua bici, come spesso accadeva dopo una partita a carte al vicino circolo repubblicano Guerrini, quando è stato investito da una moto Benelli condotta da un 30enne bolognese residente a Ravenna.

Lo scontro, avvenuto all’altezza del civico 37, è stato tragico per l’anziano, trasportato d’urgenza al Bufalini di Cesena dove non è riuscito a superare la notte. La vicenda è raccontata nel dettagli sui principali quotidiani in edicola oggi, dove si raccolgono le prime testimonianze dell’accaduto.

Secondo quanto riportato dai testimoni infatti l’impatto sarebbe avvenuto nei pressi della linea di mezzeria quando è stato travolto dalla moto, probabilmente mentre cercava di svoltare.

Sul posto il 118, che si è occupato di trasferire Montuschi all’ospedale di Cesena e il motociclista, non in pericolo di vita, al al pronto soccorso di Ravenna. La polizia locale ha invece provveduto al sequestro della moto e avviato accertamenti con l’ausilio di eventuali telecamere di sorveglianza. Per 30enne, risultato negativo all’alcooltest, si aprirà un fascicolo per omicidio stradale.

Michele Montuschi, vedovo, lascia un figlio, Paolo, che lo ricorda con affetto: «Un uomo “di una bontà estrema, disponibile con tutti e sempre pronto ad aiutare». Anche gli amici e lo staff del circolo Guerrini si uniscono al cordoglio. Nella vita aveva lavorato come camionista, barista del circolo Guerrini e dipendente della concessionaria De Stefani.

Il comune di Cervia convoca la prefettura per discutere di sicurezza urbana

A seguito delle crescenti polemiche dei cittadini sulla “malamovida” e agli episodi registrati nella prima parte della stagione, l’Amministrazione comunale di Cervia organizza un incontro operativo con la Prefettura in merito alle criticità sui temi di decoro e sicurezza urbana in alcune aree del territorio.

Nelle ultime settimane sono state messe in atto diverse operazioni in collaborazione con le forze dell’ordine per verificare il rispetto delle ordinanze emesse a tutela del decoro urbano e della quiete pubblica (in particolare la n. 17/2025 “Misure a tutela del decoro urbano, della quiete pubblica e della sicurezza nella località di Milano Marittima).

Il tavolo con il prefetto Raffaele Ricciardi è in programma per la prossima settimana e al centro della discussione ci sarà la corretta valutazione della situazione e lo studio di ulteriori forme di attività di prevenzione, controllo e repressione insieme alle Forze dell’Ordine.

Il Sindaco Mattia Missiroli e il Vicesindaco con delega alla Sicurezza Gianni Grandu hanno dichiarato: «Ringraziamo il Prefetto Raffaele Ricciardi per l’attenzione e la disponibilità dimostrate nei confronti della nostra località e delle criticità che stiamo attraversando».

Nel frattempo, venerdì 27 giugno gli abitanti di Milano Marittima hanno organizzato autonomamente una manifestazione pacifica contro la “malamovida” davanti alla rotonda primo maggio, a partire dalle 18.30.

Frontale tra due auto in via Bagnara: due feriti con codice di massima gravità

Grave incidente nel pomeriggio di oggi, poco dopo le 16, lungo via Pilastrino, tra Bagnara di Romagna e Solarolo.
A scontrarsi in un frontale sono state una Volkswagen Golf guidata da un ragazzo di età probabilmente compresa tra i 20 e i 30 anni anni e una Hyundai i20 con a bordo una donna sulla quarantina.

Mentre la Golf viaggiava in direzione solarolo, la Hyundai proceva in senso contrario, fino al forte impatto, avvenuto per dinamiche ancora in corso di accertamento, che ha richiesto il tempestivo intervento dei soccorritori. Entrambi i conducenti sono stati trovati coscienti, ma sono stati ricoverati con codice di massima gravità. La donna è stata trasportata all’ospedale Bufalini di Cesena in elisoccorso, mentre il giovane è stato accompagnato nello stessa struttura con una delle due ambulanze giunte sul posto.

Per consentire le operazioni di soccorso e i rilievi del caso, via Pilastrino risulta ancora chiusa al traffico. Sul luogo dello scontro è intervenuta anche la Polizia Locale dell’Unione dei Comuni della Romagna Faentina, che si sta occupando della ricostruzione dell’esatta dinamica del sinistro.

Inaugurato il nuovo Ospedale di Comunità: 20 posti letto per un’assistenza vicina al territorio

Russi compie un nuovo importante passo avanti nel percorso per lo sviluppo della rete dei servizi territoriali di Ausl Romagna, inaugurando il nuovo ospedale di Comunità (Odc) con valenza interdistrettuale, coinvolgendo le aree territoriali di Ravenna, Lugo e Faenza.

