domenica
14 Dicembre 2025

È morto Gianni Mazzotti, consigliere Arci e tra i fondatori del teatro Socjale di Piangipane

Nella mattinata del 30 agosto, all’età di 86 anni, è morto Gianni Mazzotti, tra i fondatori del circolo Arci Teatro Socjale di Piangipane e tutt’ora componente del consiglio provinciale dell’Arci di Ravenna. Fino al 2016 è stato anche consigliere della Uisp di Ravenna con cui ha organizzato la rassegna “Incontri al fiume” a Sant’Alberto.

L’Arci Ravenna ricorda Gianni con un post su Facebook partendo da un aneddoto: “Divinamente” era la sua classica e distintiva risposta alla domanda “come stai?”. «Era un grande ottimista, caparbio, fantastico mix di vitalità e arguzia, instancabile tessitore di relazioni. Ha preso parte e partecipato alla vita culturale ravennate in modo molto attivo quando, giovane pensionato, è rientrato a Ravenna. Ha poi sempre continuato a dedicarsi ai progetti culturali che più si abbinavano alla socialità nelle diverse realtà nel panorama culturale ravennate. Ha incarnato per noi l’essenza associativa: socialità e organizzazione. La socialità propria dell’Arci che è composta da una miscela di leggerezza, voglia di stare insieme, impegno serio e senso di responsabilità collettiva. L’organizzazione che tiene conto del messaggio che si vuol trasmettere e delle persone che sono coinvolte».

Il gruppo Arci immagina con tristezza i prossimi ritrovi senza la presenza di Mazzotti: «Siamo molto addolorati. Non sarà facile riunirsi e ritrovarsi nell’organizzazione delle attività sapendo che Gianni non ci sarà più. Ci aiuterà la consapevolezza che tutto ciò che ha fatto, pensato, condiviso e discusso insieme a noi, resterà in tutto ciò che continueremo a portare avanti tutti insieme».

Anche il Teatro Socjale ha ricordato Mazzotti con un post su Facebook: «Ci ha lasciato un fondatore e una delle colonne del Socjale. Grande volontario ed animatore della vita culturale di Piangipane e di Ravenna. Un abbraccio sentito alla moglie ai figli ed a tutti i suoi cari. Ci mancherai Gianni. I volontari del Socjale ti ricorderanno per sempre. Rip».

Dalla redazione di Ravenna&Dintorni e dall’editore Reclam sincere condoglianze ai familiari e al figlio Alberto, giornalista e ufficio stampa di diverse realtà imprenditoriali e culturali del territorio.

Cercansi 25 macchinisti per i treni regionali dell’Emilia-Romagna: candidature entro il 18 settembre

La società pubblica Trenitalia Tper, che gestisce il trasporto ferroviario in Emilia-Romagna, è alla ricerca di 25 persone da assumere con contratto di apprendistato professionalizzante con il ruolo di macchinista per la conduzione di oltre 900 corse regionali giornaliere.

Fra i requisiti richiesti un’età compresa fra 18 e 29 anni, un diploma di scuola secondaria quinquennale e la residenza certificata in Emilia-Romagna o a Mantova e provincia da almeno sei mesi. Le sedi di lavoro, che verranno assegnate dall’azienda, sono Bologna, Ferrara, Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini e Sermide (Mantova).

Dall’1 al 18 settembre ci si potrà candidare on line su www.lavoraconttx.com e sul sito dell’Agenzia regionale per il lavoro dell’Emilia-Romagna nella sezione Lavoro per Te.

Dopo la verifica dei requisiti richiesti e una valutzione online, 200 candidati potranno cimentarsi con un test tecnico il 13 ottobre a Bologna al palazzo della Regione Emilia-Romagna. Saranno poi un colloquio tecnico-motivazionale e una visita medica specifica a stilare la graduatoria finale e individuare i 25 candidati che verranno inseriti in azienda con contratto di apprendistato professionalizzante.

Oggi sono 1.573 le persone che lavorano in Trenitalia Tper, di queste 502 svolgono il ruolo di macchinista. Dal 2020, anno di nascita della società, sono state assunte 577 persone, di cui 431 per turn over e 146 per crescita aziendale. L’età media è di poco meno di 40 anni, quella dei nuovi assunti nel 2025 supera appena i 27.

Nuova rampa di via Lapi, ultimi lavori: modifiche alla viabilità l’1 settembre

I lavori per la realizzazione della nuova rampa e del percorso ciclopedonale nel parco Bertoni a Faenza si avviano verso la fase conclusiva, per permettere di usufruire di questo importante collegamento tra la zona della cosiddetta Bassa Italia e il centro storico.

