giovedì
21 Agosto 2025

Tugnoli, foto dalla guerra in Palestina e Libano: «I popoli oppressi reagiscono»

A Bagnacavallo nell’ex convento di San Francesco dal 24 aprile al 2 giugno, in occasione degli eventi per l’ottantesimo della Liberazione, una mostra con 40 scatti del fotoreporter di Sant’Agata vincitore del Pulitzer: «È un conflitto difficile da raccontare perché non ci sono eserciti schierati, i giornalisti non hanno libertà di muoversi e sono bersagli delle bombe»

IMG 3566Se dovessi morire,
fa che porti speranza
fa che sia un racconto!
(Refaat Alareer, 1979-2023)

I versi del poeta e intellettuale palestinese, ucciso a Gaza in un raid israeliano nella notte tra il 6 e il 7 dicembre 2023, sono un monito a non dimenticare e farsi testimoni della storia e ispirano il titolo della mostra all’ex convento di Bagnacavallo del fotoreporter di guerra Lorenzo Tugnoli, 45enne originario di Sant’Agata sul Santerno e primo italiano a vincere il premio Pulitzer nel 2019. L’esposizione racconta il conflitto tra Israele, Palestina e Libano iniziato il 7 ottobre 2023.

Mentre cura gli ultimi dettagli dell’allestimento alla vigilia dell’inaugurazione in programma il 24 aprile alle 18 (maggiori dettagli in fondo alla pagina), Tugnoli ci racconta la genesi della mostra: «Con la curatrice Francesca Recchia siamo partiti da una mole di circa diecimila scatti che ho realizzato come inviato del Washington Post tra l’11 ottobre 2023 e gennaio 2025 tra Cisgiordania, Gaza e Libano». La selezione finale è composta da 40 immagini in bianconero in grande formato. Ma non solo foto: è un progetto interdisciplinare che vive anche di parole, per indagare le contraddizioni che caratterizzano la narrazione mediatica del conflitto.

Ramallah, Territori Palestinesi, 18/10/2023: Scontri tra Palestinesi e forze di sicurezza israeliane. Le bandiere di Hamas, prima rare fra i giovani lanciatori di pietre, dimostrano lÕimportanza che ha guadagnato il movimento a fronte di una crescente sfiducia nei confronti dellÕAutoritˆ Palestinese. (Crediti: Lorenzo Tugnoli)

Tugnoli, non è così comune allestire una mostra su una guerra mentre questa è ancora in pieno svolgimento. È un modo anche per prendere posizione?
«L’unica posizione che prendiamo è quella a favore di un giornalismo fatto con etica. Cerchiamo di portare l’attenzione del pubblico non solo su cosa succede, ma anche su come viene raccontato. Si può dire che è un racconto del racconto, basato sulle immagini, ma tanto anche sulle parole».

È ancora aperto il dibattito su quali termini usare per definire le azioni delle forze sul campo…
«Riflettere sulle parole che si usano significa riflettere sulla libertà di stampa. Se pensiamo a contesti in cui si possono o non si possono dire certe cose credo che il primo pensiero vada ai regimi fascisti e totalitari. Vogliamo che la mostra alimenti una riflessione, porsi degli interrogativi è l’essenza della democrazia».

È un conflitto diverso da quelli precedenti nella stessa area geografica?
«Questa è una guerra molto tecnologica che avviene soprattutto con bombardamenti dal cielo, non c’è un fronte vero e proprio dove si contrappongono eserciti schierati. L’azione della guerra avviene lontano dai luoghi colpiti e non c’è molto da fotografare se non macerie e funerali».

Il racconto giornalistico quanto è consentito?
«È molto ostacolato. Molte persone non sanno che l’accesso a Gaza per i giornalisti internazionali è quasi impossibile. Per esempio, io ho potuto visitare l’ospedale Al-Shifa ma ci sono arrivato scortato dai militari israeliani con un mezzo blindato e poche ore dopo mi hanno riportato indietro, senza che potessi muovermi liberamente e senza poter parlare con i palestinesi. Anche durante i “cessate il fuoco” non sono stati dati accessi ai giornalisti».

Nablus, Territori Palestinesi, 13/3/2024: Bambini giocano con pistole giocattolo davanti alla casa di Wadi al-Hawah, fondatore del gruppo militante palestinese La Tana dei Leoni nella cittˆ vecchia di Nablus. Wadi  stato ucciso durante un raid israeliano nellÕottobre 2022 ed  considerato uno degli eroi locali della resistenza. (Crediti: Lorenzo Tugnoli)In Libano com’è la situazione per gli spostamenti?
«Hezbollah non è più disponibile a favorire i movimenti dei giornalisti, non c’è possibilità di andare subito nei luoghi colpiti dai bombardamenti. E poi ci sono le zone del Libano in cui Israele vuole impedire l’accesso ma non potendolo fare con i divieti lo fa sganciando bombe».

Nell’allestimento della mostra c’è uno striscione con i nomi dei reporter uccisi…
«È aggiornato al 26 marzo, quando siamo andati in stampa, e conta 172 nomi. Così tanti giornalisti uccisi non accadeva da molto tempo in un conflitto: la differenza rispetto al passato è che non sono vittime collaterali di altri obiettivi, qui ci sono stati casi concreti di giornalisti che sono stati bersaglio di bombardamenti. Così come è successo per operatori dell’Onu o della Croce Rossa».

La mostra fa parte delle iniziative promosse dall’Unione della Bassa Romagna per gli ottanta anni della Liberazione. Ci sono punti in comune fra lo scenario italiano del 1945 e quello odierno in Medioriente?
«Penso sia interessante considerare che Hamas non è chiamato così dai palestinesi che invece usano una parola che significa Resistenza. Quindi se parliamo di Resistenza noi pensiamo ai partigiani, i palestinesi pensano a Hamas. Non lo dico per difendere Hamas, ma proprio per il discorso fatto sull’importanza delle parole: questi dettagli aiutano a capire i conflitti e i comportamenti di chi vive nei conflitti. Di sicuro c’è una differenza: il movimento di Resistenza italiano non aveva i connotati religiosi che ha quello in Palestina o in Libano oggi, basti pensare che Hezbollah significa “Partito di Dio”. Forse il tratto comune più evidente è che i popoli sotto occupazione, a un certo punto, reagiscono».

Jenin, Territori Palestinesi, 22/10/2023: Dopo un attacco aereo, i residenti del campo cercano superstiti tra le macerie della moschea Al-Ansar nel campo profughi di Jenin. L'esercito israeliano ha colpito la moschea, uccidendo due palestinesi e ferendone tre. (Crediti: Lorenzo Tugnoli)Con la massiccia diffusione di telefonini, anche il reporter più tempestivo non potrà mai arrivare prima di chi è sotto le bombe e posta un video o una foto sui social network. In questo scenario, quale diventa il ruolo del giornalista?
«Diventa tutta una questione di fonti. Di fronte a un’immagine postata su Facebook da un utente qualunque, la persona comune si dovrebbe chiedere se è vera o no e spesso non può avere i mezzi per darsi una risposta. Il valore che possono spendere i giornali è la credibilità, vivono di quella. E hanno la capacità di contestualizzare quell’immagine, per non ritrovarsi a postare immagini di propaganda come se fossero neutrali».