L’Odc nasce negli spazi dell’ex Ospedale di Russi, struttura storica voluta da Francesco e Giovanna Maccabelli tra il 1700 e il 1800. Oggi il presidio conta 13 camere di degenza per un totale di 20 posti letto, in un ambiente totalmente rinnovato e caratterizzato da spazi ampi, funzionali che riflettono attenzione per l’umanizzazione dell’assistenza. La realizzazione del nuova nuovo polo rientra negli interventi finanziati dal Pnrr – Missione 6 per una valore totale di 1 milione e 89 mila 846 euro. L’allestimento interno (dagli arredi alle attrezzature informatiche e sanitarie) è stato invece reso possibile dalla generosità di aziende del territorio, associazioni, istituzioni bancarie, imprese e privati cittadini, per un totale di oltre 220 mila euro.

La struttura prevede, oltre ai locali di servizio, una palestra riabilitativa gestita da fisioterapisti (aperta anche a utenti non ricoverati) e diversi locali volti alla socializzazione, come soggiorno con libreria, TV, zona cucina con frigorifero e forno a microonde.

La funzione principale di queste strutture è quella di accorciare le distanze tra l’assistenza domiciliare e l’ospedale, per tutte quelle persone che non hanno necessità di essere ricoverate in reparti specialistici, ma necessitano di un’assistenza sanitaria che non potrebbero ricevere a casa. Progettata come una struttura a gestione infermieristica con  infermieri e Oss che garantiscono una assistenza continuativa 24 ore al giorno, la presenza medica è garantita per 4,5 ore al giorno dal lunedì al sabato.

I primi pazienti, Maria e Maurizio (entrambi russiani), sono stati accolti a partire da lunedì 19 maggio e, ad oggi la struttura è pienamente operativa. L’ingresso può avvenire tramite l’ospedale (su proposta del personale medico e infermieristico dell’Unità Operativa) oppure direttamente dal domicilio, su proposta del Medico di Medicina Generale. La degenza è totalmente gratuita e si pone come obiettivo la realizzazione di uno specifico progetto di cura che, di norma, si conclude entro i 30 giorni. Questo progetto può essere assistenziale, riabilitativo o sociale e viene condiviso con l’assistito e con le sue persone di riferimento (caregiver) sin dai primi giorni da un professionista esperto nella definizione dei percorsi di cura (CaseManager).

«Una riqualificazione dal grande valore sociale. L’ospedale di comunità di Russi ci parla di un luogo ricco di storia che ritorna a essere centro di un servizio sanitario – commenta il presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale -. Una struttura che risponde a un’esigenza sempre più sentita: offrire un’assistenza qualificata e continuativa a pazienti che necessitano di cure ma non di un ricovero ospedaliero specialistico. Un bel risultato a servizio delle aree di Ravenna, Lugo e Faenza, frutto di quel processo di integrazione di servizi di assistenza sanitaria nel quale la Regione crede fortemente».

La spiaggia di Cervia protagonista di due appuntamenti su Rai 1

Due appuntamenti televisivi in Rai con le spiagge di Cervia e Milano Marittima: gli inviati di Linea Verde e Camper hanno recentemente fatto visita alla Città del Sale per raccontare: «la bellezza di una cittadina dove si cammina sempre all’ombra, promuovendo questo luogo di vacanza perfetto per chi vuole trascorrere una vacanza di lusso e godere appieno di  innumerevoli servizi di qualità».
Le due trasmissioni andranno in onda nei prossimi giorni: domenica 22 giugno sarà la volta di Linea Verde che vedrà il presidente Fabio Ceccaroni insieme alla conduttrice Margherita Granbassi raccontare tutte le novità dell’Accademia del salvataggio di Cervia, unica in Italia, fiore all’occhiello della Cooperativa che anche quest’anno ha schierato 80 marinai di salvataggio su 9 km di costa.
Lunedì 23 giugno andrà invece in onda un servizio nella trasmissione Camper, il programma di Rai Uno, condotto da Peppone Calabrese che accende i riflettori sui luoghi di vacanza più belli del Belpaese. L’inviata Elisa Silvestrin, accompagnata dal consigliere della Cooperativa bagnini Danilo Piraccini, si concentrerà sul nuovo lungomare di Milano Marittima, tra i campi da tennis rossa e l’elegante spiaggia, tra un’intervista ai marinai di salvataggio e una lezione di yoga in riva al mare.
«Siamo impegnati, come ufficio comunicazione, nella promozione di Milano Marittima – afferma la Cooperativa bagnini di Cervia – per premiare una località bellissima che oggi viene messa sotto i riflettori per episodi non consoni e con una narrazione completamente sbagliata in piena stagione. Questa località è una perla e si distingue, invece, per la sua eleganza, unica della Riviera con ben cinque alberghi a 5 stelle, immersa nella pineta, con spiagge elegantemente arredate che offrono servizi di alta qualità».

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