lunedì
25 Agosto 2025

“Il Piede” di Mainolfi entrerà a far parte della collezione permanente del Mic

L’opera è stata acquisita grazie al Piano per l’arte contemporanea promosso dal Ministero della Cultura e sarà inaugurata sabato 10 maggio

Mic Faenza

La collezione del Mic si arricchisce con un nuovo importante pezzo: sabato 10 maggio verrà inaugurato ufficialmente “Il piede”, opera del 1983 firmata dallo scultore di fama internazionale Luigi Mainolfi. L’evento sarà a ingresso libero e aperto alla cittadinanza (ore 11).

L’opera è acquisita nella collezione permanente del museo faentino grazie al Pac2024 (Piano per l’Arte Contemporanea), promosso dal Ministero della Cultura con il fine di acquisire, produrre e valorizzare opere contemporanee destinate al patrimonio pubblico italiano.

Nonostante le opere di Mainolfi siano state più volte esposte negli spazi del museo, si tratta della prima acquisizione ufficiale, che va ad aggiungersi alla nutrita collezione internazionale di scultura contemporanea. La scelta di acquisire un’opera storicizzata della sua produzione va a completare il percorso sugli anni ’80, periodo d’oro della ricollocazione della terracotta e della ceramica, con un ritorno alla “Terra Madre” come espressione artistica. Questa scultura a muro si colloca in dialogo con altri autori come Nanni Valentini, Pino Spagnulo e Carlo Zauli.

«De “Il Piede” – scrive lo stesso Mainolfi – a volte mi sfuggono le parti della terra durante il volo, i particolari si sfumano, mi avvicino e distinguo le foreste, le acque, il ruggire di un vulcano che sputa vita nella storia, l’arte delle terre. Percepisco il respiro delle montagne dove l’uomo ha trovato sempre, nella sua pelle, una caverna in cui pensare e sognare e mi avvolgo nella scultura dell’aria, nel fuoco dell’arte».

Estate al via con 58 nuovi bagnini, ma il settore rimane in crisi

Diplomi consegnati a Ravenna e Cervia, ma è sempre più difficile trovare personale per torrette e piscine. Vandini (Fin): «Il problema non è lo stipendio, è la mentalità».

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Sono 58 i nuovi bagnini di salvataggio che presidieranno coste e piscine nel corso della prossima stagione. I diplomi sono stati consegnati domenica 4 maggio, al termine del corso della Federazione Italiana Nuoto, organizzato dai maestri di salvamento Paolo Vandini, Luca Brigliadori e Matteo Lucchi, con l’intervento di medici ed esperti di primo soccorso.

I nuovi arrivi sulla costa ravennate sono 40, mentre nel cervese 18. Di questi, 48 (34 a Ravenna e 14 a Cervia) hanno conseguito il brevetto Mip (acque interne e mare) che permette di lavorare sulle torrette del litorale mentre in 10 (6 a Ravenna e 4 a Cervia) hanno conseguito il brevetto per il presidio delle sole piscine.

Dati leggermente in calo rispetto lo scorso anno, che aveva visto un totale di 65 corsisti diplomati tra Ravenna e Cervia. Il settore, negli ultimi anni sta mostrando segnali di crisi: «Un tempo era difficile trovare spazio in questo ambito, mentre oggi la ricerca di personale si fa sempre più allarmante – commenta Paolo Vandini, coordinatore Fin Salvamento provinciale -. tra i motivi della crisi, il diverso approccio al mondo del lavoro delle nuove generazioni, fomentato spesso da genitori molto protettivi e dalla “paura” del lavoro stagionale, con weekend e estate impegnati. Si parla spesso di stipendi non adeguati, ma nel caso dei bagnini non è così: i contratti sono regolari e la retribuzione equa che, visti i limiti del lavoro stagionale, diventa particolarmente vantaggiosa per gli studenti-lavoratori».

Molti dei corsisti sono infatti studenti e il decreto (attivo su base nazionale) che imponeva l’età minima di 18 anni per svolgere la professione approvato lo scorso anno è stato sospeso fino al prossimo 30 settembre, proprio per far fronte alla carenza di personale. Il momento di maggiore criticità si presenterà nelle prime settimane di attività, quando i ragazzi saranno ancora a scuola e i bagnini restanti dovranno coprire da soli le postazioni.

Nel 2025, l’attività balneare parte infatti una settimana prima rispetto all’anno scorso, in adeguamento alle disposizioni del Comando Generale delle Capitanerie di Porto, che disciplinano il servizio di salvamento previsto come obbligatorio dal terzo weekend di maggio al terzo di settembre (quindi da sabato 17 maggio a domenica 21 settembre).