Quando scatta una foto si chiede se è il caso di scattarla pensando a come verrà interpretata dal lettore?
«Sul campo non c’è il tempo per questi ragionamenti. Una volta che hai le foto in mano si può decidere di togliere qualcosa se si ritiene che non sia etico. Per esempio l’immagine della sofferenza e della morte ha senso in alcuni casi e in altri no».

Da due anni vive a Barcellona, ma negli otto anni precedenti ha vissuto a Beirut e sua moglie è libanese. Vive in maniera diversa questo conflitto rispetto agli altri che ha seguito?
«Sicuramente è una guerra che ho sentito più vicino a me, per i miei legami personali. Questo ha aumentato ancora di più il senso di frustrazione per le limitazioni negli spostamenti e il non poterla documentare come ho potuto fare in altri casi».

Le foto di Lorenzo Tugnoli in mostra all’ex convento di San Francesco a Bagnacavallo fino al 2 giugno a ingresso libero

La mostra fotografica di Lorenzo Tugnoli all’ex convento di Bagnacavallo in via Cadorna fa parte delle iniziative dell’Unione dei Comuni della Bassa Romagna per l’ottantesimo anniversario della Liberazione. Inaugurazione alle 18 del 24 aprile (aperta fino al 2 giugno, giovedì e venerdì 16-21, sabato e domenica 10-12 e 16-19, ingresso gratuito): alla visita guidata seguirà una trasmissione live in streaming dell’emittente online palestinese e giordana Radio Alhara, con il dj set di Omaya Malaeb.

Da Ca’ Malanca al “Senio della memoria”: Gli ottant’anni dalla Liberazione

Tanti gli appuntamenti più o meno istituzionali per ricordare la Resistenza, nei luoghi simbolo tra pic-nic, concerti, spettacoli teatrali, cinema e installazioni

Senio Memoria

Per l’ottantesimo della Liberazione dal nazifascismo gli appuntamenti in provincia si moltiplicano con alcune conferme che sono ormai diventate moderne tradizioni. Tra queste c’è sicuramente la grande camminata sugli argini del Senio “Nel Senio della memoria” che torna venerdì 25 aprile e a cui, per la prima volta, partecipano tutti e nove i Comuni della Bassa Romagna.

Il programma (consultabile nel dettaglio a questo link) vede in scena diversi protagonisti che come ormai da tradizione animeranno le tappe della camminata (otto in tutto, nei luoghi che hanno segnato la storia del fronte sul Senio in Bassa Romagna) tra narrazione, musica, spettacolo e cultura della memoria.

Spostandosi a Faenza, la giornata del 25 aprile si apre invece alle 9 con la funzione religiosa in Duomo. Alle 10, un momento al Faenza War Cemetery con il corteo e gli onori ai militari alleati caduti. Seguirà, alle 10.30, la celebrazione ufficiale al Monumento alla Resistenza, con orazioni istituzionali, l’installazione del Vector of Memory (Liberation Route Europe) e l’intervento dello storico Daniele Susini. Il corteo proseguirà fino a piazza del Popolo, accompagnato dalla Brass Band Faentina, con conclusione a cura del Teatro Due Mondi – Laboratorio Senza Confini, attraverso un’azione teatrale contro tutte le guerre. Nel corso della mattinata verrà inoltre reso omaggio ai cippi dei Caduti della Guerra di Liberazione del forese con tre momenti distinti. Infine, sempre il 25 aprile, l’Amministrazione comunale celebrerà anche l’Anzac Day (Australia and New Zealand Army Corps – festa delle forze armate australiane e neozelandesi), in onore delle truppe kiwis che liberarono Faenza nel dicembre del 1944. Alle 21, al Cinema Sarti, sarà proiettato il documentario Italian Victory 1944-45: le truppe neozelandesi nella Liberazione dell’Emilia-Romagna, a cura dell’Associazione Senio River 1944-1945.

A Solarolo, invece, la sera del 25 aprile nell’Oratorio dell’Annunziata ci sarà un momento di spettacolo organizzato, come il laboratorio in piazza del Popolo a Faenza, dal Teatro Due Mondi: alle 21 l’attore Denis Campitelli porterà in scena “Brisli. Briciole di poesia romagnola”. «Le mie briciole sono brevi racconti, poesie, aneddoti e detti tipicamente romagnoli fra gusto, cibo e miseria, scritti dagli autori più celebri della terra di Romagna – spiega Denis Campitelli -. Per la serata del 25 aprile aggiungerò alcune poesie, sempre in dialetto romagnolo, che trattano il tema della guerra, che sempre aggiunge miseria alla miseria…» (ingresso unico 5 euro).

CA Di Malanca 2021

Ma nel Faentino l’appuntamento clou resta quello di Anpi e Arci al Museo di Ca’ di Malanca con due giornate di eventi. Il programma si apre il 24 aprile, all’interno del progetto “Le Notti della Liberazione”, con un aperitivo conviviale insieme alla “Tribù di Fornazzano” (ore 19), seguito da “MANIFESTA AZIONE”, una traccia audio a cura di Gianni Farina (ore 21), della compagnia Menoventi, che trasformerà la pineta in un luogo di espressione collettiva attraverso un’installazione sonora. L’azione riprende l’esperienza del 25 aprile 2021, quando in piena pandemia Ca’ di Malanca fu attraversata da una manifestazione di voci e slogan inviati da casa. La serata si chiude con la maratona cinematografica “Le Notti della Liberazione” a cura del Cineclub Raggio Verde, che propone i documentari “Diventare Matteotti” e “Rino Dalla Negra, calciatore partigiano” (ore 22). È previsto il free camping. Giovedì 25 aprile si riparte alle 11 con “Cara mamma”, colazione poetica con letture tratte dalle lettere dei partigiani, a cura di Sofia Zoli. Segue il pranzo a cura della Pizzeria Girasole (senza necessità di prenotazione). Alle 14.30, l’alzabandiera e i saluti istituzionali, tra cui Giulia Bassani in rappresentanza dell’Unione dei Comuni della Romagna Faentina, precedono l’intervento di Vasco Errani.

A seguire la presentazione del volume La guerra in collina (Istituto Storico della Resistenza di Ravenna), una pubblicazione che raccoglie testimonianze, documenti e riflessioni sulla Resistenza sull’Appennino romagnolo. Il pomeriggio si chiuderà con l’accompagnamento musicale del Duo Chiari, che propone un repertorio di brani popolari e canzoni della Resistenza rielaborati in chiave acustica.

