lunedì
25 Agosto 2025

Riapre il Moog Slow Bar, in una nuova sede in via Corrado Ricci

L’obiettivo è inaugurare entro la fine di giugno

Moog

Era una notizia attesa da tanti frequentatori del locale chiuso nel novembre del 2023 in vicolo Padenna: il Moog Slow Bar riapre in una nuova sede, sempre in centro a Ravenna.

La notizia è riportata dal Carlino Ravenna in edicola oggi, 8 maggio, in cui i titolari raccontano il nuovo progetto, che sarà simile a quello del vecchio Moog (quindi con iniziative culturali e musicali). Il locale nascerà in un luogo ancora “inesplorato”, una corte interna in via Corrado Ricci, al civico 8, con ingresso dal portone di fianco alla piadineria “L’ingrediente segreto”.

I lavori sono in corso e l’obiettivo è riuscire a inaugurare entro la fine di giugno.

Faenza ai quarti di finale play-off del campionato nazionale di serie B

Contro la favorita Roseto. Eliminata invece l’Orasì Ravenna

Basket Ravenna
Tifosi e giocatori del Ravenna durante l’ultima partita della stagione a Jesi

Faenza entra nel tabellone dei play-off del campionato nazionale di serie B di basket, mentre per Ravenna la stagione è finita. È questo il verdetto dell’ultimo turno dei play-in, sorta di spareggio per accedere appunto ai quarti di finale dei play-off promozione (che mettono in palio 3 posti in A2).

Sono 16 le squadre ancora in gioco, suddivise in due tabelloni distinti che partono dai quarti di finale, da disputare al meglio delle cinque partite, in programma da domenica 11 fino eventualmente a mercoledì 21 maggio.

Faenza dopo la vittoria di ieri sera (7 maggio) contro Casale Monferrato (82-66) disputerà il proprio quarto di finale contro Roseto, che ha vinto il proprio girone e che quindi partirà con il vantaggio (oltre che del pronostico) del fattore campo.

La corsa di Ravenna (che a differenza di Faenza, sempre in zona playoff durante la stagione regolare, si è regalato i play-in con l’obiettivo salvezza in tasca solo da poche settimane) termina invece a Jesi (71-60 per i marchigiani nella gara secca di mercoledì sera, sempre valida come ultimo turno dei play-in).

Rasha Nahas e Nada Elia. Atti di resistenza di due donne palestinesi

Alla vigilia della mobilitazione social del 9 maggio “L’ultimo giorno di Gaza – L’Europa contro il genocidio”, riceviamo e volentieri pubblichiamo questo intervento dell’attivista Marina Mannucci, scritto all’indomani del concerto ravennate di Rasha Nahas, per tenere alta l’attenzione sulla Palestina.

Articolo Mannucci Rasha Nahas Concerto Teatro Rasi 2025 04 25 18 17 09

Il 24 aprile, al Teatro Rasi di Ravenna, il concerto di Rasha Nahas ha aperto la prima rassegna realizzata in Italia dedicata alla diaspora palestinese; i successivi concerti in programma di Kamilya Jubran, 47Soul e Bashar Murad si terranno rispettivamente il 23-24-25 maggio al Teatro Alighieri di Ravenna; eventi promossi dal Festival delle Culture in collaborazione con Ravenna Festival.