La struttura e il percorso, che verranno inaugurati in un secondo momento in una cerimonia ufficiale e intitolati ad Ada Rossi, saranno usufruibili al pubblico prima dell’inizio delle scuole per evitare ulteriori disagi a una parte della città duramente colpita dalle alluvioni.

Per permettere il completamento delle operazioni finali, che includono la movimentazione delle strutture in acciaio, l’installazione della segnaletica stradale e la manutenzione del marciapiede, sarà in vigore un divieto di accesso in via Lapi nel tratto compreso tra via Mazzanti e via Ballardini lunedì 1 settembre dalle 7 alle 19 (fatta eccezione per i veicoli dei residenti, dei frontisti e dei mezzi di soccorso).

L’accesso alla zona sarà garantito attraverso percorsi alternativi. Chi proviene da via Lapi (lato fiume) e si dirige verso Bologna, potrà svoltare solo a sinistra su via Mazzanti-Bettisi-Mezzarisa-Ballardini. Allo stesso modo, chi arriva da via Ballardini o via Argnani e prosegue in direzione Bologna, avrà la possibilità di svoltare solo a sinistra su via Lapi, verso il semaforo di Porta Montanara, oppure di procedere su via Argnani-viale Trento (circonvallazione).

Per chi proviene da via Batticuccolo, via Argnani o via Ballardini e dovrà dirigersi verso Forlì, sarà consentito svoltare alla rotonda su via Mezzarisa-via Bettisi-via Mazzanti e via Lapi (con obbligo di svolta a destra), oppure svoltare sulla rotonda su via Ballardini-via Renaccio o viale Trento. Le modifiche saranno indicate sul posto con transenne e segnaletica temporanea a partire da sabato 30 agosto.

Sbarchi migranti, il sindaco: «Tutti gli enti devono collaborare. Dove sono i fondi per i Comuni?»

«Dopo quasi tre anni dalle elezioni, credo si possa dire con oggettività che nulla è stato fatto dal governo Meloni per una migliore gestione delle politiche migratorie, salvo l’ignobile allungamento dei tempi di navigazione delle navi Ong, costrette a raggiungere porti come il nostro più lontani dal Mediterraneo, prolungando la sofferenza delle persone a bordo». Lo afferma il sindaco di Ravenna, Alessandro Barattoni, che ribadisce di voler sapere in base a quali criteri vengano assegnati i porti alle ong, insieme ai colleghi di tutti gli schieramenti politici, «per capire come mai ai Comuni non vengano riconosciuti i costi sostenuti per la gestione delle persone migranti e, soprattutto, dei minori stranieri non accompagnati, che così rimangono in carico ad altri capitoli di spesa dell’ente locale».

La nuova presa di posizione sul tema, che arriva a distanza di pochi giorni da una analoga, fa seguito anche a una nota dell’Anci, l’associazione nazionale dei Comuni italiani che richiesto nuovamente la convocazione di un tavolo nazionale al ministero degli Interni sugli sbarchi, sulla gestione dei flussi migratori e sui fondi per i minori stranieri non accompagnati.

«Aldilà dei proclami – aggiunge Barattoni – gli sbarchi continuano ed anzi aumentano, i rimpatri non avvengono e il centro in Albania è vuoto e finora è costato oltre 150mila euro a posto letto per ospitare circa 400 persone migranti».

Questa settimana la nave Mediterranea è stata protagonista di un atto di disobbedienza civile per essersi rifiutata di raggiungere Genova, attraccando al più vicino porto di Trapani, ed è stata sottoposta a fermo amministrativo. Negli stessi giorni la nave Ocean Viking, che più volte ha fatto scalo a Ravenna, è stata invece bersaglio di spari da parte della guardia costiera libica.

«Le cose possono funzionare meglio se tutti coloro che vengono eletti dai cittadini ai vari livelli collaborano, anche se hanno idee diverse, e non si mettono i bastoni fra le ruote a vicenda – conclude il primo cittadino –. Nella nostra idea di rispetto istituzionale, quando una cosa non funziona e dipende da più livelli, ci si incontra con il governo nazionale e con i Comuni che si trovano nelle stesse condizioni e si mettono sul piatto idee e proposte».