Associazioni di categoria contro l’area pedonale: «Mette in difficoltà le attività»

Confcommercio e Confesercenti criticano la chiusura al traffico di via Matteotti e piazza Baracca nelle giornate di sabato

Piazza Baracca Crepuscolo

Fa discutere l’aggiornamento dell’area pedonale in centro a Lugo. Nella giornata di ieri, 5 maggio, sono stati attivati i varchi elettronici che controllano il passaggio di autoveicoli in determinate zone del centro storico. Le associazioni di categoria Confcommercio e Confesercenti sono tornate quindi ad esprimere la loro forte contrarietà alla chiusura al traffico di via Matteotti e piazza Baracca, in particolare nelle giornate del sabato. Una misura che, secondo i rappresentanti delle due associazioni, penalizza l’accessibilità al centro storico e mette in difficoltà attività economiche e servizi fondamentali per la cittadinanza.

«Continuiamo a non comprendere – afferma il direttore di Confcommercio a Lugo, Luca Massaccesi – come si possa procedere con un provvedimento tanto impattante senza una programmazione aggiornata, considerando che il piano urbano del traffico è scaduto da anni. Imporre il divieto di transito proprio il sabato, un giorno feriale di piena attività, rischia di rendere praticamente irraggiungibili diverse attività, fra cui servizi essenziali quali farmacia e posta».

Massacesi aggiunge anche una critica sul nuovo disegno della viabilità cittadina: «Non comprendiamo perché chi deve recarsi in via Magnapassi debba affrontare un percorso tortuoso passando dallo strettissimo vicolo Savonarola, sconosciuto anche a molti lughesi. Senza contare la difficoltà di raggiungere il parcheggio di piazza Garibaldi, a quel punto accessibile solo da via Acquacalda».

Chiara Venturi, responsabile di Confesercenti Lugo, auspica un confronto con l’amministrazione locale: «Non si può pensare di sostenere i negozi del centro rendendoli meno accessibili. La nostra posizione è chiara: nessuna nuova limitazione all’accessibilità e alla sosta dovrebbe essere imposta. Chiediamo di valutare soluzioni più equilibrate, come già accade a Bagnacavallo, dove la Ztl è attiva durante il giorno solo nei giorni festivi. In una città come Lugo, di dimensioni contenute, buon senso e dialogo sono le uniche strade per preservare vitalità e servizi nel centro storico».

Refreshink presenta il nuovo murale dedicato alla Commedia nel parco Da Polenta

L’opera entrerà a far parte anche del nuovo circuito Dante Plus, sotto la direzione artistica di Marco Miccoli. Articolata in cinque interventi collegati tra loro, si ispira alle rappresentazioni di Francesca da Rimini e Dante

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Un murale di oltre 5 metri per tre celebrare Francesca da Polenta e la Commedia: dopo il successo dell’opera dedicata a Banksy dipinta sulle pareti esterne del Mar, l’artista novarese Refreshink (Giovanni Magnoli) torna in città, con un progetto dedicato al V Canto della Commedia in uno dei muri del parco Francesca Da Polenta (via Port’Aurea 26). L’opera, realizzata in collaborazione con il Comune di Ravenna si compone di 5 interventi: due raffigurazioni principali (un rettangolo di 5 metri per 3 e un cerchio di 4 metri di diametro) unite da una scritta e alcune greche.

Anche in questo caso, la direzione artistica del progetto è affidata a Marco Miccoli (Bonobolabo) e riprende lo stile caratteristico dell’artista che rende le sue opere pittoriche simili a composizioni musive.

Il murale,  si ispira ai quadri di William Dyce (Francesca da Rimini) e di Joseph Noel Panton (Dante Meditating – dettaglio del volto) unendo così, attraverso il canto V dell’Inferno, la figura di Francesca da Polenta a quella del Sommo Poeta. Il murale infatti entrerà a far parte anche del nuovo circuito Dante Plus, curato sempre da Bonobolabo, che verrà inaugurato il prossimo 13 giugno.

«Sono entrato in contatto con Refreshink circa 3 anni fa, scoprendo a Genova un suo lavoro che rappresentava una porzione di Sant’Apollinare – spiega Miccoli – sono rimasto colpito e gli ho chiesto di partecipare alla biennale del 2023. Oggi si rinnova questa collaborazione, con il desiderio di estendere in futuro i murales anche alle altri pareti del parco non vincolate dalla soprintendenza, se sarà possibile, come i muri della caserma o dei nuovi edifici in costruzione».

L’opera sarà conclusa entro la giornata di sabato, e verrà presentata ufficialmente nei prossimi mesi. Il muro del parco è stato scelto con l’idea di creare un focus in un ampio spazio aperto, di recente inaugurazione e vissuto dalla cittadinanza.

Tornano le “magliette gialle”: riaprono le iscrizioni ai laboratori per ragazzi

Tra le novità di quest’anno, il laboratorio di composizione poetica e uno di fumetto dedicato all’ 80° anno dalla Liberazione

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Dalla cura dell’ambiente alla realizzazione di murales e mosaici, passando per la riparazione di biciclette, realizzazione di indumenti per il reparto di neonatologia dell’Ospedale fino all’accoglienza turistica: riaprono le iscrizioni ai laboratori di “Lavori in Comune”, il progetto di volontariato e cittadinanza attiva rivolto a ragazze e ragazzi dai 14 ai 19 anni in svolgimento durante la stagione estiva.