A Castel Bolognese, domenica 27 aprile è organizzato il tour guidato “Castel Bolognese al tempo della guerra”, con partenza da Villa Rossi alle ore 14 e arrivo presso il Monumento ai Caduti per la Bonifica dei Campi minati alle ore 17 circa (5 km di percorso). Conclusione al Mulino Scodellino, dove seguiranno approfondimenti storici e proiezione di filmati d’epoca. Durante la visita guidata, curata da Marco Dalmonte dell’Associazione Senio River 1944-1945, saranno presentati i nuovi pannelli che ricordano il passaggio del fronte a Castel Bolognese. In caso di maltempo la visita è spostata a domenica 4 maggio. In questa seconda data l’incontro si terrà, indipendentemente dalle condizioni meteo alla Sala consiliare del Municipio.

Spostandosi verso il mare, il 25 aprile sarà ovviamente celebrato anche a Cervia dove dalle 18 alle 23.30 sotto la Torre San Michele si svolgerà un momento di musica e di impegno sociale. Sul palco che verrà allestito in Piazzale Maffei sotto alla Torre S.Michele si alterneranno una serie di gruppi musicali, dagli Afreak a Radio Rage ai Green Flamingo. In apertura ci saranno interventi e testimonianze sulla Liberazione dal nazifascismo.Chiuderà l’evento il DJ set con Enrica P.

Infine, numerose sono le iniziatvie anche nel capoluogo, Ravenna. In particolare venerdì 25 aprile si svolgerà la Pedalata della Liberazione – da Ravenna alla Pineta di Classe, lungo un itinerario che testimonia le azioni che, nel 1944, hanno contribuito alla liberazione di Ravenna. Il ritrovo è previsto alle 10 al giardino 9 novembre 1989 in via Keplero, retro del Conad Galilei (il costo dell’iscrizione è di 2 euro, che verranno devoluti al Comitato cittadino antidroga). All’arrivo, presso Ca’ Acquara (Pineta di Classe), i partecipanti saranno accolti da un ristoro offerto da ATCRa2 e dalle associazioni venatorie. Al termine Anpi Ravenna presenterà alcuni racconti sulla liberazione della città. Dedicato alla bicicletta anche l’evento del pomeriggio in zona stadio, con una gara ufficiale e, dalle 14.30, un evento per bambini dalle 14.30 nell’area verde della parrocchia.

Alle 11, in Piazza del Popolo si terrà la deposizione di corone alla lapide dei partigiani caduti per la Liberazione dal nazifascismo; sono previsti gli interventi delle autorità e dell’Anpi provinciale e l’esibizione della Banda musicale cittadina e molti appuntamenti sono promossi anche nelle frazioni del forese. Sabato 26 aprile alle 17.30, nel Sacrario dei Caduti – via Baccarini, 7, ci sarà il concerto itinerante della Fanfara dell’Associazione nazionale bersaglieri.

In programma, anche alcune mostre appuntamenti dedicati alla letteratura.

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Carlo Visani – Pavaglione Bombardato 1945

LIBRI:

Walter Veltroni e la sua Iris in Municipio a Faenza

A Faenza, giovedì 24 aprile, alle 18.30, nella Sala Consiliare, si terrà la presentazione del romanzo Iris, la libertà (Rizzoli, 2025), alla presenza dell’autore Walter Veltroni in dialogo con Carmelo Domini del Corriere Romagna.

Memorie resistenti all’Oratorio di Solarolo

Domenica 27 aprile Solarolo chiude il ciclo di eventi dedicati all’80° Anniversario della Liberazione all’Oratorio dell’Annunziata con la mostra collettiva dedicata alle interpretazioni dell’Antifascismo. Alle 16.30 si terrà la conferenza-spettacolo “Memorie Resistenti: dalla marcia su Roma al 25 aprile e al 2 giugno”, tenuta da Luca Rosetti.

I faentini caduti per la libertà al Museo del Risorgimento

Il 28 aprile alle 17.30 al Museo del Risorgimento e dell’Età contemporanea verrà presentato il libro I faentini caduti per la libertà. La ricerca e la pubblicazione sono state promosse dalla sezione Anpi di Faenza. Partecipano il presidente Alberto Fuschini, il sindaco Massimo Isola e l’autore Angelo Emiliani.

Alla Rocca di Riolo “La guerra in collina”

Martedì 29 aprile, alle 20.30 alla Rocca di Riolo Terme, si svolgerà la presentazione del libro La guerra in collina. Eserciti, civili e partigiani nell’Appennino faentino 1943-1945, volume di ricerca promosso dall’Unione della Romagna Faentina e curato dall’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea.

“Le valli della memoria”: graphic novel all’Alighieri

Mercoledì 30 aprile alle 10.30, al Teatro Alighieri di Ravenna si svolgerà la presentazione del graphic novel “Le valli della memoria” Una storia della liberazione di Ravenna, (Coconino press, 2025). Dopo i saluti istituzionali, l’autore Pietro Scarnera dialogherà con la storica Laura Orlandini e la scrittrice Benedetta Tobagi.

MOSTRE:

A Lugo “Rovine e libertà” 
Alle Pescherie della Rocca di Lugo è in corso la mostra collettiva ideata da Massimiliano Fabbri “Rovine e libertà. Senio, 10 aprile 1945. Il fiume, la battaglia e i paesi feriti negli occhi degli artisti della Romagna bassa”, che fino al 18 maggio esporrà opere di Luigi Varoli, Aristodemo Liverani, Fioravante Gordini, Gino Croari, Anto Ricci, Anacleto Margotti, Carlo Visani, Paolo Guerra, Alfredo Giovannini, Francesco Verlicchi, Angelo Biancini e Giulio Ruffini.

“Famiglie in guerra” a Ravenna

Dal 5 al 25 maggio, sarà allestita la mostra “Famiglie in guerra. Il racconto delle vicende della Seconda guerra mondiale attraverso le lettere dalla prigionia”, nella Sala Farini della Biblioteca Classense di Ravenna.

Lista per Ravenna, Lega e PdF presentano i 32 nomi a sostegno di Alvaro Ancisi

Il “decano dell’opposizione” è in corsa per le prossime comunali: «I nostri avversari? Autoreferenziali. La nostra lista è frutto di una costruzione solida e radicata nel territorio, non c’è stato spazio per l’improvvisazione»

Ancisi Lista

Anche la coalizione formata da Lista per Ravenna, Lega e Popolo della Famiglia presenta i nomi dei 32 candidati in vista delle elezioni comunali del prossimo 25 e 26 maggio. A correre a sostegno del candidato Alvaro Ancisi saranno soprattutto esponenti civici e «vicini ai territori e radicati nel tessuto cittadino – spiega il portavoce Mirko De Carli -. abbiamo creato una squadra di valore e di valori a sostegno del candidato Ancisi, senza lasciare spazio all’improvvisazione».

Per sottolineare la dimensione civica della lista, non è stata specificata l’apparenza politica di nessun candidato. Ancora non è stato nominato un capolista ufficiale. In lista 12 donne «di cui tre lavoratrici e studentesse, quattro di origine Moldava, Ucraina e Rumena e due legate al mondo della sanità». La candidata più giovane è Dora Poletti, classe 2005, mentre il più anziano Rudi Barboni, classe 1948.