In auto 7 grammi di droga, in casa altri 55: i carabinieri arrestano un 68enne

In auto aveva 7 grammi di cocaina, a casa ne aveva altri 35 e 20 di marijuana. Un uomo di 68 anni di Faenza è stato arrestato dai carabinieri del Radiomobile durante un servizio finalizzato alla prevenzione e al contrasto del traffico di sostanze stupefacenti.

L’uomo è stato controllato ieri sera, 29 agosto, a bordo del proprio veicolo. I militari hanno notato un gesto dell’uomo che ha tentato di disfarsi di un piccolo involucro: recuperata, la confezione conteneva cocaina.

Immediata la successiva perquisizione nella sua abitazione dove i militari hanno rinvenuto e sequestrato ulteriori 35 grammi di cocaina e 20 grammi di marijuana suddivisa in più confezioni, oltre a materiale per il confezionamento di singole dosi.

Comparso all’udienza di convalida nella mattinata odierna in tribunale a Ravenna, il suo arresto è stato convalidato ed è stata disposta la misura cautelare dell’obbligo di dimora a Faenza con il divieto di uscire di notte.

L’aero club “Baracca” compie 75 anni: tre giorni di festa tra mostre, cimeli e velivoli storici

L’aero club “Francesco Baracca” di Lugo compie 75 anni e li festeggerà all’aeroporto di Villa San Martino con un evento di tre giorni. Dal 19 al 21 settembre mostre di cimeli storici e velivoli del passato, momenti di spettacolo, mercatini artigianali e bancarelle, artisti di strada, esibizioni di aeromodelli e visite guidate delle strutture. Saranno presenti le associazioni sportive e di volontariato di Lugo e Bagnara di Romagna, i rioni lughesi e lo stand gastronomico delle Sfogline di Massa Lombarda.

L’aero club lughese è nato nel 1950 grazie alla determinazione di tanti cittadini lughesi che già nel 1930 avevano realizzato il campo volo di fortuna di Villa San Martino di Lugo – come sotto sezione locale dell’aero club di Ravenna – per rendere omaggio all’asso degli assi Francesco Baracca, medaglia d’oro al valor militare, deceduto il 19 giugno 1918. Dopo la seconda guerra mondiale venne realizzato l’aeroporto e il 17 dicembre 1950, prese vita l’attuale sodalizio di aviazione.

Di seguito il programma dettagliato:

  • nel corso della tarda mattinata di sabato 20 settembre, incontro con le autorità locali e consegna targhe alle persone che hanno contribuito, per il presente e il passato, alla crescita dell’Aero Club di Lugo;
  • mostra congiunta in uno spazio dedicato tra il Museo Francesco Baracca, che esporrà preziosi cimeli dell’eroe dell’aria lughese e l’Aero Club Francesco Baracca, che presenterà documentazione dedicata ai 75 anni di storia del sodalizio lughese;
  • promozione delle attività svolte dalle associazioni sportive e di volontariato di Lugo e Bagnara, sul cui territorio di quest’ultima località interessa parte del sedime aeroportuale;
  • partecipazione degli sbandieratori dei Rioni della Città di Lugo;
  • per domenica 21, mostra statica e dinamica di una rappresentanza di aerei storici della H.A.G. (Historical Aircraft Group Italy), che sono il patrimonio storico e tecnologico della nostra aviazione;
  • dalle ore 21 di sabato 20 settembre, concerto benefico dell’Orchestra di fiati “Insieme per gli altri” di Ancona, composta da una trentina di elementi;
  • dalle ore 21 di domenica 21 settembre, esibizione della Band “Fuorizona” di Lugo;
  • sabato e domenica pomeriggio, presentazioni degli artisti di strada;
  • sabato e domenica pomeriggio, numero di ginnastica artistica di alto livello di Marco “Kira” Cristoferi, reduce dal successo ottenuto al noto programma Tv Italia Got Talent;
  • enogastronomia locale della Proloco di Massa Lombarda “Le Sfogline”, con un intero stand dedicato alla “pasta fatta in casa”;
  • street food, con la preparazione e la vendita di cibo da strada su veicoli mobili;
  • bancarelle di venditori ambulanti per l’esposizione di merce varia;
  • promozione delle attività svolte dall’Aero Club, quali:
  • visite guidate ai locali delle scuole di volo e delle officine, sia di aereo che di elicottero e al simulatore di volo professionale di elicottero;
  • attività di aeromodellismo, con dimostrazioni pratiche di volo vincolato e radiocomando, modelli ad elica, alianti e turbina;
  • mostra statica dei velivoli dell’Aero Club di Lugo e della sezione acrobatica ed elicotteri della Scuola Nazionale Elicotteri “Guido Baracca”;
  • voli di propaganda sul territorio.