Sono disponibili oltre 830 posti, suddivisi in 88 percorsi differenziati, che impegneranno le ormai famose “magliette gialle” in oltre 148 settimane di attività, in città e nel forese. Tra le novità di quest’anno, il laboratorio di composizione poetica, quello di fumetto/stop motion che rimanda all’ 80° anno dalla Liberazione della città di Ravenna, e la preparazione di performance e momenti d’arte per la festa conclusiva di Lavori in Comune 2025 e un’attenzione particolare alle pratiche di pronto soccorso e di protezione civile. Sarà possibile iscriversi solo a un laboratorio (qui l’elenco completo).

È possibile iscriversi ai laboratori solo telefonicamente, nelle giornate del 20, 21, 22, 23 maggio, dalle 14,30 alle 18. I ragazzi interessati potranno contattare i seguenti numeri: 329.9079569; 331.6378678; 334.6120253; 337.1633765; 335.1938397; 334.6762223.

Da lunedì 26 maggio per informazioni ed eventuali iscrizioni ai laboratori ancora disponibili si potrà scrivere una mail all’indirizzo magliettegialle@comune.ravenna.it

I laboratori, generalmente della durata di una settimana (dal lunedì al venerdì), avranno inizio a partire dal 16 giugno e termineranno il 29 agosto, per un impegno di circa quattro ore giornaliere. La consegna delle magliette gialle avverrà martedì 10 giugno alle 10,30 a palazzo Rasponi, in piazza Kennedy.

La festa finale, programmata per venerdì 17 ottobre, alle 20,30, alle Artificerie Almagià vedrà la consegna a tutti i partecipanti dell’attestato di frequenza.

Ravenna è la provincia con il reddito più alto della Romagna: i dati di Cisl

La crescita in Regione è generalizzata, ma rimane il gap tra le varie provincie. Rimini fanalino di coda, con stipendi bassi e troppo legati al lavoro stagionale

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Francesco Marinelli – Segretario Generale Cisl Romagna

Ravenna si riconferma la provincia con il reddito medio più alto in Romagna. Questo quanto evidenziato dal report 2025 su dati del MEF dell’Osservatorio Cisl Romagna, che fotografa la situazione economica della Romagna. La crescita è generalizzata, ma persistono gap territoriali e bassi salari nei servizi.

Il reddito medio nel ravennate è pari a 23.296 euro, seguito da Forlì-Cesena (21.796 euro) e da Rimini (20.248 euro). Tutte e tre le provincie restano però sotto la soglia delle province emiliane più forti (Bologna, Reggio Emilia e Modena) dove i redditi medi superano abbondantemente i 24.000 euro. Lo scalino tra Emilia e Romagna si fa sentire: in alcuni casi la distanza supera i 5.000 euro all’anno per contribuente. Questo divario storico resta evidente, anche se alcune province romagnole stanno mostrando segnali di dinamismo.

In generale, la Regione registra una crescita media del 5 percento: in Romagna, Ravenna consolida la propria posizione, con un incremento del 5 percento, Forlì-Cesena accelera con un +6 percento in un anno (dovuto a una buona combinazione tra settore industriale e servizi, un sistema economico capace di assorbire i cambiamenti in atto nell’economia e nel mercato del lavoro) mentre Rimini è il fanalino di coda: anche qui la crescita è pari al 5 percento ma la media salariale resta più bassa, perchè l’occupazione in quest’area è ancora troppo concentrata nei servizi turistici e stagionali, con bassa qualità e bassa retribuzione

Il report mette in luce un altro aspetto cruciale: le disuguaglianze all’interno delle province. In Romagna, la distanza tra capoluoghi e aree interne supera in media i 4.000 euro annui per contribuente. Infine, circa il 70percento dei romagnoli ha un reddito annuo sotto i 26mila euro. A Ravenna il 30percento dei contribuenti si colloca sotto i 15mila euro (32 percento a Forlì-Cesena e 40 percento a Rimini). Le fasce alte, invece, restano minoritarie: i 55 mila euro annui sono superati dal 4percento dei ravennati e dal 3 percento della popolazione a Forlì-Cesena e Rimini.

Nel 2023, l’indice dei prezzi al consumo in Emilia-Romagna è aumentato del 5,2%. L’incremento dei redditi, pur presente, si è dunque scontrato con il muro dell’inflazione, annullandone in buona parte gli effetti reali. Dove c’è industria ad alta produttività, come a Ravenna, i redditi crescono. Dove dominano i servizi poco qualificati – come a Rimini – i redditi restano bassi, anche in presenza di una buona efficienza produttiva.

Analizzando i dati dell’osservatorio, Cisl ha messo a punto una proposta per tutelare gli interessi dei lavoratori: «Il territorio romagnolo sta dando segnali di vitalità – spiega Francesco Marinelli, Segretario Generale Cisl Romagna- ma non tutti i cittadini stanno beneficiando di questa crescita. È il momento di avviare una nuova stagione di politiche capaci di colmare i divari, sostenere lo sviluppo delle aree interne e favorire una crescita più equa e inclusiva. Non possiamo accontentarci dei segnali positivi sulla crescita dei redditi: è nostro dovere come organizzazione sindacale chiedere che questa ripresa diventi strutturale, diffusa e giusta».