I 32 nomi in lista, in ordine alfabetico: 

Amoroso Antonio – 1968 – consigliere del Comune eletto nell’Area di Ravenna Centro Urbano; organista e compositore; Barboni Rudi – 1948 – ex dirigente Cofar; consigliere coop. Cofus capannisti, Bignami Anna – 1977 – maestra d’arte e storia; universitaria in Beni culturali e ambientali, Biondi Rosanna – 1950 – infermiera professionale; già consigliera comunale di Ravenna, Borghesi Raffaello – 1973 – chirurgo vascolare ed endovascolare; già dirigente medico nell’ospedale Ausl di Ravenna; Cacciatore Luca – 1980 – consigliere del Comune eletto nell’Area di Piangipane, operatore nel settore refrigerazione; Carnicella Nicola – 1982 – vicepresidente eletto nell’Area di Piangipane del Comune; membro Rsu in azienda chimica;
Castrogiovanni Salvatore – 1981 – tecnico di Yara Italia ex Enichem; volontario presso AVIS e Diocesi di Ravenna; Costrino Giuseppe – 1969 – consigliere del Comune eletto nell’Area del Mare; De Carli Mirko – 1984 – libero professionista;
Fabbri Andrea – 1971 – consigliere del Comune eletto nell’Area di Mezzano; imprenditore nel settore medicale; Ferraro Francesco – 12.3.82 – consigliere del Comune eletto nell’Area di Roncalceci, volontario nella parrocchia locale; Fico Massimo – 1963 – addetto nel settore ristorazione; presidente del Comitato cittadino dei Lidi Nord; Fistican Olga – 1974 – nazionalità moldava; gestore di autotrasporti in conto terzi; Forlivesi Elisabetta – 1964 – consigliera del Comune eletta per l’Area di Ravenna Sud; Kocsis Aniko Rita – 1949 – nazionalità rumena; infermiera professionale; Leoni Giovanni -1955 – rappresentante della Lista a Porto Fuori, località gravemente dissestata; Maldini Luigi – 1955 – medico specialista in anestesia; volontario nel campo dell’assistenza sanitaria e sociale
Maretti Matteo – 1974 operaio settore metalmeccanico; Marin Elena – 1957 – vicepresidente eletta nell’Area del Mare del Comune; presidente di associazione di Atletica, Munko Olena – 1979 – nazionalità ucraina; informatrice farmaceutica; Orselli Cristian – 1997 – autista di ambulanza; volontario in ambito sanitario Piccini Giuseppe – 1981 – Dipartimento di Pubblica Sicurezza della Polizia di Stato, Poletti Dora – 2005 – studentessa lavoratrice nella Facoltà di Giurisprudenza; Puntiroli Enea – 1968 – imprenditore nel settore della ristorazione; Randi Raffaella – 1979 – vicepresidente eletta nell’Area di Ravenna sud del Comune; Ravegnani Andrea – 1957 – rappresentante della Lista a Porto Corsini, località gravemente dissestata;  Resch Roberta – 1963 – master statunitense in politica e pianificazione; Sanzani Emanuela – 1959 – consigliera del Comune eletta nell’Area di Sant Alberto; Scabatura Daniela – 1971 – nazionalità rumena; addetta ad attività ausiliarie; Spadoni Gianfranco – 1953 – vicepresidente eletto nell’Area di Ravenna sud del Comune; titolare di azienda sanitaria; Vinci Gianfranco – 1960. coordinatore nazionale del sindacato Confal-Unsa nel pubblico impiego.

Alla presentazione sarebbe dovuto essere presente anche Jacopo Morrone (segretario Lega Romagna) impegnato però in un’assemblea parlamentare a Roma. Morrone ha delegato alla candidata Elena Marin la lettura di una nota: «Ci aspetta una campagna difficile, per fornire a Ravenna un’alternativa alla sinistra più lungimirante, più coraggiosa e lontana da ideologismi obsoleti. Siamo la lista più forte presentata a queste elezioni e continueremo il nostro percorso con umiltà e con quella fierezza che nasce dall’essere da sempre dalla parte giusta della storia. I nostri avversari sono autoreferenziali: per il Pd ogni tornata elettorale è un conflitto e l’oppositore un avversario da battere. Questa rete di potere impedisce il cambiamento». La parola è passata poi a Gianfranco Spadoni, che ha sottolineato come la lista presentata «non sia frutto di novità ma di un lavoro costruito nel tempo: votare questa lista significa esprimere un voto di continuità e garanzia. L’attenzione di Ancisi al territorio è di per sé una garanzia, perché da anni ormai è “l’avvocato del popolo” di Ravenna». Poi, una stoccata alla campagna dei principali oppositori: «Questa lista non è frutto di cambi di casacca ma di un lavoro solido e unito, di persone che hanno sempre operato nel tessuto cittadino. Non abbiamo organizzato caffè con Ancisi, ma credo che nei bar frequentati da Barattoni servissero più che altro camomilla, vista la pacatezza e la mancanza frizzantezza della campagna elettorale del Pd».

Infine, l’intervento conclusivo del candidato sindaco Ancisi: che ha ricordato i punti principali del programma (contenuti in un documento di circa 60 pagine consultabile dalla cittadinanza), sottolineando «l’attenzione a tutte le aree comunali, in particolare quelle più emarginate e dissestate, come Porto Fuori e Porto Corsini», la «necessità di cambiamento e di sollevamento dal baratro causato da 55 anni di governo di una sola forza politica, che ha cambiato vestito ma non contenuto» e ribadendo «la qualità dei nomi selezionati, in una lista che non vede riempitivi e non è frutto di “campagne acquisti”, ma che ha selezionato con entusiasmo candidature spontanee e rappresentative della città».

Riguardo alla frammentazione del centro destra in quattro diverse coalizioni, Ancisi commenta: «Lo scopo è quello di scuotere un elettorato indeciso. La destra ha deciso di presentarsi in coalizioni diverse, unite e compatte, esaltando le proprie differenze e i propri valori. La differenza tra la forza del Pd in città e quella del centro destra è elevata: giunti a un eventuale ballottaggio l’idea è quella di far confluire le forze della destra sul candidato più votato. Per quello che riguarda il successo della nostra lista, l’idea è quella di non essere più da solo in consiglio comunale. Le richieste dei cittadini continuano a crescere e a volte fatico a soddisfare le richieste di tutti».

Preghiere e commozione per Papa Francesco durante la messa in duomo a Ravenna – FOTO

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Erano più di un centinaio i fedeli ravennati raccolti in preghiera per la messa in ricordo di Papa Francesco. Nel duomo cittadino la funzione è stata celebrata alle 19 di mercoledì 23 aprile dall’arcivescovo della diocesi di Ravenna-Cervia Lorenzo Ghizzoni, in attesa dei funerali ufficiali di sabato in Vaticano.

La cerimonia si è aperta con il commiato del monsignore: «Perdiamo un grande cristiano, un grande apostolo e un missionario. Francesco è stato un riformatore della vita della Chiesa e ci auguriamo che la Chiesa possa continuare nel cammino da lui tracciato». A seguire, una lettura dagli atti degli apostoli, capitolo 3 Pietro guarisce uno storpio, dove gli apostoli Pietro e Giovanni si trovano al tempio e, alla richiesta di elemosina di un mendicante invalido dalla nascita, Pietro risponde: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, cammina!» permettendogli per la prima volta di muoversi. Proprio questo passaggio è stato ripreso dal Vescovo nel corso dell’omelia, perché considerata «un’immagine particolarmente rappresentativa dello stile di Francesco».