L’ingresso sarà ad offerta libera con l’incasso devoluto in beneficenza all’Associazione Telethon. Le iniziative si terranno all’interno degli hangar normalmente impiegati per il ricovero dei velivoli e degli elicotteri, e le altre strutture quali il locale bar, il ristorante e gli ampi spazi esterni disponibili.

Questi gli orari dell’evento:

  • venerdì 19 settembre – dalle 17.30 alle 23.30;
  • sabato 20 settembre – dalle 9 alle 23;
  • domenica 21 settembre dalle 9 alle 22.

L’accesso all’aeroporto avverrà tramite il cancello carraio/pedonale in via Ripe di Bagnara 4 e tramite il cancello carraio ubicato sulla SP48. Il parcheggio delle autovetture sarà realizzato su un’area già adibita allo scopo. La restante parte sarà organizzata su prato all’interno del sedime aeroportuale.

Cani avvelenati al parco, una consigliera della Lega chiede più controlli

A Faenza un cane è morto e un altro ha avuto una grave emorragia interna poche ore dopo essere stati portati nell’area di sgambamento del parco Tassinari. I due casi sono stati denunciati tra il 26 e il 28 agosto. L’autopsia ha confermato l’avvelenamento dell’animale deceduto. La polizia locale sospetta che abbiano ingerito bocconi abbandonati nell’area verde di via Cavour

Una consigliera comunale di Faenza, Roberta Conti della Lega, annuncia un’interrogazione per chiedere chiarimenti all’amministrazione comunale: «È inaccettabile che, nonostante in passato si siano già verificati episodi simili, non sia stato fatto intervenire il Nucleo Cinofilo, un’associazione che ha una convenzione con il Comune proprio per casi come questo. Sono dotati di unità antiveleni, sarebbero utili per bonificare e prevenire in aree sospette».

I vigili urbani hanno affisso cartelli informativi per invitare i cittadini alla cautela, ma fino ad ora non sono stati rinvenuti bocconi avvelenati. Le indagini sono in corso, ma la preoccupazione delle famiglie e dei proprietari di cani cresce di ora in ora. «Non basta limitarsi ai cartelli e ai controlli visivi: serve un’azione preventiva e mirata, che utilizzi tutte le risorse a disposizione per tutelare i nostri animali e garantire la sicurezza delle aree pubbliche. I cittadini hanno il diritto di sapere perché non sia stato attivato questo importante supporto e quali misure concrete il Comune intenda adottare per impedire che tali episodi possano ripetersi».

È nata l’84esima tartarughina del nido di Punta Marina. Le uova erano 98

Sulla spiaggia di Punta Marina, nei pressi del bagno Susanna, attorno alle 21.30 di ieri, 29 agosto, è emersa un’altra tartaruga marina Caretta caretta dal nido deposto alla fine di giugno. È l’84esima nascita su 98 uova: il tasso di schiusa raggiunge l’86 percento, con grande soddisfazione dei biologi del Cestha, il centro di ricerche di Marina di Ravenna che tiene sotto osservazione il nido. Con questa nuova nascita, riparte il conteggio delle 72 ore di attesa dall’ultima nascita prima dell’ispezione del nido.

L’assessore al Turismo: «No al modello “mordi e fuggi”»

Da quando la città di Ravenna è governata dalla giunta Barattoni, dalla metà di giugno, la delega al Turismo è passata dall’assessore uscente Giacomo Costantini a Fabio Sbaraglia, al suo secondo mandato. Lo abbiamo intervistato: un bilancio di fine stagione e uno sguardo alla programmazione futura.

Assessore, a livello nazionale il tema centrale del turismo estivo è stato il presunto calo di affluenza sulle spiagge. I dati Istat di giugno, gli ultimi ufficialmente disponibili al momento, dicono che Ravenna era partita bene. Può darci qualche ulteriore dato o stima del resto della stagione?
«È ancora presto per tirare le somme, ma la sensazione sul comparto balneare è che dopo un giugno positivo, l’andamento di luglio abbia probabilmente risentito dei numerosi weekend di maltempo. Con tendenze parzialmente diverse per i due lidi più a sud che beneficiano di una più forte presenza alberghiera. Gli altri lidi vivono una fruizione soprattutto escursionistica che tende a concentrarsi di intensità nei fine settimana e l’incidenza del meteo in questi casi può essere importante. Il periodo di ferragosto e il finale di stagione sembrano in ripresa».