Uno dei punti cardine è il rilancio delle aree interne, troppo spesso penalizzate sia in termini di accesso al lavoro che di servizi. «Serve un piano di sviluppo per le aree interne della Romagna, fatto di incentivi per il lavoro giovanile e femminile, sostegno alle cooperative di comunità, valorizzazione dello smart working e dei coworking nei piccoli comuni. Le comunità appenniniche hanno energie e potenzialità che non possiamo permetterci di ignorare».

Un’altra proposta avanzata dalla CISL Romagna è quella di rinnovare la contrattazione territoriale, soprattutto in quelle aree dove i salari restano bassi. «Serve una contrattazione d’area vasta che integri i temi del salario con quelli del welfare, della mobilità, dei tempi di vita». Secondo Marinelli, la sfida consiste nel trasformare la ripresa in equità. «La Romagna ha energie, competenze e tradizione per farcela. Ma servono coraggio politico, visione e un grande lavoro comune».

La stagione del Teatro Comunale di Russi si chiude con “The White Room”

Lo spettacolo, originariamente programmata per lo scorso marzo è stato rinviato a causa del maltempo e sarà l’ultima delle 12 alzate di sipario della rassegna

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La stagione del Teatro Comunale di Russi si chiuderà venerdì 9 maggio (20.45) con lo spettacolo “White room” di Cob (Compagnia Opus Ballet), con la coreografia di Adriano Bolognino. Lo spettacolo, inizialmente in programma il 14 marzo scorso, fu rinviato per le avverse condizioni meteo di quella giornata e viene recuperato in chiusura di una stagione che ha portato sul palcoscenico 12 spettacoli, tra concerti, prosa, musica e balletto, e tre appuntamenti di Sciroppo di Teatro dedicati a bambini e famiglie.

Lo spettacolo di venerdì è ambientato in uno spazio astratto dove domina il bianco, avvolto in un’atmosfera brumosa e disseminato da  danzatori che disegnano un paesaggio di corpi trepidanti. La white room concepita dal giovane coreografo – già premiato in numerosi contesti italiani e internazionali – per Opus Ballet, si ispira all’opera pittorica Il ritorno dal bosco di Giovanni Segantini, l’inverno emozionale di anime inquiete e in attesa.

«La creazione vuole approfondire gli aspetti emozionali dell’inverno, indagandone la trasposizione in forma di stato d’animo, ispirandosi all’opera Il ritorno dal bosco di Giovanni Segantini – commenta Bolognino -. Il quadro ritrae una dilatazione del tempo che, rallentando e tendendosi, mette in scena la fatica e la costanza dell’essere umano: una contadina trascina una slitta pesante in un paesaggio desolato circondato da montagne che sovrastano la neve cristallina. Tutti gli elementi pittorici partecipano alla rappresentazione di una tensione tra gli ostacoli connaturati allo statuto vitale e la forza umana che, in questo contesto, assume un carattere sovrannaturale. È proprio questa polarità a costruire un ponte tra l’universo contadino di Segantini e il nostro contemporaneo».

I biglietti possono essere acquistati online, alla biglietteria del Teatro Comunale di Russi, o via telefono/mail (0544587690, teatrocomunalerussi@ater.emr.it). Il costo va da 15 a 22 euro.

Come sarà Ravenna nel 2100 con il cambiamento climatico? Risponde l’architetto

L’Ordine provinciale degli Architetti di Ravenna organizza un ciclo di tre incontri con Emilio Roberto Agostinelli, già funzionario della Soprintendenza e direttore dei restauri di numerosi monumenti ravennati

FrancescoCome si presenterà Ravenna nell’anno 2100 se consideriamo i cambiamenti climatici in corso? Quale sarà il futuro dei suoi territori costieri e dei suoi monumenti? A queste domande cerca di rispondere l’architetto Emilio Roberto Agostinelli chiamato a discuterne dall’Ordine degli Architetti della provincia di Ravenna in un ciclo di tre incontri dal titolo “Cambiamento climatico e patrimonio culturale. Ravenna 2100: progettare l’adattamento”, che si svolgerà nel mese di maggio, con due tappe a Ravenna e una a Bagnacavallo.

In base alle previsioni e agli studi disponibili, nel 2100 la fragile pianura alluvionale ravennate subirà rilevanti trasformazioni, proseguendo la dinamica e plurimillenaria interazione fra terra-subsidenza (abbassamento del suolo) e acqua-mare/fiumi.

Agostinelli, già funzionario della Soprintendenza di Ravenna, direttore dei restauri di numerosi monumenti ravennati, discuterà del rapporto tra cambiamento climatico e monumenti, città e paesaggio. Rivolgendosi non solo alla platea dei tecnici, ma anche e soprattutto al pubblico generalista, indagherà il complesso e poco dibattuto tema delle azioni di adattamento per contrastare gli effetti del cambiamento climatico sul nostro territorio e descriverà come potrà cambiare il nostro contesto di vita in funzione delle scelte che faremo.