Accompagnata sul palco da Jelmer De Haan al basso e Altair Chague alla batteria, Rasha Nahas, per mezzo della forza della sua musica, delle parole scelte, delle lingue utilizzate, come anche del suo linguaggio – un misto di storia, arte e poesia – ha suscitato l’interesse, il coinvolgimento emotivo e l’apprezzamento di un pubblico composto soprattutto da ragazze e ragazzi che avevano gremito il teatro. Lo stile musicale di quest’artista intreccia influenze musicali tradizionali e popolari dei villaggi palestinesi di Tarshiha nell’Alta Galilea e di Haifa, dove è nata e cresciuta, con la cruda intensità del rock elettrico di Berlino, dove la compositrice, cantante, cantautrice e strumentista attualmente vive. Rasha suona e scrive canzoni fin da bambina. Crescendo, studia chitarra classica e produce canzoni e le esegue dal vivo; si esibisce nei locali pubblici di Haifa con musicisti e gruppi, diventando una figura di spicco della scena musicale underground palestinese. Nel 2016 esce il suo primo Ep in lingua inglese Am I, prodotto tra Haifa e Bristol nel Regno Unito. All’età di ventuno anni l’artista si trasferisce a Berlino dove nel 2021 debutta con l’album rock teatrale-poetico in lingua inglese, acclamato dalla critica, Deserted, prodotto dall’etichetta Rmad Records; nei brani, vi è il racconto del suo “viaggio Haifa-Berlino”. Nel 2023 Rasha pubblica Amrat (A volte in arabo), dell’etichetta indipendente britannica Cooking Vinyl, lavoro che segna il suo approccio con testi in lingua araba, in cui esplora temi del dualismo urbano e rurale: «C’è una ragazza libera che balla a piedi nudi su una montagna. Nei suoi occhi si vede il riflesso del mare». L’album, registrato sulle alture occupate del Golan, vanta il contributo di musicisti di spicco della scena musicale indo-palestinese. Rasha ha una vasta esperienza come compositrice e autrice anche per il cinema e il teatro; tra i suoi lavori la creazione di pezzi originali per la scena artistica berlinese e il Thalia Theater di Amburgo. Nel 2024 Rasha interpreta un ruolo speciale nella seconda stagione della sitcom televisiva britannica We are Lady Parts, scritta e diretta da Nida Manzoor; la serie segue un gruppo punk rock britannico composto interamente da donne musulmane. Rasha è tra le prime donne a essere selezionata a ricevere un compenso dalla Bertha Foundation Artivism Awards, un programma che offre finanziamenti ad artisti/e attivisti/e, collettivi artistici e organizzazioni per utilizzare l’arte come un appello all’azione, nonviolento, per suscitare un cambiamento misurabile in una comunità. In un’intervista del 2023 in cui la giornalista di 972 Magazine, Vera Sajrawi, chiede a Rasha cosa significhi per lei essere un’artista indipendente, donna, araba, palestinese, lei risponde che «A volte significa tutto e a volte non significa niente» e che il suo rapporto con la sua identità cambia quando è nella diaspora rispetto a quando è in Palestina. «Quando torno a casa, faccio parte di una comunità: le persone mi assomigliano, si vestono come me, e c’è un discorso in cui le idee vengono condivise. Ma quando sono in Europa, sento di funzionare in un diverso ruolo – come i miei capelli neri e ricci hanno un posto diverso qui, e il mio corpo come persona di colore, un’artista donna, svolge una funzione diversa quando sono fuori dal mio ambiente».

Nada Elia
Articolo Mannucci Nada Elia Copertina Libro«“La Palestina è una questione femminista”, scrive Nada Elia all’inizio del terzo capitolo di questo libro. In buona parte, come l’autrice approfondisce, è una questione femminista perché le donne sono state particolarmente penalizzate dall’occupazione israeliana. Uccise, stuprate, obbligate a partorire sotto il controllo medico israeliano, denutrite, costrette a vedere i propri figli e figlie morire sotto le bombe, nelle camere di tortura, o negli ospedali, le donne palestinesi hanno costituito fin dalla Nakba del 1948 un bersaglio chiave di Israele». Questa citazione è tratta dalla prefazione di Francesca Coin e Sara R. Farris alla traduzione italiana del libro di Nada Elia, Greater that the sum of our parts. Feminism. Inter/Nationalism, and Palestine (London, Pluto Press, 2023), scrittrice palestinese della diaspora, attivista del Palestinian Feminist Collective e docente di Global and Gender studies alla Western Washington University, che ha scelto, come titolo, proprio l’affermazione: La Palestina è una questione femminista.

Prendendo spunto dal fenomeno noto in inglese con l’acronimo Fep (Feminist Except for Palestine) relativo a eventi che risalgono agli anni Sessanta, quando diverse femministe arabe vennero abbandonate da gruppi di femministe americane per il loro sostegno alla causa della liberazione palestinese, Elia sostiene che il cosiddetto femminismo del Nord del mondo spesso, ancora, si rifiuta di prendere atto delle condizioni delle donne palestinesi, come dimostra la loro continua esclusione dai dibattiti nazionali e globali sui problemi delle donne. Le donne progressiste non bianche e indigene, insieme alle donne bianche antimperialiste e antirazziste, oggi però, sono fermamente antisioniste e sostengono che ideologie che si basano su supremazia e discriminazione sono inconciliabili con il femminismo e non possono che essere riconosciute come supremazie di genere (se ne parla a pagina 116 del libro). L’autrice sostiene, infatti, che il progetto sionista sia coloniale e per questa ragione assoggetti le donne in quanto portatrici delle tradizioni del passato e della riproduzione biologica legata al futuro del popolo colonizzato.