Presenze a parte, quello che emerge anche da dati ufficiali nazionali, è il calo dei consumi delle famiglie, dovuto al calo del potere d’acquisto. L’effetto è arrivato anche sulle spiagge ravennati? Gli operatori si lamentano per il calo dei fatturati, ma è colpa anche dell’aumento dei prezzi?
«Negli anni il potere di acquisto degli stipendi medi in Italia è calato drasticamente e la spesa turistica certamente è portata a risentirne. Non mi sento di puntare il dito sulla categoria balneare: il modello delle spiagge ravennati continua ad essere vario e offre proposte per tutte le tasche. Anzi, l’investimento degli operatori nella programmazione e sulle strutture è un aspetto che mi sento di sottolineare positivamente, tanto più apprezzabile nel contesto di grave incertezza dettato dalla Bolkestein. Semmai la questione sta forse nel fatto che la vacanza in se stessa è diventata più dispendiosa nel suo complesso, e questo porta gli italiani a fare delle scelte, innanzitutto di durata dei soggiorni».

A Ravenna l’obiettivo delle varie amministrazioni comunali è sempre stato quello, almeno a parole, di incrementare il turismo in ogni maniera: da qualche anno è emerso il problema del cosiddetto iperturismo, o overtourism, e dei danni indiretti che porta sul territorio. Tra cui anche, spesso, lavoratori precari e sottopagati. Da assessore al tema, come si pone in questo dibattito? Quanto può crescere ancora Ravenna? E come?
«Quello da cui dobbiamo allontanarci è il modello “mordi e fuggi”, che porta pochissimo al territorio in termini di valore e impatta nel modo peggiore sull’economia e sulla vivibilità delle città. È importante che i luoghi mantengano un’identità forte, anche a beneficio dei visitatori, d’altra parte quando visitiamo altre città quello che apprezziamo e cerchiamo è il loro tessuto più autentico, quello che ci fa pensare “qui ci vivrei!”. La sfida più interessante deve essere quella di portare il visitatore a considerarsi per il suo periodo di permanenza un cittadino temporaneo di Ravenna, ma per fare questo occorre promuovere un turismo più lento e consapevole, non si può promuovere un territorio così ricco e complesso con formule da 24 ore o addirittura meno. “Footprints” (progetto europeo che lancia Ravenna come città pilota per il turismo sostenibile, ndr) rappresenta in un investimento importante su questo fronte».

A questo proposito, come valuta l’investimento fatto in questi anni sul settore delle crociere, considerato il più impattante in questo senso?
«Fare dello scalo di Ravenna un homeport, dove i viaggi iniziano e terminano, certamente sta già rappresentando un fattore positivo, incentivando le possibilità di pernottamenti in città: l’85 percento dei movimenti passeggeri oggi è in homeport. Ma ci sono anche ricadute positive in termini occupazionali sul territorio».

Quale sarà la strategia del suo mandato? Dove si può migliorare nell’offerta turistica?
«Certamente vorrei strutturare una comunicazione del nostro territorio, basata su un documento strategico di indirizzo, con cui programmare nel medio periodo con costanza e progettualità un piano di promozione turistica che metta in rete tutta la ricchezza e la varietà di esperienze che Ravenna, la sua costa e le sue aree naturalistiche possono offrire, incentivando modelli di turismo più lenti e immersivi e al contempo a potenziare anche l’attrattività turistica delle iniziative culturali che sul territorio si promuovono. Sicuramente sul piano dei collegamenti c’è tanto da fare, il completamento della stazione marittima sarà senza dubbio un intervento destinato a pesare positivamente ma sarà importante, insieme ad Apt, collegare questa infrastruttura ai flussi internazionali che viaggiano sugli aeroporti della Regione».

In generale nel territorio c’è un tema legato all’offerta di posti letto. Come si pone sul tema della diffusione indiscriminata di affitti turistici?
«Il settore extralberghiero in questi anni è sicuramente quello che ha mostrato maggiore dinamicità anche a Ravenna. Ovviamente portando con sé anche potenziali criticità. Da questo punto di vista le nuove normative più stringenti sono positive, ma credo occorra anche un’intensa azione di controllo su tutte quelle strutture che di fatto esercitano senza autorizzazioni e senza trasparenza: inquinano il mercato abitativo e falsificano i numeri sulle presenze, creando un danno a tutto il settore».