Dopo una lettura dal Vangelo secondo Luca (24,13 I discepoli di Emmaus) monsignor Ghizzoni ha ripercorso alcune tappe della storia del Pontefice dal giorno successivo alla nomina di marzo 2013, quando «invece che benedire la folla, ha richiesto lui stesso la benedizione del popolo». L’arcivescovo ha ricordato come lo sguardo del Papa sia sempre stato rivolto sia alla chiesa che alla società, suggerendo nuovi dinamismi e inclusione, ampliando le assemblee vaticane a figure laiche «più della metà donne, tra suore, teologhe e missionarie» e nominando la prima donna governatrice della Città del Vaticano (Suor Raffaella Petrini), «modificando il diritto canonico, lottando contro gli abusi con norme più stringenti e riformando la curia». Tra le prospettive di apertura anche la possibilità di ricevere i sacramenti per i divorziati risposati, con un cammino di accompagnamento: «Il suo desiderio più grande è che tutti entrino a far parte del popolo di Dio. La chiesa deve essere per tutti e l’eucarestia un farmaco per peccatori, non un nutrimento per perfetti».

Un ricordo è andato anche ai numerosi viaggi del Santo Padre: dal primo fuori dalla città del Vaticano, verso Lampedusa «dove definì il Mediterraneo un cimitero a cielo aperto», alla visita in Iraq, la prima nella storia della Chiesa: «In quel momento in Iraq c’era ancora sangue sui muri. Il viaggio gli era stato fortemente sconsigliato per motivi di sicurezza e salute, ma lui ha voluto farlo, ostinatamente, e l’ha definito il suo viaggio più bello». Poi l’apertura delle porte del Giubileo a Bangui (Repubblica Centrafricana), nel 2015: «Uno dei paesi più poveri del mondo. E il suo impegno in terre lontane, che contano pochissimi cristiani, è continuato fino all’età di 87 anni, con il suo ultimo viaggio in Indonesia, Singapore, Papa Nuova Guinea e Timor Est». La richiesta di perdono ai nativi per la condotta della Chiesa nel luglio del 2022 in Canada, la visita in Congo e Sud Sudan, quella in Svezia per i 500 anni riforma luterana e i viaggi a Cuba per la ripresa dei rapporti diplomatici con gli Stati Uniti. Fino alla firma del Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune con l’ imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb, ad Abu Dhabi nel 2019 e con il patriarca ortodosso Bartolomeo.

Infine, l’attenzione agli ultimi, il suo ruolo da «Pastore in mezzo al popolo» durante le visite alle carceri, alle case di cura, ai centri accoglienza e alle parrocchie dei sobborghi. L’impegno per la lotta alla povertà, alla crisi climatica e soprattutto alla guerra: «Non pensava che sarebbe stato un Papa in tempo di guerra, ma lui stesso ha definito l’attualità come “una guerra mondiale frammentata in pezzi”. Ha chiesto preghiere, giornate di orazione per Siria, Libano, Afghanistan e Terra Santa, ha consegnato Russia e Ucraina al Cuore immacolato di Maria e ha incontrato il presidente Israele e l’autorità palestinese nel giardini vaticani. Il giorno dopo la prima bomba su Kiev ha richiesto un confronto con Putin e più volte ha ammonito pubblicamente i capi di stato, redarguendo i signori della guerra. Ha sempre stigmatizzato le spese per le armi, suggerendo di reinvestire in un fondo mondiale contro la fame». Il suo pensiero rimane testimoniato nelle tre encicliche “Laudato si'” (2015), “Fratelli tutti” (2020) e “Dilexit nos” (2024) e nelle esortazioni apostoliche: «Gaudete et exsultate esprime la sintesi della sua teologia spirituale nel mondo contemporaneo».

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L’omelia si è chiusa con l’immagine del Papa da solo, sotto la pioggia mentre attraversa piazza San Pietro nel tempo sospeso della pandemia: «L’umanità era afflitta ma il Papa parlò di fratellanza e speranza. Ci siamo resi conto di trovarci nella stessa barca, fragili e disorientati ma allo stesso tempo tutti chiamati a pregare insieme» e con l’invito a rivolgere una preghiera al Santo Padre: «Quante volte il Papa ha detto “non dimenticatevi di pregare per me?” ed è quello che vogliamo fare stasera. Grazie per la testimonianza di semplicità, all’impegno e alla volontà di dialogo, apprezzata anche dai non credenti, perché Francesco non ha mai chiuso le porte a nessuno». Segue la questua e il momento dell’eucarestia.

Al termine del ricordo del vescovo, a colpire non sono tanto le reazioni di chi occupa i primi banchi, quanto la commozione discreta e sentita di coloro che, in piedi e seminascosti negli angoli della cattedrale, sembrano restituire nel loro dolore la stessa umiltà predicata da Francesco.

Forza Italia presenta la lista dei candidati: Alberto Ancarani capolista

Sono 24 i nomi, tra cui anche il segretario comunale Tritto e l’aspirante vicesindaca Zanolli

Candidati FI

Forza Italia presenta la lista dei candidati che correranno per poter far parte del prossimo consiglio comunale. La lista è in coalizione con Fratelli d’Italia e Viva Ravenna per supportare la corsa del candidato sindaco Nicola Grandi.

Tra i nomi in lista quello naturalmente della 43enne Eleonora Zanolli (libero professionista), già indicata come vicesindaco in caso di vittoria di Grandi. Accanto a lei, il capolista sarà Alberto Ancarani (43 anni, avvocato), volto storico di Forza Italia e capogruppo uscente, mentre ci mette la faccia anche il segretario comunale Nicola Tritto, 62 anni, pensionato.

«La scelta di Forza Italia – commenta il segretario provinciale Fabrizio Dore – è stata quella di non caricare la lista di persone “riempi lista” ma piuttosto di avere solo candidati “veri” pronti a correre. È questo il motivo per cui è stata una precisa scelta quella di presentare 24 candidati anziché 32».

L’elenco dei restanti candidati è il seguente:

  • Babini Ulisse – 60 anni – Agricoltore;
  • Bottini Giovanni – 28 anni – Libero Professionista;
  • De Martinis Gianpiero – 45 anni – Libero Professionista;
  • Dell’Aquila Gioacchino – 38 anni – Ispettore di Polizia Penitenziaria;
  • Fenati Pamela – 43 anni – Impiegata;
  • Guerra Paolo – 58 anni – Imprenditore;
  • Iadevaia Agnese – 46 anni – Insegnante;
  • Iseppi Donatella – 62 anni – Dirigente Aziendale;
  • Kodheli Merlin – 32 anni – Libera Professionista;
  • Manca Matteo – 34 anni – Insegnante e Libero Professionista;
  • Maranini Katiuscia – 37 anni – Imprenditrice;
  • Marozzi Pietro – 21 anni – Studente Universitario;
  • Mingozzi Roberta – 49 anni – Insegnante;
  • Moise Zina – 59 anni – OSS;
  • Montanari Sigismondo – 79 anni – Pensionato;
  • Pasquale Giacomo – 51 anni – Ispettore di Polizia Penitenziaria;
  • Pietropaolo Loretta – 50 anni – Imprenditrice;
  • Quarato Lavinia – 42 anni – Assistente logistica per operazioni petrolifere;
  • Ricci Edoardo – 20 anni – Studente Universitario;
  • Ridolfi Filippo – 48 anni – Informatore scientifico del farmaco;
  • Toscano Davide – 38 anni – Impiegato.