“Cambiamento climatico e paesaggi di adattamento”
Venerdì 9 maggio, ore 16-19
Sala Nullo Baldini della Provincia di Ravenna, Via Guaccimanni 10, Ravenna

“Cambiamento climatico e monumenti: evoluzione della conservazione”
Martedì 20 maggio, ore 16-19
Sala di Palazzo Vecchio, Piazza della Libertà 5, Bagnacavallo (RA)

“Cambiamento climatico e monumenti: scenari di adattamento conservativo”
Mercoledì 28 maggio, ore 16-19
Sala Ragazzini del Centro Dantesco, Largo Firenze, Ravenna

Nel primo incontro Agostinelli si interrogherà sugli scenari conseguenti le diverse azioni di adattamento da realizzare. A partire da strumenti pubblici, evidenzierà come la geografia sarà modificata a causa della concomitanza fra abbassamento del livello del suolo e innalzamento di quello del mare, con effetti sull’uso dei terreni, oltre che sulla salvaguardia degli abitati, e illustrerà quali scelte oggi si prospettano.

Il secondo e il terzo incontro vanno nel dettaglio sul tema dei monumenti. Si partirà dalla storia della teoria della conservazione negli ultimi due secoli per giungere a parlare dei progressi informatici del nuovo millennio e degli ultimi anni, tra cui l’intelligenza artificiale e i modelli predittivi di danno.

Elena Granata a Faenza per una conferenza su “Clima, salute e città”

La docente del Politecnico di Milano sarà ospite del Cinema Sarti. La sua ultima conferenza in provincia saltò proprio a causa dell’alluvione

UTF 801 Ritratto Di Elena Granata

Il Cinema Sarti di Faenza ospiterà un incontro gratuito e aperto alla cittadinanza per parlare di Clima, salute e città. Siamo pronti a cambiare?. L’appuntamento è giovedì 15 maggio, alle 15.30 e la protagonista della giornata sarà Elena Granata, docente di Urbanistica al Politecnico di Milano, in dialogo con l’architetta e autrice Lucia Bosso. L’incontro è organizzato dall’Ordine degli Architetti Ppc di Ravenna e l’ente di formazione ProViaggiArchitettura.

Nel settembre 2024 era in programma un’altra conferenza di Elena Granata, ma l’evento è stato annullato proprio a causa di una nuova alluvione nel ravennate. In quell’occasione abbiamo avuto modo di intervistare la docente per parlare di comunità e città del futuro (qui l’intervista.) «Oggi, anche alla luce di quella ennesima calamità, la presenza di Granata a Faenza sarà l’occasione per un confronto proprio sulle decisioni che possono essere prese e messe in atto a livello locale» spiega Marcello Bacchini, Direttore di ProViaggiArchitettura,

UTF 802 Danni Causati Da Rottura Arginale

Il tema principale della conferenza riguarderà il ruolo centrale di città e territori in un periodo di crisi climatica e la conseguente mobilitazione del sapere: «Di questa crisi conosciamo praticamente tutto: cause, numeri, dati, perfino i possibili rimedi. L’emergenza climatica sta alimentando un’incredibile mobilitazione del sapere: università, scienziati, istituzioni, tutti impegnati a generare conoscenza come mai prima d’ora – commenta Granata -. Questa mole di informazioni ci permette oggi di agire su due fronti: da un lato, osserviamo i cambiamenti globali e le connessioni tra fenomeni lontani. Dall’altro, possiamo misurare l’impatto della crisi su scala locale e come gli ecosistemi urbani reagiscono o non riescono a adattarsi. Eppure, stiamo facendo ancora troppo poco».

Elena Granata svilupperà il suo intervento partendo da queste premesse, per ricordare la necessità di adattamento e cambiamento per ricomporre la frattura tra natura e città e trasformare la crisi climatica in un’occasione concreta.

«I nostri territori, provati dalle ripetute e ravvicinate alluvioni, hanno portato il tema della gestione delle acque e del suolo in primo piano. Vanno trovate soluzioni non solo tecniche ma anche urbanistiche che propongano una strada di “convivenza” con il cambiamento climatico» affermano Rita Rava, presidente, e Stefania Altieri,consigliera dell’Ordine degli Architetti PPC di Ravenna. «È necessario favorire progetti che siano espressione di un sentire comune, soluzioni urbane rivolte per esempio ai cittadini economicamente meno rappresentativi, allargando la partecipazione attiva al pensiero femminile, per gestire e limitare gli interventi guidati dal mercato e dai risultati economici».

Quasi 300mila ravennati al voto: 4 schede per il lavoro e una per la cittadinanza

Seggi aperti l’8 e 9 giugno insieme all’eventuale ballottaggio delle Amministrative. Undici volte alle urne negli ultimi 25 anni per consultazioni abrogative o costituzionali: quorum raggiunto tre volte a livello nazionale (5 in provincia)

Voto

I cittadini italiani, tra cui circa 293mila residenti in provincia di Ravenna, saranno chiamati alle urne l’8 e il 9 giugno per rispondere a cinque referendum (cinque schede di colore diverso) che hanno come oggetto le modifiche alla legge sull’acquisizione della cittadinanza italiana per residenti stranieri e l’abrogazione di alcune norme in tema di lavoro, tre delle quali originariamente introdotte dal Jobs Act nel 2016 (governo Renzi).