Articolo Mannucci Nada EliaLa questione palestinese è, indubbiamente, una questione coloniale e, in quanto tale, bisogna studiarla a partire dalla cultura razzista che attribuisce al colono una presunta supremazia e alla popolazione occupata una presunta inferiorità; una logica di disumanizzazione per sostituire un popolo con un altro. Il documentario No Other Land, premiato al Festival Internazionale del Cinema di Berlino e come migliore documentario agli Oscar 2025, diretto, prodotto, scritto e montato dal collettivo palestinese-israeliano formato da Basel Adra, Yuval Abraham, Hamdan Ballah e Rachel Szor, ben lo dimostra. Quando nel gennaio del 2023 esce l’edizione inglese del suo libro, Nada Elia non poteva sapere quanto sarebbe successo nel giro di pochi mesi; la sua intenzione è mostrare «il volto cattivo di Israele come stato coloniale d’insediamento e del sionismo come ideologia razzista» (ne scrive a pagina 17) e dare rilievo all’attivismo delle donne, delle persone queer, delle/dei giovani palestinesi e anche all’attivismo della diaspora che, ovunque nel mondo, si interseca con altre lotte che si rispecchiano in sfaccettature anche della lotta palestinese. L’autrice sostiene che la Palestina è una questione anticarceraria, anticoloniale, antirazzista, ecologista, femminista e, grazie anche all’approfondimento delle differenze e delle somiglianze tra sistema israeliano e sudafricano, trae spunti utili per auspicare equi riconoscimenti al popolo palestinese. Il suo interesse si focalizza sulla componente di genere del colonialismo d’insediamento e del razzismo; l’apartheid in quanto sistema di razzismo legalizzato è l’esito del colonialismo in quanto manifestazione imperialista. La «Palestina – scrive Elia – è un paese colonizzato il cui popolo indigeno è stato spossessato e privato dei diritti, mentre i coloni, protetti dall’esercito, dalle forze di polizia e dal sistema legale di uno stato coloniale, hanno preso il sopravvento e continuano a sottrarre terre, case, villaggi e risorse naturali palestinesi» (citazione da pagina 27). La Nakba (catastrofe) è ancora in corso. Colonialismo d’insediamento, violenza di stato e femminicidi sono riconducibili a un unico disegno: questa la tesi sostenuta nel libro a motivazione del perché la lotta palestinese debba essere intesa anche come lotta femminista e abolizionista intersezionale. Nel libro vengono evidenziate le azioni delle donne palestinesi nel contrastare il colonialismo dai giorni del mandato britannico a oggi, anche se il lungimirante attivismo dal basso delle donne «è stato marginalizzato in seguito agli accordi di Oslo del 1993, che hanno facilitato il ritorno al potere di politici palestinesi maschi che chiaramente mancavano dell’immaginazione trasformativa necessaria per farci uscire dal pantano del “processo di pace”» (citazione da pagina 33). Elia sostiene la tesi della necessità di guardare oltre l’invenzione coloniale delle dicotomie, che sia la soluzione dei due stati, di madrepatria e diaspora, di ebrei e arabi: «[…] dopo decenni di tentativi da parte di governi e politici di istituire uno “stato” palestinese indipendente, gli intellettuali e gli attivisti palestinesi guardano oltre la soluzione di due stati, esplorando la nazionalità in un’ottica decoloniale piuttosto che di costruzione statuale. È questa la visione trasformativa, abbracciata dalle attiviste femministe palestinesi, che accompagna le loro invocazioni abolizioniste» (pagina 37).