Le sfide del runner Marco Olmo al Socjale nel nuovo spettacolo di Lady Godiva Teatro

Eugenio Sideri porta in scena le imprese e le contraddizioni dell’ultramaratoneta  interpretato da Enrico Caravita. Nella seconda parte della serata, la presentazione dell’ultimo libro del regista

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«Quando Alberto Marchesani, runner e inventore dell’Epica dell’acqua, mi ha parlato di queste competizioni estreme, ho pensato che fossero dei matti. Chi te lo fa fare, mi dicevo, di correre nel deserto per sei giorni consecutivi? Nemmeno i premi, irrisori. La sfida con se stessi? Con la Natura? Poi ho conosciuto Marco Olmo. E a lungo, con Alberto, ci siamo di nuovo confrontati. Forse ho capito. E ho iniziato a scrivere» commenta Eugenio Sideri, drammaturgo, scrittore, regista e fondatore di Lady Godiva Teatro.

La storia di Marco Olmo arriverà ala Teatro Socjale di Piangipane il 29 aprile con “OlmO. Io corro per vendetta”, lo spettacolo di Sideri, che vedrà protagonista in scena Enrico Caravita.

«Lo spettacolo ci porta a correre dentro noi stessi, nei nostri tracciati sotto pelle, in quella sfida perenne con le nostre paure che solo noi possiamo affrontare e provare a superare – continua il regista – Olmo è quasi una leggenda, nelle corse ultra trail. Un nome che evoca vittorie e imprese. Un uomo, che ha cercato riscatto nella corsa. E quando le parole si azzerano, quando il clamore si cheta, quando le medaglie lasciano il posto al respiro e al battito del cuore, ecco, lì abbiamo cercato Marco Olmo. Abbiamo scavato nella sua vulnerabile umanità e abbiamo provato ad indagare, ad immaginare, a raccontare. Siamo partiti da alcuni aneddoti e imprese che ha compiuto, abbiamo provato a respirare con lui, indotti da quella ‘tigna’ che si fa ostinazione, cocciutaggine, che respira vendetta e riscatto».

Dopo lo spettacolo, Eugenio Sideri presenterà il suo libro dal titolo Kraugè. Tre tragedie moderne (ed. Pendragon). Alla presentazione interverranno lo storico Andrea Baravelli, la giornalista di Ravenna e Dintorni Federica Angelini e gli attori di Lady Godiva Teatro Enrico Caravita e Carlo Giannelli Garavini.

I biglietti vanno da 12 euro (intero) a 10 (ridotto under26, abbonati a La Stagione dei Teatri, residenti a Piangipane). L’incontro post spettacolo è a ingresso libero, ed è possibile prenotare una porzione dei tradizionali cappelletti del Socjale a 8 euro al numero 333 7605760. La biglietteria del Teatro apre alle ore 20.00.

I sei candidati sindaco si preparano a un nuovo confronto con i giovani della città

Al centro del dibattito organizzato dalle associazioni Turbe Giovanili e Light i temi di università, sicurezza pubblica e movida

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I sei candidati a sindaco nel corso del primo confronto pubblico, organizzato dai giovani dell’Azione Cattolica

Un confronto tra i giovani ravennati e i sei candidati a sindaco della città: la Sala Ragazzini di Largo Firenze ospiterà martedì 29 aprile un incontro pubblico promosso dai due gruppi giovanili Light e Turbe Giovanili (ore 18).

All’evento parteciperanno tutti i sei candidati in corsa alle prossime elezioni comunali (25 e 26 maggio): Alessandro Barattoni (Pd, Movimento 5 stelle, Alleanza verdi sinistra, Pri, Progetto Ravenna, Ama Ravenna), Nicola Grandi (Fratelli d’Italia, Forza Italia, Viva Ravenna), Alvaro Ancisi (Lega, Lista per Ravenna, Popolo della Famiglia), Marisa Iannucci (Ravenna in Comune, Potere al Popolo, Partito Comunista Italiano), Giovanni Morgese (Democrazia Cristiana), Veronica Verlicchi (Lista civica La Pigna).

Durante l’incontro, i candidati saranno chiamati a discutere alcuni temi di particolare interesse per le nuove generazioni, tra cui: università e formazione: proposte per migliorare l’offerta formativa e le opportunità per gli studenti, sicurezza urbana (strategie per garantire la sicurezza nei quartieri frequentati dai giovani), movida e spazi aggregativi, tra idee per incentivare il divertimento giovanile e il rispetto della comunità. L’incontro è aperto a tutta la cittadinanza, con particolare invito rivolto ai giovani di Ravenna, per favorire una partecipazione attiva e consapevole alla vita democratica della città. L’ingresso è libero fino a esaurimento posti.

Faenza Rock torna con cinque giorni dedicati alla musica e ai giovani talenti

Film in anteprima, masterclass e tre serate live per la 39esima edizione della storica rassegna, in attesa del tributo al fondatore Padre Albino Varotti del 2026

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Si avvicina la 39ª edizione di Faenza Rock, la manifestazione dedicata ai giovani talenti musicali del territorio, nata dall’iniziativa di Padre Albino Varotti. L’edizione di quest’anno propone un programma variegato, che vuole anticipare l’edizione speciale del prossimo anno che sarà un omaggio al suo ideatore. Il sacerdote francescano infatti, musicista e compositore, ha dato vita alla manifestazione offrendo gratuitamente il suo insegnamento a numerose generazioni di faentini e contribuendo allo sviluppo della vivace scena musicale locale.

Dal 24 aprile al 17 maggio, sono in programma tre serate live, la presentazione in prima nazionale di due film e una masterclass. Sono già 25 gli artisti in gara con brani originali, ma le iscrizioni restano aperte fino a domenica 27 aprile.

Il programma prenderà il via giovedì 24 aprile al Cinema Italia, con la proiezione in prima nazionale del film restaurato “Pink Floyd at Pompei”. La serata sarà introdotta da una masterclass di chitarra a cura di Cristian “Cicci” Bagnoli, in collaborazione con la Casa della Musica di Faenza. L’incontro si terrà dalle 18:30 alle 20:30, con un aperitivo iniziale. Il primo appuntamento con la musica dal vivo è in programma il 27 aprile, alle 18, al Caffè al Moro di Faenza (in Piazza Martiri della Libertà). All’interno dell’evento “Battiti al Moro” avranno modo di esibirsi artisti emergenti come (tra gli altri) Alessandro Savioli, Picci & Nacci, Sofia Caputo, The Smash, Lorenzo Censurato e La Cein.