La visita del Re d’Inghilterra in aprile ha avuto effetti sui flussi turistici inglesi? Quali sono i mercati italiani ed esteri su cui puntate?
«La visita dei Reali ha acceso un interesse per la città che ha naturalmente vissuto un momento di picco nel mese di maggio ma che mostra dati in crescita in particolare su luglio. Certamente anche l’apertura della tratta Londra-Rimini da parte di British Ariways è un segnale importante. In generale, oltre alla necessità di consolidare il mercato domestico, guardiamo con interesse ai mercati europei, dove accanto a quelli più consueti come quello francofono e in parte quello francese, seguiamo con grande attenzione la crescita di aree dell’Europa orientale come la Polonia dove la capacità di spesa e di mobilità è notevolmente aumentata negli ultimi anni. Infine sul versante croceristico vediamo una crescita di interesse da parte del pubblico statunitense».

Le attività al centro socio-riabilitativo “La Lampada di Aladino” ripartono in una nuova sede

Ripartono le attività al centro socio-riabilitativo “La Lampada di Aladino” di Faenza nella nuova sede di via Fratelli Rosselli gestito dalla cooperativa sociale In Cammino e dal consorzio Blu. Il servizio riaprirà le proprie porte a partire da lunedì 1 settembre, continuando a offrire il proprio supporto alle famiglie di persone con disabilità.

Il centro diurno, che accoglie fino a 20 utenti in regime di convenzione con i Servizi sociali dei Comuni del distretto di Faenza, ha l’obiettivo di favorire lo sviluppo dell’autonomia personale e sociale, valorizzando le potenzialità individuali attraverso un approccio che combina assistenza qualificata e attività pratiche.

Il cuore delle attività del centro sono i laboratori artigianali, che permettono agli ospiti di esprimersi e acquisire nuove competenze; tra le proposte le attività di cartonaggio, con la realizzazione di carte particolari, creazione di album fotografici, taccuini e quaderni; il laboratorio di stampa su stoffa per la realizzazione di tovagliati, la falegnameria per creare oggetti di uso quotidiano, piccoli giochi e il laboratorio di ceramica con la disponibilità del forno per la cottura degli oggetti realizzati. «I prodotti foggiati nei laboratori – si legge in una nota dei gestori del centro – rappresentano un traguardo importante per chi frequenta la Lampada, contribuendo ad elevare la propria autostima». Oltre ai laboratori, “La Lampada di Aladino” fornisce una serie di servizi essenziali per il benessere quotidiano degli ospiti, tra cui assistenza socio-sanitaria diurna.

La cooperativa In Cammino e il consorzio Blu ringraziano Maria Luisa Quadalti Senzani di Senzani Brevetti per il suo fondamentale supporto: «Il suo contributo ha reso possibile la riapertura del nostro servizio, garantendo che le famiglie non rimanessero prive di questo importante punto di riferimento».

I bagnini in crisi: «Mancano alberghi e parcheggi, fatturato in calo fino al 30%»

La stagione balneare si avvia alla chiusura e secondo i titolari di alcuni stabilimenti sulla spiaggia di Marina di Ravenna e Punta Marina il bilancio finale sarà negativo. Gli imprenditori intervistati stimano cali di presenze tra gli ombrelloni dal 15 al 30 percento rispetto alle medie degli ultimi anni. I due lidi sono quelli che per primi, tra i nove del comune di Ravenna, sono stati coinvolti dal progetto “Parco marittimo”, la riqualificazione degli stradelli di accesso ai bagni. Ma proprio la rivoluzione di viabilità e parcheggi è indicata dai bagnini tra le cause della crisi, considerandola una disparità rispetto alle località vicine. A completare il quadro delle criticità lamentate dagli imprenditori c’è la mancanza di strutture ricettive e di investimenti pubblici.

Dai feriali al weekend
«Marina di Ravenna è praticamente deserta dal lunedì al venerdì – racconta Elena Ferroni del bagno Charlie -. Una volta lavoravamo sette giorni su sette, sia a pranzo che a cena. Oggi, durante la settimana, ho perso almeno 20 coperti al giorno solo per il pranzo. E parliamo di clienti fidelizzati, che preferiscono fare la pausa pranzo altrove».

Una tendenza confermata anche da Monika Balestri del bagno Wave di Punta Marina: «Per quanto ci riguarda il lavoro non è mancato, ma è cambiato radicalmente. Se prima facevamo 50 coperti ogni giorno, ora ne facciamo 10 durante la settimana e 200 la domenica. È tutto concentrato in pochi giorni, ma abbiamo comunque avvertito un calo che può aver raggiunto anche il 30 percento di presenze».