Nel primo capitolo, in cui sono approfondite la questione del colonialismo d’insediamento e la resistenza indigena, vengono riportate citazioni di diversi pensatori sionisti, tra cui Benny Morris (docente di Storia al Dipartimento di Studi Medio-orientali della Università Ben Gurion del Negev a Be’er Sheva, Israele), autore di diversi libri sulla fondazione di Israele e di ricerche approfondite negli archivi dell’esercito israeliano, che non nega l’espulsione del popolo palestinese e, in un’intervista concessa al quotidiano israeliano indipendente Haaretz, afferma: «Non sarebbe nato uno stato ebraico senza lo sradicamento di settecentomila palestinesi. Era quindi necessario sradicarli. Non c’era altra scelta che espellere quella gente. Era necessario ripulire l’entroterra, ripulire le zone di confine e ripulire le strade principali. Era necessario ripulire i villaggi da cui si sparava sui nostri convogli e sui nostri insediamenti». Scrive ancora Elia: «Morris ritiene che l’espulsione di oltre settecentomila palestinesi sia stata insufficiente e che David Ben-Gurion, comandante delle milizie sioniste nel 1948, avrebbe dovuto espellere ogni singolo palestinese»; affermazione supportata dal seguito dell’intervista rilasciata a Haaretz dallo storico: «Una volta cominciata l’espulsione, forse avrebbe dovuto finire il lavoro. So che questo stupisce gli arabi, i liberali e la gente politicamente corretta. Ma la mia sensazione è che questo luogo sarebbe più tranquillo e conoscerebbe meno sofferenze se la questione fosse stata risolta una volta per tutte. Se Ben-Gurion avesse portato a termine una grande espulsione e ripulito l’intero paese, l’intera Terra di Israele, fino al fiume Giordano. Un giorno potremmo scoprire che è stato il suo errore fatale. Se avesse portato a termine un’espulsione totale, piuttosto che parziale, avrebbe stabilizzato lo Stato di Israele per generazioni». Per Elia, come del resto per i palestinesi tutti, rimane un imperativo mettere in discussione la retorica sionista in Occidente ed anche il genderwashing operato dal colonialismo d’insediamento che mette in risalto la cultura apparentemente aperta e le libertà sessuali di Israele, come è altrettanto fondamentale presentare la causa palestinese come una causa decoloniale, come un impulso irreprimibile verso la liberazione e la giustizia. Si tratta di una resistenza all’imperialismo, al colonialismo e all’oppressione, non di “terrorismo”, né di odio antiebraico.

In una Nota terminologica l’autrice puntualizza: «In tutto il libro, con Palestina mi riferisco all’intero paese, dal fiume Giordano al mar Mediterraneo. La nazione esiste da migliaia di anni e continua a esistere ancor oggi. Il fatto che Israele occupi attualmente quella terra cambia lo status politico della Palestina, ma non ne preclude l’esistenza. Inoltre, la crescente presa d’atto che non ci sanno mai due stati tra il fiume e il mare, che l’unità del popolo palestinese non può essere negata nonostante la frammentazione politica e geografica e che una visione del mondo decoloniale capace di andare oltre il concetto di stato-nazione è una precondizione necessaria per l’autodeterminazione, conferma che la Palestina non può essere divisa» (alle pagine 39-40 del libro).

Marina Mannucci

Snodi e hub strategici al centro del terzo appuntamento del Biciplan

 Al via anche un percorso collaterale per la messa in sicurezza delle zone più critiche

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Faventia Sales si prepara a ospitare il terzo incontro del Biciplan, il percorso partecipativo studiato nel faentino per la promozione di una mobilità più green e sostenibili, partendo dal perfezionamento delle infrastrutture della città. Il nuovo appuntamento è fissato per giovedì 8 maggio, alle 18.

Al centro della serata, l’individuazione degli snodi e degli hub strategici della città: luoghi chiave per potenziare la rete ciclabile, valorizzare le connessioni esistenti e immaginare nuove funzioni in grado di rendere Faenza sempre più inclusiva e accogliente per chi si muove in bicicletta o sceglie forme di mobilità lenta.

Nei precedenti incontri invece sono stati esaminati i punti di forza e le criticità della ciclabilità faentina: dai tavoli di lavoro sono emerse proposte concrete e temi ricorrenti, tra cui l’anello attorno al centro storico, la direttrice verso nord, la via Emilia come asse centrale e gli accessi ai quartieri sud ed est. Tra le criticità più sentite, è invece emersa la necessità di interventi in via Fratelli Rosselli. Proprio alla luce di queste necessità, l’area sarà oggetto di un nuovo percorso di co-progettazione, sempre nell’ambito del Biciplan, che prenderà il via sabato 17 maggio (ritrovo alle ore 10 davanti al Centro Sociale Borgo). Sarà solo il primo di una serie di incontri guidati dal team di esperti del Politecnico di Torino, per progettare interventi mirati per il miglioramento della ciclabilità della zona.