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Giovedì 15 maggio si torna al cinema, questa volta al Cinema Sarti, per la prima assoluta del film “One to One”, dedicato a John Lennon e Yoko Ono, accompagnata da una lezione sulla storia della celebre coppia artistica, a cura di Giordano Sangiorgi.

Venerdì 16 e sabato 17 maggio sarà la volta delle finali, organizzate al Piccadilly Club. Il 16 maggio si esibiranno Dead Chicken, Cassandra’s Lies, Bubba’s Brigada, Cesco, Leandro Pallozzi & I Vecchi Draghi, Sidstopia, Stefano Ferrioli, Steven in the Forest, Soundcheck, Altroego e Spicy Knots, Emt. Il 17 maggio sarà la volta di Effigy, Samu, No Longer Player, Enea, Maddy, Ironoia, Nicola Boni, Wave e Morgana (altri nomi potrebbero aggiungersi).

Il vincitore avrà l’opportunità di partecipare al MEI 2025 – Meeting delle Etichette Indipendenti, in programma a Faenza dal 3 al 5 ottobre.

Al Ravenna Festival arrivano “Voci e musiche dalla Palestina”

La rassegna è stata organizzata in collaborazione con il Festival delle Culture
In programma quattro appuntamenti tra Rasi e Alighieri

Kamiylia

Una rassegna di quattro concerti tra Rasi e Alighieri per esplorare l’arte e l’identità collettiva del popolo palestinese, attraverso i concerti di quattro artisti della diaspora. “Voci e musiche dalla Palestina” nasce dalla collaborazione tra Ravenna Festival e Festival delle Culture. Il primo appuntamento è giovedì 24 aprile al Teatro Rasi, con Rasha Nahas, giovane vocalist e chitarrista che spazia dalla dimensione cantautorale fino a quella elettronica. La sua musica riflette le radici della sua famiglia in un villaggio dell’Alta Galilea, passando poi dalla città costiera di Haifa dove è cresciuta alla Berlino dove vive oggi. Ad accompagnarla in scena Jelmer De Haan al basso e Altair Chague alla batteria.

Dal 23 al 25 maggio, la rassegna si sposta al Teatro Alighieri con un fine settimana di musica che vedrà protagonisti Kamilya Jubran, i 47Soul e Bashar Murad.

Venerdì 23 Kamilya Jubran racconterà la drammatica esperienza della diaspora attraverso l’ibridazione di linguaggi musicali e culturali, da anni al centro della sua ricerca. L’artista proporrà una performance di ibridazione fra tradizione classica araba, musica popolare palestinese, improvvisazione ed elettronica. Sabato 24 sarà la volta dei 47Soul, uno dei gruppi arabi più noti sul piano internazionale. Il loro nome allude al 1947, l’anno precedente la prima guerra arabo-israeliana. Lo Shamstep, il genere musicale che hanno creato, combina musica da strada, influenze funk, hip-hop e rock, in un mix di arabo e inglese.

Chiuderà la rassegna Bashar Murad (domenica 25 maggio), figlio di Said Murad (fondatore dei Sabreen,) e cantautore attivo nel sociale, che sfida gli stereotipi (inclusi quelli legati alle tematiche Lgbtq+, esibendosi in abito da sposa o con canti sulla diversità di genere) con un piglio pop ironico e cosmopolita.

«Nonostante il festival abbia fin dai suoi primi anni dato ampio spazio alle musiche del mondo mediterraneo, del medio e dell’estremo oriente, era rimasta una importante lacuna: quella della Palestina e del suo sfortunato popolo – spiega Franco Masotti, co-Direttore Artistico di Ravenna Festival – Ora è grazie alla partnership con il Festival delle Culture che possiamo proporre la prima rassegna mai realizzata in Italia, e in un momento così tragico, dedicata alla diaspora palestinese, con quattro significativi artisti di diversa area stilistica. La musica darà voce alla nostalgia per la propria terra».

Quest’anno, il Festival delle Culture ha dedicato altre un altro importante evento della programmazione alla Palestina: uno sguardo su Gaza di sei fotoreporter palestinesi tradotto nella mostra collettiva e diffusa I Grant You Refuge (‘ti concedo asilo’). Le foto di Shadi Al-Tabatibi, Mahdy Zourob, Mohammed Hajjar, Saeed Mohammed Jaras, Omar Naaman Ashtawi e Jehad Al-Sharafi sono esposte in alcune sale e lungo le principali vie della città, attraverso una serie di manifesti di grande e medio formato.

Manutenzione, economia e sicurezza al centro del programma di Viva Ravenna

L’ex candidato sindaco Donati sarà il capolista e sosterrà Nicola Grandi, che nel 2021 fu co-fondatore della lista. Tutti i nomi

Viva Ravenna

La lista civica Viva Ravenna scenderà nuovamente in campo per le prossime elezioni comunali. Come già noto, sarà in coalizione con Forza Italia e Fratelli d’Italia a sostegno del candidato sindaco Nicola Grandi che fu uno dei fondatori della lista, insieme all’albergatore Filippo Donati, candidato a sindaco nel 2021 (quando ottenne il 22,5 percento delle preferenze) e quest’anno designato come capolista. All’ultima tornata elettorale Viva Ravenna raccolse 2.804 voti (il 4,5 percento), risultando la seconda lista civica più votata alle spalle di quella del sindaco eletto Michele De Pascale.

Grandi, a questa tornata, sarà il candidato sindaco di Fratelli d’Italia, con Viva Ravenna sua sostenitrice: «La mia scelta di entrare in Fratelli d’Italia e candidarmi sindaco è stata sostenuta da tutti e ciò mi fa molto piacere – dichiara Grandi, intervenuto durante la conferenza di presentazione – ma sono convinto che Viva Ravenna possa superare gli ottimi numeri ottenuti 4 anni fa, quando ero capolista».

«Siamo un elenco di persone di buona volontà che non partono preventivamente contro nessuno – ha dichiarato invece il capolista Donati -. Ci piace utilizzare esclusivamente il nostro buonsenso per stilare un piano strategico migliorato rispetto a 4 anni fa». Parlando dell’esperienza in consiglio comunale di questi anni, Donati ha espresso una certa delusione «perché spesso e volentieri la maggioranza ha dimostrato un senso di preclusione nei confronti di chi non fa parte della loro fazione politica. Veniamo presi come nemici invece siamo solo avversari che portano una idea di città diversa».

Sempre Donati è entrato in merito al programma (che sarà presentato tra pochi giorni), evidenziando tre punti principali. «Il primo riguarda la manutenzione e l’affidamento degli appalti: chi governa non può puntare su chi fa proposte al maggior ribasso. Inoltre ci vuole maggior controllo durante i lavori». Il secondo punto riguarda il sostegno dell’economia locale: «Molti candidati di questa lista sono imprenditori che percepiscono l’amministrazione come frenante, ma chi governa un territorio deve accompagnare chi vuole investire perché poi sarà di beneficio per tutti». Infine l’ultimo punto è la sicurezza: «Il sindaco ha un ruolo di capofamiglia e ha il compito di sollecitare chi di dovere ad alzare la guardia».