I seggi saranno aperti la domenica dalle 7 alle 23 e il lunedì dalle 7 alle 15, stesse finestre orarie degli eventuali turni di ballottaggio per le elezioni amministrative (in programma in provincia nel solo comune di Ravenna). È necessario presentarsi con un documento d’identità valido e la tessera elettorale.

Il quesito sulla cittadinanza è stato promosso inizialmente dai partiti Più Europa, Possibile, Partito Socialista Italiano, Radicali Italiani e Rifondazione Comunista e da numerose associazioni della società civile, con una raccolta delle firme, avvenuta anche digitalmente, che ha avuto più di 637mila sottoscrizioni.

I quattro quesiti sul lavoro, invece, sono stati promossi dal sindacato Cgil con una raccolta firme arrivata a quattro milioni di adesioni (anche con firma digitale). Le firme su carta raccolte in provincia sono state circa 45.600 (il dato riguardante quelle online non è disponibile su base provinciale). Per la sottoscrizione online era necessario Spid, Carta d’identità elettronica o Carta nazionale dei servizi. La Costituzione stabilisce che serva almeno mezzo milione di firme per un referendum di iniziativa popolare (oppure la richiesta di cinque Regioni).

Tutti e cinque i quesiti sono stati dichiarati ammissibili dalla Corte costituzionale a gennaio 2025, respinta invece la richiesta di referendum abrogativo della legge Calderoli sull’autonomia differenziata. La convocazione di un referendum può essere revocata se prima del voto le richieste referendarie sono recepite nell’ordinamento attraverso appositi interventi legislativi. Per esempio, la stessa Cgil già promosse un referendum contro il Jobs Act (in particolare per l’abolizione del buono lavoro e sull’escussione preventiva negli appalti): già fissato per il 28 maggio 2017, venne annullato a seguito dell’abolizione delle norme contestate tramite decreto legge del Governo.

È la diciannovesima volta nella storia della Repubblica che si svolge una consultazione referendaria di tipo abrogativo (la prima nel 1974 per il divorzio, l’ultima nel 2022 sulla magistratura) previsto dall’articolo 75 della Costituzione per la cancellazione, totale o parziale, di una legge. Chi vuole modificare le cose deve votare sì. Gli effetti del voto sono validi a patto che la consultazione raggiunga il quorum, cioè che vada alle urne almeno la metà più uno degli aventi diritto. Finora nella storia della Repubblica sono stati 72 i quesiti abrogativi sottoposti al voto della popolazione: 33 non hanno raggiunto il quorum (nelle ultime dieci tornate referendarie è successo 8 volte).

Negli ultimi 25 anni ci sono stati undici referendum (7 abrogativi con 26 quesiti totali e 4 costituzionali): il quorum è stato raggiunto solo 3 volte a livello nazionale (in altre due circostanze in provincia si è superato il 50 percento).

Le schede del referendum:

SCHEDA VERDE
Riassunzione in caso di licenziamento illegittimo

Il quesito chiede l’abrogazione della disciplina sui licenziamenti del contratto a tutele crescenti del Jobs Act. Nelle imprese con più di 15 dipendenti, le lavoratrici e i lavoratori assunti dal 7 marzo 2015 in poi non possono rientrare nel loro posto di lavoro dopo un licenziamento illegittimo. Sono oltre 3,5 milioni a oggi, e aumenteranno nei prossimi anni, i lavoratori coinvolti da una legge che impedisce il reintegro anche nel caso in cui il giudice dichiari ingiusta e infondata l’interruzione del rapporto.

SCHEDA GRIGIA
Contratti a termine meno facili

Il referendum punta all’eliminazione di alcune norme sull’utilizzo dei contratti a termine, ripristinando l’obbligo di causali per il ricorso ai contratti a tempo determinato. In Italia circa 2,3 milioni di persone sono occupate a tempo determinato.

SCHEDA ARANCIONE
In caso di licenziamento illegittimo sia il giudice a stabilire il risarcimento

Il quesito riguarda la cancellazione del tetto all’indennità nei licenziamenti nelle piccole imprese. In quelle con meno di 16 dipendenti, in caso di licenziamento illegittimo oggi un lavoratore può ottenere al massimo sei mensilità di risarcimento, anche qualora un giudice reputi infondata l’interruzione del rapporto. Questa è una condizione che riguarda 3,7 milioni di persone in Italia. L’obiettivo è cancellare il limite massimo di sei mensilità affinché sia il giudice a determinare il giusto risarcimento.

SCHEDA ROSSA
Più responsabilità per il committente

Le norme attuali, nel settore privato, impediscono in caso di infortunio negli appalti di estendere la responsabilità all’impresa appaltante. La proposta è di abrogare le norme in essere ed estendere la responsabilità dell’imprenditore committente.