Gli esiti di entrambi i percorsi saranno presentati negli eventi conclusivi previsti per il 13 e 14 giugno 2025. La partecipazione è aperta a tutti, senza necessità di prenotazione o iscrizione.

Un corso per formare nuovi tecnici del turismo esperti in intelligenza artificiale

Le iscrizioni sono aperte fino al 25 maggio. Alle 180 ore di lezione in aula si affiancheranno 120 ore di stage in azienda

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Cervia si prepara a formare nuovi tecnici del marketing in ambito turistico: prenderà il via a giugno il nuovo corso finanziato da fondi regionali e europei, realizzato dal Ial Emilia-Romagna in collaborazione con Cervia In per la formazione di “Tecnico del Marketing Turistico con competenze di Intelligenza Artificiale”.

Il corso, della durata di 300 ore (180 di formazione in aula e 120 di stage in azienda) è completamente gratuito e finalizzato al rilascio di un certificato di qualifica professionale. Le lezioni si svolgeranno nella sede dello Ial di Cervia (via Marconi 6) e si concluderanno a febbraio 2026.

L’offerta è destinata a giovani e adulti, in possesso di un diploma di scuola media superiore (o titolo equivalente) e fornirà le competenze fondamentali per analizzare il mercato e i dati turistici attraverso strumenti digitali, progettare offerte turistiche personalizzate, implementare strategie di comunicazione e promozione digitale, integrare l’IA nei processi decisionali e operativi, migliorando l’efficacia del marketing e l’esperienza del cliente.

Il corso inizierà nella prima settimana di giugno, con la selezione dei partecipanti e una presentazione introduttiva. Le attività didattiche riprenderanno poi regolarmente a partire dal mese di ottobre 2025. Sarà possibile iscriversi (qui) fino al 25 maggio e il corso verrà attivato solo al raggiungimento minimo di 12 partecipanti idonei.

«Le tecnologie digitali avanzate e in particolare l’intelligenza artificiale sono ormai preziosi strumenti, indispensabili anche nel settore del turismo – commenta Federica Bosi, Assessora del Comune di Cervia -. Questi offrono la possibilità di guardare a nuove frontiere nell’ambito del marketing, della comunicazione, della promozione e della progettazione dell’offerta. Siamo onorati che questi percorsi formativi si tengano proprio a Cervia, grazie allo Ial e alla collaborazione di Cervia In, due realtà fondamentali del nostro territorio esperte del sistema turistico, sia sotto l’aspetto dell’educazione e formazione, sia sotto il profilo della strategia imprenditoriale. Il corso, che si concluderà col rilascio di un certificato di qualifica per i partecipanti, offre l’opportunità di acquisire una specializzazione anche per l’inserimento nel mondo del lavoro».

Proseguono i lavori nell’area ex Amga: Despar si prepara ad assumere 40 dipendenti

Oltre all’apertura del supermercato, è prevista anche la riqualificazione dell’edificio con ciminiera che diventerà una sala conferenze e una palazzina a uso residenziale e direzionale
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Proseguono i lavori per la riqualificazione dell’area ex-Amga (tra via di Roma e via Venezia), abbandonata da trent’anni: il progetto prevede la costruzione di un nuovo supermercato Eurospar, che si prepara all’assunzione di circa 40 dipendenti. Le persone interessate all’offerta di lavoro possono presentarsi dal 13 al 16 maggio al parcheggio dell’Eurospar Ravenna Romea (via Romea 148) dalle 11 alle 18, dove sarà posizionato il camper ufficiale Despar.
La chiusura dei lavori, gestiti dall’impresa Zinielio, è prevista entro il prossimo ottobre. La realizzazione del fabbricato ha richiesto un investimento di 4 milioni e 500 mila euro, che comprende anche la realizzazione di un parcheggio sotterraneo.
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Nello stesso lotto, avrà nuova vita anche la la Fabbrica del Gas: sono attualmente in corso i lavori per la messa in sicurezza dell’edificio simbolo dell’archeologia industriale, realizzato nel 1863 e contraddistinto dalla caratteristica ciminiera, e dell’area esterna pertinente, per un investimento totale di 1 milione. Anche in questo caso l’opera verrà ultimata entro la fine di ottobre e ospiterà una sala conferenze che sarà devoluta in comodato d’uso gratuito al Comune o alle associazioni del territorio.
Infine, nell’ambito dell’intervento di recupero, verrà ricavata anche un’area verde tra le strutture. Lungo via Venezia invece sarà realizzata e una palazzina di 1400 metri quadrati, divisa tra uso residenziale e base direzionale per l’attività che si è aggiudicata la proprietà del lotto. I lavori per la costruzione dell’edificio partiranno il prossimo settembre e dovrebbero concludersi entro la fine del 2027.