Nicola Grandi e Filippo Donati
Nicola Grandi e Filippo Donati

Nelle prossime elezioni la lista sarà in parte rinnovata, mantenendo uno “zoccolo duro”. Sono infatti 13 i candidati al consiglio comunale che già si erano presentati nel 2021, ai quali si aggiungono 14 nomi nuovi provenienti principalmente dal mondo dell’imprenditoria. «Ci siamo differenziati dalle altre liste per la compattezza mantenuta nel tempo – commenta Grandi -. Il gruppo storico è rimasto unito in questi 4 anni, con un importante innesto di giovani».

Tra i 27 nomi spiccano quelli di Claudio Fiocco, in passato con Forza Italia e uno dei candidati in provincia nella lista di Elena Ugolini alle ultime elezioni regionali, e quello di Isa Cenni, tra le attiviste in prima fila nella lotta contro l’abbattimento dei pini di Lido di Savio: «Chi conosce le recenti vicende sa quanto impegno metto e quanto credo in una causa. Sono orgogliosa di far parte di questa lista e non vedo l’ora di fare qualcosa per la città e per il forese dato che sono di San Pietro in Vincoli».

L’elenco dei candidati (sono 27) al consiglio comunale per le amministrative del 2025 della lista Viva Ravenna sono: Donati Filippo 14/07/1961 (imprenditore albergatore); Agostini Gabriele 28/03/1969 (Dipendente istituto finanziario); Benedetti Gianluca 31/03/1959 (Pensionato, ex funzionario Comune di Ravenna); Bolognesi Massimo 23/02/1962 (Fisioterapista Operatore Olistico); Bomarsi Camillo 03/06/1953 (Pensionato, ex brigadiere capo della Guardia di Finanza); Casadei Stefano 05/07/1967 (Pensionato, ex dipendente capoturno di azienda privata); Casilli Marina 21/03/1955 (Assistente Medico); Cenni Ida 10/04/1987 (Adetta ufficio stampa e social media); Chiari Mauro 17/10/1962 (Addetto alla sicurezza); Ciotti Carla 04/07/1967 (Presidente associazione ASD Quadrifoglio Ravenna); D’angelo Giancarlo 26/09/1961 (Consulente); Fiocco Claudio 29/04/1963 (Pensionato, ex responsabile acquisti); Marinelli Paola 15/02/1964 (Pensionata); Masotti Ermes 05/03/1952 (Pensionato, ex commerciante); Mazzoni Vivian 06/05/1969 (Amministratore immobiliare); Medoni Rossella (07/06/1966 (Dottore commercialista revisore legale); Minguzzi Andrea 08/03/1991 (Agente di commercio); Nonnato Fabio 08/06/1987 (Libero professionista); Rosetti Andrea 15/10/1963 (Sales Manager); Scarabelli Luca 27/10/1961 (Libero professionista); Spadoni Giancarla 20/11/1936 (Pensionata, ex commerciante); Terroni Raffaella 08/04/1972 (Impiegata); Tizzone Paola 11/01/1966 (Insegnante); Traetta Luigi 17/06/1971 (Commerciante); Verlicchi Alessandra 03/11/1967 (Commerciante); Zainaghi Guglielmo 25/02/1962 (Pensionato); Zanotti Daniela 27/03/1959 (Pensionata ex commerciante).

Due opere di Burri e Buren entrano nel percorso stabile della pinacoteca del Mar

Attraverso contratti di comodato, vanno ad arricchire la raccolta del museo

Il Mar – Museo d’Arte della città di Ravenna annuncia l’ingresso nella propria collezione di due opere di eccezionale valore storico e artistico attraverso due contratti di comodato, che vanno ad arricchire la raccolta del museo e si inseriscono stabilmente nel percorso espositivo della pinacoteca.

Nero e Oro (1993) di Alberto Burri, proveniente dalla Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, giunge al Mar a seguito della mostra monografica BURRIRAVENNAORO che nel 2023, in occasione della VIII Biennale di Mosaico Contemporaneo, il museo ha dedicato al maestro di Città di Castello. Alla fine degli anni Ottanta Alberto Burri realizza Neri a San Vitale un omaggio al patrimonio bizantino di Ravenna e testimonia il profondo legame tra la città e la visione dell’artista riconfermata nella serie Bisanzio del 1991 commissionata dal Gruppo Ferruzzi per la sede della Ferruzzi Finanziaria ubicata fra Via Diaz e Vicolo degli Ariani. Questa serie non fu mai esposta in città per il venir meno della committenza e trovò poi la sua dimora definitiva presso gli Ex Seccatoi del Tabacco a Città di Castello. L’opera oggi esposta al Mar fa parte di un nucleo di 15 lavori tutti della medesima misura, denominato Nero e Oro (1993), direttamente ispirato alla serie Bisanzio. La presenza di un’opera di questo ciclo a Ravenna assume un significato particolarmente profondo: si tratta infatti di un ritorno ideale della pittura di Burri nei luoghi che l’hanno ispirata.

Peinture acrylique blanche sur tissu rayé blanc et gris clair (1972) di Daniel Buren, proveniente da una collezione privata, tra i protagonisti dell’arte concettuale francese, rappresenta un’opera emblematica della sua ricerca sui codici visivi della pittura, con l’uso sistematico delle strisce verticali come elemento distintivo, replicabile in ogni spazio e contesto. La sua cifra stilistica più nota, difatti, sono proprio le strisce verticali, che utilizza sistematicamente fin dal 1965 come “strumento visivo” neutro, replicabile e impersonale, capace di interrogare lo spazio, il contesto espositivo e il ruolo stesso dell’opera d’arte.

Un approfondimento storico artistico delle due opere è in programma venerdì 10 maggio alle ore 11 al Mar, alla presenza di Bruno Corà, presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri di Città di Castello.

Camion si ribalta e prende fuoco: traffico in tilt

Lungo l’A14 dir, all’altezza di Bagnacavallo. Illeso l’autista. Chiusa la strada

Incendio Camion A14 23 Aprile

Traffico in tilt a causa di un incidente avvenuto poco dopo le 9 di oggi, 23 aprile, lungo l’A14dir, all’altezza di Bagnacavallo.

Coinvolti due mezzi pesanti (e, marginalmente, un’autovettura), con un camion che si è ribaltato su un fianco e ha preso fuoco. La colonna di fumo è rimasta visibile per diverso tempo a chilometri di distanza.

Fortunatamente l’autista è rimasto illeso. Sul posto i vigili del fuoco hanno spento le fiamme nel giro di pochi minuti.

Incendio Camion A14

Pesanti conseguenze per la circolazione, con la chiusura temporanea della strada in direzione Ravenna e conseguenti code e rallentamenti anche a Fornace Zarattini.

Le foto sono di Massimo Argnani.

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