Anche secondo Domenico Regini, del Donna Rosa a Marina, la clientela abituale si è assottigliata nei giorni feriali: «Il cliente tipo è quello che parte da casa, ma se trova traffico o maltempo non viene. Noi sopravviviamo grazie agli eventi infrasettimanali, ma il calo è evidente: nell’ultimo anno abbiamo perso un 10-15 percento di fatturato», su fatturati, dicono in generale gli imprenditori, già a loro volta in calo.

Occupazione
Il calo di clientela durante i giorni feriali si riflette anche nell’occupazione del personale che in molte occasioni viene ridimensionato. «Tocca fare assunzioni a chiamata per il sabato e la domenica, quando hai bisogno di 30 persone, mentre durante la settimana bastiamo noi titolari – dice Balestri del Wawe –. Se prima potevi offrire dei lavori stagionali, ora si fa più fatica». Anche al bagno Finisterre hanno necessariamente dovuto contenere il personale: «Tradizionalmente lavoravamo con due bar sempre aperti – afferma la titolare Laura Sillato – ma quest’anno abbiamo ridotto l’orario di apertura di uno dei due».

Senso unico e parcheggi
Molti operatori, come detto, puntano il dito contro le scelte urbanistiche che hanno reso più difficile raggiungere le località balneari. La trasformazione del lungomare con il progetto del Parco Marittimo, l’introduzione del senso unico nei weekend a Marina e la scarsità di parcheggi “comodi” hanno inciso, secondo diversi gestori, sulla decisione dei ravennati di “fare una scappata al mare”. «Il Parco marittimo è bello da vedere – riconosce Laura Sillato del bagno Finisterre –, ma ha tolto posti auto e reso Marina meno accessibile. La località viveva dei ravennati che venivano anche solo per il pranzo o dopo lavoro, ma oggi preferiscono Lido Adriano, dove è sicuramente più comodo parcheggiare».

Anche Ferroni lamenta un calo dei posti auto pari a 60 unità, in spiaggia, per il bagno Charlie: «Adesso abbiamo solo tre pass per parcheggiare all’interno. Per operatori e clienti fare il giro lungo a causa del senso unico è un disagio quotidiano. Alcuni mi dicono chiaramente che preferiscono altre località come Lido Adriano o Marina Romea, dove è più facile accedere».

Alessandro Zangaglia, storico proprietario del Bbk di Punta Marina, parla di differenza di trattamento che l’amministrazione comunale ha riservato nei confronti delle varie località marittime ravennati: «Le famiglie sono penalizzate dall’assenza di parcheggi nelle vicinanze. Prima di accedere alla spiaggia sono costrette ad aspettare un pullman pieno di gente sotto a 35 gradi. Tutto ciò scoraggia e ne subiamo le conseguenze».

Mancano anche i posti letto
Il turismo locale soffre anche di problemi strutturali più profondi e ormai noti da tempo: mancanza di investimenti, carenza di strutture ricettive e un’offerta che fatica ad attrarre nuove fasce di clientela. «Ormai un weekend a Marina costa quanto uno a Ibiza – dice Balestri del Wawe –. Eppure non offriamo gli stessi servizi. Una stanza in un bed and breakfast ristrutturato a Punta Marina può arrivare a 140 euro a notte, sono prezzi fuori mercato». A Marina di Ravenna il problema è ancora più marcato: «Non ci sono alberghi abbastanza capienti da compensare il calo dei clienti locali – spiega Sillato, proprietaria del Finisterre ma anche dell’Alba Hotel in centro a Marina –. Anche se il mio albergo è pieno, non basta a sostenere il lavoro della spiaggia. Manca un piano per attrarre investitori nel settore ricettivo».

Bolkestein
La mancanza di investimenti si collega all’incertezza per la direttiva Bolkestein e le concessioni balneari in scadenza, che non permette una programmazione a lungo termine. «Chi ha il coraggio di costruire un albergo? – si chiede Balestri –. Gli investimenti dei bagni sono paralizzati dalle incertezze sulle concessioni demaniali e questo non favorisce l’attrazione di nuovi clienti che dovrebbero essere la domanda di posti letto. Questa incertezza paralizza tutto il comparto turistico, diventando così un cane che si mangia la coda: pochi investimenti sulla ricettività significa poco turismo».

Zanzare e previsioni meteo
L’estate 2025 ha poi riservato ulteriori difficoltà, non previste: «Le zanzare hanno reso impossibile stare all’aperto molte sere – denuncia la proprietaria del Wawe –. Non abbiamo assistito a disinfestazioni straordinarie e quindi diventa un disastro. Inoltre, le persone ormai controllano le previsioni meteo come un oracolo: basta il 10 percento di probabilità di pioggia e nessuno parte da casa».