Due giorni di skateboard, bmx e roller al centro commerciale

Un weekend di spettacoli, corsi e una rampa ad accesso libero nella zona esterna dell’Esp

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Due giornate di spettacoli, musica e sport urbani al centro commerciale: nel weekend del 10 e 11 maggio l’area esterna dell’Esp (zona ovest) ospiterà l’evento Move it! In collaborazione con We Are Fardamatti.

Gli spettacoli sono in programma per le 16.30 e le 18.30 di sabato e alle 17 e 18.30 di domenica: atleti professionisti di Bmx, skateboard e pattini in linea si esibiranno in freestyle acrobatici. Tra gli ospiti più attesi, Emanuel Bettassa, vicecampione italiano di Bmx.

Domenica sarà inoltre possibile per tutti i bambini (dai 5 anni in su) partecipare alla scuola di skate, dalle 10.30 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 16. Durante tutta la giornata, quando non si terranno i corsi e gli show, la rampa sarà ad accesso libero, previa firma di una liberatoria. Per utilizzare la rampa è obbligatorio l’uso del caschetto. 

Oltre 5 milioni e 800 mila euro erogati in favore delle imprese alluvionate

L’ente ha evaso tutte le 2.678 domande in linea con i requisiti previsti. Guberti: «Abbiamo assicurato le risorse necessarie a chi non ha mollato di fronte ai disastri climatici ma, anzi, si è rinnovato e ha investito»

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Giorgio Guberti

«Abbiamo assicurato le risorse necessarie a chi, e penso soprattutto ai giovani, non ha mollato di fronte ai disastri delle alluvioni ma anzi, si è rinnovato, ha introdotto tecnologie nuove, ha investito per sostenere la propria presenza sul mercato. Grazie alle imprese, che hanno accolto il nostro invito ad investire e alle associazioni di categoria, nostre compagne di viaggio». Così Giorgio Guberti, presidente della Camera di commercio di Ferrara Ravenna commenta la decisione della Giunta di finanziare tutte le 2.678  domande presentate e in possesso dei requisiti previsti dal Bando emanato nel corso del 2024, che fa seguito al precedente intervento del luglio 2023.

Solo nell’ultimo anno, la Camera di commercio ha finanziato 1.142 imprese, con uno stanziamento complessivo di euro 3 milioni 426 mila euro, che si aggiungono alle 1.536 imprese sostenute nel 2023 con l’utilizzo di 2 milioni 461 mila euro.

Tra le spese ammesse dal Bando 2024, attuato per gran parte con risorse della Regione, quelle per la prosecuzione delle opere di ripristino e di ammodernamento delle unità coinvolte, il riavvio delle attività e l’adozione di programmi di crescita e sviluppo delle attività di impresa, di consolidamento e di accrescimento competitivo.

Dopo l’erogazione di 2 milioni e 700 mila euro (a dicembre 2024 e febbraio 2025), la Camera di commercio ha chiesto ed ottenuto da Unioncamere la possibilità di beneficiare delle risorse residue, pari a 685 mila euro, integrando a sua volta il plafond con ulteriori proprie risorse così da soddisfare tutte le richieste di contributo presentate. Oltre alla soddisfazione del maggior numero possibile di richieste, tra gli obiettivi prioritari della Camera anche quello di velocizzare i tempi di erogazione dei contribuiti: la misura è stata infatti a fase unica con un unico provvedimento di concessione e di liquidazione dell’inventivo.