SCHEDA GIALLA
Dimezzare gli anni per la cittadinanza 

Il quesito propone di dimezzare da 10 a 5 anni i tempi di residenza legale in Italia per la richiesta di concessione della cittadinanza italiana, ripristinando un requisito introdotto nel 1865 e rimasto invariato fino al 1992. Resterebbero invariati gli altri requisiti per la cittadinanza: la conoscenza della lingua italiana, il possesso negli ultimi anni di un consistente reddito, l’incensuratezza penale, l’ottemperanza agli obblighi tributari, l’assenza di cause ostative collegate alla sicurezza della Repubblica. Questa modifica coinvolge circa 2,5 milioni di cittadini di origine straniera nel nostro Paese.

Luca Marinelli al Cinemacity per l’anteprima del film Paternal Leave girato sui lidi

L’attore romano, di recente protagonista della serie tv “M il figlio del secolo”, incontrerà il pubblico in sala con la regista Alissa Jung, a Ravenna e Faenza

488532605 1223466955804010 5830635305190673311 NLa multisala Cinemacity di Ravenna ospita l’anteprima del film “Paternal Leave” il 14 maggio alle 20.30 e per l’occasione saranno presenti in sala la regista Alissa Jung e l’attore Luca Marinelli che incontreranno il pubblico (info e biglietti). Giovedì 15 maggio, invece, l’attore e la regista saranno ospiti del Cinedream di Faenza (ore 20.20). Seguirà la visione un dialogo con il pubblico.

Il film è stato girato nel 2024 tra Ravenna, Marina Romea, Casalborsetti e Cervia in provincia di Ravenna (eravamo stati al giorno dei casting a Porto Corsini), Comacchio e Argenta in provincia di Ferrara, oltre a Cesena. Il film è stato realizzato con il contributo della Regione Emilia-Romagna attraverso la Film Commission.

Scritto e diretto da Jung, “Paternal Leave” racconta la storia di una ragazza tedesca che, sola, arrabbiata e in cerca di risposte, decide di intraprendere un viaggio nella riviera romagnola per conoscere il padre biologico che non ha mai conosciuto. Il loro primo incontro è un turbinio di emozioni, carico di domande irrisolte, desiderio di appartenenza e tensioni accumulate nel tempo. Il film indaga il rapporto padre-figlia attraverso la storia di due perfetti estranei, uniti però da legami genetici, codici sociali e da una mancanza comune. Paternal Leave è un film sugli inciampi dell’essere umano, sull’amore, sulla famiglia, ma soprattutto sull’essere onesti con noi stessi, sull’avere coraggio di guardare chi siamo.

Conclusi i campionati dilettantistici. Stagione in chiaroscuro per le ravennati

Quattro squadre hanno vinto i propri gironi: Bagnacavallo (Prima categoria), Casalborsetti (Seconda Categoria), San Zaccaria e Lugo (Terza Categoria) 

Il centrocampista del Ravenna Biagi, con alle sue spalle la Curva Mero

Sono terminati domenica 4 maggio i campionati di calcio dilettantistici della stagione 2024-2025 che hanno coinvolto le squadre della provincia di Ravenna. Dalla serie D alla Terza Categoria sono poche le formazioni ad aver gioito per la conquista del titolo, ma molte hanno raggiunto obiettivi insperati ai blocchi di partenza. Non per tutti la stagione è terminata: da domenica 11 maggio scattano i playoff e i playout.  

Partendo dalla Serie D, il Ravenna della nuova proprietà Cipriani ha chiuso come noto al secondo posto il campionato alle spalle del Forlì. Tra le due formazioni romagnole c’è stata bagarre per gran parte della stagione, ma i galletti hanno prevalso per continuità e bel gioco. Per i ragazzi di mister Marchionni (subentrato alla grande dopo una pessima partenza con Antonioli alla guida) il rammarico è di non essere riusciti ad imporsi nel big match del 28 marzo a Forlì quando le lunghezze di svantaggio erano solo due, diventate poi dieci al traguardo. Il merito dei giallorossi, oltre ad aver vinto la Coppa Italia, è quello di aver riacceso l’entusiasmo in città: secondo i dati Transfermarkt oltre 2.900 spettatori di media a partita si sono recati al Benelli. Il Ravenna, il cui obiettivo dichiarato è il salto di categoria, dovrà ora vincere i playoff del proprio girone per ottenere il primo posto (dietro però all’Inter Under 23) nella graduatoria di ripescaggio per la serie C. 

In Eccellenza, quinta serie nazionale, le ravennati a essere impegnate nella stagione 2024-2025 nel girone B (dove sarà necessario uno spareggio per stabilire la prima in classifica che andrà direttamente in D, tra Mezzolara e Tropical Coriano) sono state sei: Russi, Sanpaimola, Solarolo, Massa Lombarda, Reno e Faenza. Ad aver ottenuto il piazzamento migliore è il Russi, che dopo un avvio di stagione ben sotto le attese ha cambiato marcia nella seconda parte del campionato (ottenendo 31 punti nel solo girone di ritorno, dopo i 18 dell’andata). I falchetti hanno chiuso sesti e uno dei protagonisti è stato l’esterno Niccolò Venturi: «Non siamo stati bravi ma forti. Dal cambio di guida tecnica (l’ex calciatore Ferrario ha sostituito Farneti ndr) la compattezza e la consapevolezza del gruppo è cambiata. Si poteva e si doveva far di più ma questo non toglie nulla a ciò che abbiamo fatto negli ultimi mesi». 