Il meteo non è visto come una scusante per i gestori, ma è un elemento impattante anche per Zangaglia: «Il meteo è cambiato radicalmente. Ultimamente la prima parte dell’estate è più fredda e poi si alternano temporali fortissimi, che non aiutano il turismo e accorciano ulteriormente la stagione».

Etilometro in strada
Per Ferroni del Charlie, un calo notevole dello spostamento serale verso i lidi è dato anche dagli eccessivi controlli: «Ho visto sette pattuglie della polizia in una sera, solo per uscire da Marina: così si scoraggiano i clienti, soprattutto i giovani. Va bene controllare e va bene fare in modo che la gente non guidi in condizioni inadatte, però se si esagera con i controlli finisce per diventare un deterrente».

Nuove idee
Di fronte alla crisi c’è chi cerca di reagire con nuove idee. Dal Donna Rosa, per esempio, dicono di non aver tagliato né personale né servizi: «Siamo ottimisti, cercando sempre di inventarci qualcosa per portare il cliente da noi – racconta Regini –. Eventi, serate, feste: finché possiamo, non rinunciamo alla qualità. Ma anche noi, il prossimo anno, dovremo ragionare». Invece per Sillato del Finisterre il target sul quale si dovrebbe puntare è quello degli eventi sportivi: «Ci dovrebbe essere uno sforzo da parte del Comune per investire un po’ di più su quel fronte o aiutare gli operatori privati a mettere in campo delle iniziative. Anche il famoso progetto del Beach Stadium che doveva esserci (tra le proposte della campagna elettorale di De Pascale nel 2016, ndr): non si è mai realizzato, però a mio avviso sono quelli i progetti che possono spostare turisti o far venir voglia a qualcuno di aprire strutture alberghiere».

La Classense vince un bando ministeriale di 100mila euro per la creazione di una web app interattiva

La Biblioteca Classense di Ravenna si è aggiudicata il primo posto nella graduatoria del bando promosso dal ministero della Cultura per “la valorizzazione e l’accessibilità del patrimonio culturale attraverso l’uso di tecnologie innovative e metodologie di gamification”. Il progetto, che vede la realizzazione di una web app interattiva, riceverà un finanziamento di 100.000 euro nell’ambito del Pnrr, con l’obiettivo di ampliare l’accesso e la partecipazione alla cultura. La proposta, ideata da Panebarco & Happy Minds, ha l’obiettivo di rendere più immersiva, accessibile e personalizzata la scoperta del patrimonio della biblioteca Classense.

Cuore del progetto è il concept narrativo The Secret Bookish Society: la Classense viene reinterpretata come una scuola segreta per lettori e lettrici eletti, ispirata alle estetiche dark & light academia – linguaggi culturali molto diffusi tra le nuove generazioni, che associano la lettura e la ricerca del sapere a ritualità, appartenenza e stile.
La web app proporrà ambienti di gioco, missioni e quiz che guideranno gli utenti alla scoperta delle collezioni: testi antichi e rari, manoscritti, mappe, carteggi e fotografie diventeranno tappe di un percorso interattivo, arricchito da badge, storytelling digitali e mappe dinamiche. In questo modo patrimonio, servizi e spazi fisici della biblioteca verranno valorizzati in un’unica esperienza narrativa e partecipata.

Sarà coinvolta anche la rete territoriale già attiva attorno alla Classense: associazioni culturali, volontari e cittadinanza attiva, scuole e università, enti del terzo settore. Questi soggetti parteciperanno alla co-progettazione, al test della web app e alla sua diffusione come strumento didattico e di inclusione.

«La Classense, grazie al sostegno del Comune di Ravenna – dichiara l’assessore alle Politiche culturali Fabio Sbaraglia –  prosegue il suo percorso nell’ambito dell’accessibilità, su cui ha già investito con diversi interventi finalizzati alla piena fruizione degli spazi e delle collezioni, sia dal punto di vista fisico che cognitivo, sempre con il supporto di fondi Pnrr».

«Il nostro obiettivo – dichiara la Direttrice della biblioteca, Silvia Masi – è coinvolgere attivamente e in maniera continuativa un pubblico ampio e diversificato, con particolare attenzione alle giovani generazioni, alle persone con minore familiarità con il patrimonio culturale e ai pubblici non abituali».

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