«Sono poi seguiti altri interventi, a cominciare da quelli a sostegno delle nuove generazioni e dall’introduzione delle ultime tecnologie, per affiancare i nostri imprenditori nei diversi ambiti di competitività – prosegue Guberti -. Nonostante le contingenze negative, è grande la capacità delle imprese ferraresi e ravennati di adattarsi ai cambiamenti, di offrire prodotti di qualità e di saper personalizzare i servizi. Infrastrutture, materiali e immateriali, conoscenza e formazione, come pure le connessioni, indispensabili nell’economia digitale, sono cruciali per sostenere la competitività e consentire anche alle piccole imprese, pilastro della nostra economia e della nostra tradizione».

Nello scenario attuale intanto, sette imprese su dieci si stanno attrezzando per contrare gli effetti negativi dei possibili dazi Usa. Da un sondaggio del Centro studi Tagliacarne  emerge infatti che, nonostante il peso dell’export italiano negli Stati Uniti, la diversificazione dei mercati (11 quelli mediamente raggiunti dalle aziende italiane) potrebbe contenere almeno in parte il peso delle nuove barriere economiche. L’Italia sia è il Paese con la più alta quota di imprese esportatrici verso gli Usa (22,3%) dopo la Francia (22,6%) e al terzo posto (dopo Irlanda e Finlandia) per valore dell’export delle imprese (circa 65 miliardi di euro nel 2024) verso gli Stati Uniti sul totale dell’export italiano (10,8%).

Lavori al ponte sul Savio: circolazione a senso unico alternato fino all’8 maggio

Cantiere aperto tra le frazioni di Castiglione di Cervia e di Ravenna

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Inizierà domani (mercoledì 7 maggio) l’installazione di un sistema di ponteggio sul ponte del fiume Savio per permettere lo svolgimento in sicurezza delle lavorazioni di consolidamento e rinforzo strutturale del pilone centrale.

Fino a giovedì 8 (salvo imprevisti climatici) verrà quindi istituito un senso unico alternato lungo la SP n. 254R “Di Cervia”, al confine tra Castiglione di Ravenna e Castiglione di Cervia. La ditta appaltatrice metterà in atto le misure necessarie per garantire la sicurezza della circolazione e la riduzione dei disagi, invitando comunque gli automobilisti ad adottare una guida prudente.

Sbarcati i 67 migranti della nave Solidaire – FOTO – Sette resteranno in provincia

Si tratta del primo attracco della Ong nel porto ravennate e del 19esimo arrivo di richiedenti asilo in due anni e mezzo

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La nave Ong Solidaire è attraccata nel pomeriggio al porto cittadino, nell’area della Fabbrica Vecchia di Marina di Ravenna. A bordo, 67 persone provenienti principalmente da Bangladesh, Marocco e Egitto. Tra i migranti (tutti uomini) anche 9 minori non accompagnati: 5 di loro provengono dal Bangladesh, 2 dal Marocco e 2 dall’Egitto.

Dopo gli accertamenti sanitari (attualmente 4 persone sono ospedalizzate in attesa di ulteriori esami) e le verifiche di polizia, i migranti verranno distribuiti nelle diverse province della Regione, secondo il piano della Prefettura di Bologna. Di questi, 7 resteranno a Ravennna. Al momento dello sbarco, era presente anche un piccolo gruppo di accoglienza formato da attivisti.

 

Si tratta del primo attracco della Solidaire nel porto ravennate e del 19esimo sbarco di migranti in due anni e mezzo, per un totale di  1.900 persone arrivate a terra a Ravenna.

La cura della pelle tra prevenzione e ambiente: il congresso a Palazzo Rasponi

La tavola rotonda coinvolgerà medici del territorio e esperti delle università vicine. L’evento divulgativo è stato organizzato dalla dottoressa Michela Tabanelli, direttrice dell’unità di Dermatologia di Ravenna

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Una mattinata dedicata alla cura e alla prevenzione della pelle: sabato 10 maggio Palazzo Rasponi ospiterà (dalle 9 alle 13.30) il congresso “La pelle, il sole e l’ambiente: un rapporto in continua evoluzione”, organizzato dalla Dottoressa Michela Tabanelli, direttrice dell’unità di Dermatologia di Ravenna e che vedrà ospiti sul palco medici dermatologi del ravennate e esperti delle università di Bologna, Verona e Ferrara.