Alle spalle del Russi, al settimo posto, si è classificato il Sanpaimola. La squadra con sede a Conselice è andata oltre le aspettative iniziali grazie ai gol dei ravennati Marra e Derjai (rispettivamente 10 e 7 reti) e a una rosa molto giovane (età media 20,3 anni) formata da tanti ragazzi provenienti dal vivaio del Ravenna. Anche la neopromossa Solarolo è andata oltre le attese, ottenendo una salvezza che secondo gli addetti ai lavori sembrava insperata a inizio stagione. Da sottolineare il lavoro di mister Assirelli (ex Faenza e Fosso Ghiaia) che con tanti giocatori al debutto in categoria ha ottenuto il nono posto in classifica. Stessi punti (46) e stesso obiettivo raggiunto per il Massa Lombarda. I bianconeri del presidente Aresu si sono aggrappati alle qualità dell’attaccante Fabretti (11 gol nella seconda parte di stagione) e alla solidità difensiva (solo 30 reti subite dall’highlander Lusa) per conquistare la seconda salvezza consecutiva dal ritorno in Eccellenza.

Per Reno Sant’Alberto e Faenza la stagione non è ancora finita. Entrambe dovranno passare dai playout per evitare la retrocessione in Promozione. La Reno, dopo la super stagione di un anno fa, non si è ripetuta: appena 37 punti raccolti in 34 partite per la squadra del presidente Frati, a cui non è stato sufficiente l’avvicendamento tra i tecnici Orecchia e Ortolani per salvarsi direttamente. Il Faenza dopo una partenza disastrosa (al giro di boa era ultima a 10 punti), si è sollevata nel girone di ritorno. I playout si giocheranno in gara secca domenica 11 maggio alle ore 16.30: la Reno andrà a Sant’Agostino, mentre il Faenza sarà ospite del Gambettola. 

Il Russi che festeggia un gol di Salomone

Ai blocchi di partenza erano appena cinque le squadre ravennati iscritte invece al campionato di Promozione. Il Cervia United, dopo la fusione con il Del Duca Grama e una presentazione in pompa magna con giocatori di spessore (gli attaccanti Pasolini e Angeli su tutti), ha chiuso il campionato al quinto posto in classifica a 57 punti. Ottimo il campionato del Classe, che ha concluso la stagione al sesto posto. Il giovane undici di mister Polidori, la cui rosa è composta quasi interamente da giocatori provenienti dal vivaio, ha ottenuto la bellezza di 37 punti su 54 all’ombra di Sant’Apollinare. Salvezza raggiunta non senza qualche preoccupazione per San Pietro in Vincoli e Sparta Castel Bolognese (40 e 39 punti ottenuti al traguardo). I primi, nonostante la rosa di valore, hanno avuto mancanza di continuità durante tutta la stagione, mentre i secondi hanno evitato in extremis i playout e manterranno la categoria anche nel 2025-2026. Non è riuscita nell’impresa il Frugesport che chiude ultima a 22 punti. La formazione di Massa Lombarda non ha mai avuto la sensazione di poter competere in categoria: i troppi gol subiti (97) l’hanno relegata da inizio stagione nel fondo della classifica. 

Giocatori del Classe durante la presentazione della maglia al museo Classis

Tante emozioni e tanti derby per le ravennati nel girone G di Prima Categoria: il Bagnacavallo sale in Promozione, il Savarna disputerà i playoff (contro il Santa Sofia), mentre una tra Alfonsine e San Pancrazio abbandonerà la categoria in una sfida fratricida in programma domenica 11 maggio al Brigata Cremona. Savio, Fusignano e Fosso Ghiaia si sono salvate, mente il Marina retrocede in Seconda Categoria. Nel girone F il Cotignola ha terminato la stagione al decimo posto, mentre la Virtus Faenza affronterà in trasferta il Fly S.Antonio per tentare di agguantare la salvezza ai playout.

In Seconda Categoria le ravennati erano divise in due gironi. Nel girone M Faventia, Lavezzola, Brisighella e S.Rocco si affronteranno ai playoff, mentre il Bagnara farà i playout. Il Casal Borsetti ha invece vinto il girone N, dopo una grande rimonta nelle giornate finali ai danni dei cervesi della Pol 2000, che tenteranno di salire in Prima categoria attraverso i playoff nei quali è coinvolto anche il Mezzano. 

In Terza Categoria Ravenna nel girone A è stato promosso in San Zaccaria, nel B a trionfare è stato il Lugo 1982. 

Casalborsetti
Il Casalborsetti festeggia la promozione in Prima Categoria

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