Il focus principale dell’incontro sarà sugli effetti positivi e negativi delle radiazioni solari sulla pelle e delle malattie dermatologiche legate all’ambiente che ci circonda. Gli aspetti legati alla fotoprotezione, diagnosi e trattamento dei tumori della pelle sono infatti tra i temi più sentiti nell’ambito, in particolare nel periodo estivo. A questi classici argomenti stagionali si affiancherà anche un tema molto sentito e dibattuto negli ultimi anni: quello relativo all’ambiente, con attenzione al ruolo dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici sulle malattie della pelle e all’ecosostenibilità.

Il programma:

Si parte alle 8.30, con la registrazione dei partecipanti. Alle 9.20 invece Michela Tabanelli presenterà il piano della giornata. Il primo intervento partirà alle 9.30: L’ambiente e la pelle: ruolo dell’inquinamento ambientale nelle patologie cutanee, a cura diFederico Bardazzi. Alle 9.45 si parlerà di La pitiriasi lichenoide: fototerapia e non solo con Giampiero Girolomoni. Chiuderà la prima parte della mattina l’intervento di Michela Magnano su Psoriasi: tra fototerapia e farmaci biologici, (ore 10). Dalle 10.15 alle 10.45 sarà lasciato spazio alla discussione, prima del Coffee break delle 10.45.

Si riparte alle 11.15 con La pelle e l’ambiente: patologie da insetti e piante di Alice Massi e La fotoprotezione. Creme, compresse e abbigliamento: le novità degli ultimi anni a cura di Monica Corazza (ore 11.30). Alle 11.45 sarà la volta di Diego Abbenante,  con Fotodermatologia: dermatosi indotte e aggravate dall’esposizione solare. Alle 12 si esploreranno le Novità in tema di cheratosi attiniche conFrancesca Negosanti, mentre alle 12.15 Paola Sgubb parlerà del Trattamento medico e chirurgico del melanoma. Si prosegue alle 12.30 con Il trattamento medico e chirurgico dei non-melanoma skin cancer, a cura di Francesco Savoia per arrivare alle  12.45 con una panoramica del Rapporto tra sport, ambiente e medicina, curata da Francesco Feletti. Dalle 13 in poi sarà lasciato spazio nuovo spazio alla discussione, fino alla chiusura dei lavori prevista per le 13.30.

«Il congresso sarà l’occasione per rimarcare e rafforzare il rapporto tra medicina territoriale ed ospedale, fondamentale per una efficace gestione dei pazienti – spiegano dall’organizzazione -. Prendendo spunto dalle patologie dermatologiche correlate a sole e all’ambiente, verranno analizzati i principali percorsi dermatologici in ambito di oncologico, infiammatorio, allergologico, pediatrico, legato alle infezioni sessualmente trasmesse, alle ulcere cutanee. Tanti argomenti, tanti specialisti, tanti iscritti, per un congresso che si propone di diventare appuntamento fisso in primavera per parlare di sole, ambiente ed ecosostenibilità».

Lo storico Alessandro Barbero all’Almagià per parlare del Parco del Delta

L’appuntamento a ingresso libero è fissato per martedì 20 maggio alle 21

Alessandro Barbero

Alessandro Barbero, uno degli storici più apprezzati del panorama italiano, sarà ospite dell’Almagià di Ravenna. Martedì 20 maggio, dalle ore 21, racconterà il “Parco del Delta del Po tra storia, aneddoti e curiosità”. Durante l’evento organizzato dall’Associazione Parco Delta del Po Emilia Romagna, Barbero sarà intervistato dalla presidente del Parco Aida Morelli, dal direttore Massimiliano Costa e dalla giornalista Vittoria Venturelli.

L’appuntamento ad ingresso gratuito sarà accessibile fino ad esaurimento posti.

Il Parco del Delta del Po della Regione Emilia Romagna sorge su un’area con caratteristiche ambientali ed ecologiche uniche e attraversa gran parte della provincia di Ravenna. Si estende in totale su una superficie di oltre 54.000 ettari, abbracciando ambienti ricchi di biodiversità, dalle aree umide alle pinete e ai boschi, dalle acque salmastre alle acque dolci.

Riviste Reclam

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