lunedì
18 Agosto 2025

Da Ravenna a Cervia, attraversando la pineta, tra treno, bici e canoa. Il percorso

Un itinerario valorizzato con quasi 300mila euro: percorsi abbelliti, capanno ristrutturato, nuova cartellonistica

Pineta Classe

In treno, in bicicletta, a piedi e in canoa: utilizzando queste diverse modalità sostenibili di spostamento è possibile spostarsi dalla stazione di Ravenna a quella di Cervia e viceversa, attraversando la Pineta di Classe lungo un percorso la cui fruibilità è stata migliorata e arricchita di nuova cartellonistica e di ripristinati punti di osservazione. Infatti, sono terminati i lavori di realizzazione e allestimento di “Follow your way!”, un nuovo itinerario multimodale, il cui progetto è stato realizzato grazie a finanziamenti del Gal Delta 2000 (il Gruppo di azione locale destina risorse economiche a progetti di valorizzazione del territorio) per un importo di 273mila euro a cui si aggiungono 15mila euro di risorse comunali per il completamento di alcuni lavori. Nello specifico si tratta di un’azione che rientra nel Programma di Sviluppo rurale 2014-2020.

L’idea nasce dal desiderio di rendere possibile e soprattutto piacevole viaggiare per l’intero tratto tra Ravenna e Cervia utilizzando il treno, la bicicletta e inserire l’esperienza di un’escursione in canoa. Un nuovo pontile di attracco è stato, infatti, realizzato al Centro visite del Parco del Delta del Po “Bevanella”.

Il consiglio del Comune è quello di partire in treno dalla stazione di Ravenna, eventualmente con bici al seguito, e scendere a quella di Classe. «Da lì è possibile avviarsi a piedi o in bicicletta verso la Pineta di Classe, seguendo la nuova cartellonistica dedicata, disegnata e realizzata nell’ambito del progetto – si legge in una nota del Comune di Ravenna -. Successivamente si può deviare per Savio oppure proseguire per Cervia e rientrare in treno a Ravenna. Dalla stazione di Classe, con una deviazione di poche centinaia di metri, è possibile visitare il Museo Classis, le zona archeologica dell’antico porto romano e la monumentale Basilica di Sant’Apollinare in Classe. Queste diverse modalità di spostamento suggeriscono proprio ai visitatori di scegliere il proprio modo di muoversi (“Follow your way!”) per entrare ancora più in contatto e in modo sostenibile con luoghi di elevato pregio ambientale».

Il progetto ha consentito, utilizzando la viabilità esistente, di effettuare vari interventi utili ad assicurare una fruizione ampia e di qualità multi-esperienziale in un tratto che offre molti spunti di visita. Tra gli interventi principali del progetto si evidenziano l’abbellimento dei percorsi realizzato mediante una regolazione della vegetazione rispettosa delle specie più pregiate della Pineta di Classe e la posa di una cartellonistica orientativa e informativa discreta e adatta ai luoghi. Sono state, inoltre, allestite nuove aree attrezzate con panche e tavoli per le soste dei viaggiatori. Gli amanti del birdwatching troveranno il capanno, che dalla Pineta si affaccia sulla palude dell’Ortazzo, completamente ristrutturato. Poco distante dal capanno, si potrà godere di una veduta panoramica sulla torretta da birdwatching. Infine, arrivando alla “Bevanella” si potranno ammirare le affascinanti vedute che guardano verso l’Ortazzo e l’Ortazzino.

Si ribalta con il furgoncino, traffico in tilt in zona viale Randi

Fortunatamente nessuna grave conseguenza per il conducente del veicolo

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Pesanti disagi al traffico cittadino a causa di un incidente fortunatamente solo “spettacolare”, che non ha causato gravi conseguenze al protagonista. È successo intorno alle 14 di oggi, 4 aprile, tra viale Randi e via Michele Pascoli (la strada che poi diventa viale Berlinguer), dove un uomo ha perso il controllo del proprio furgone, ribaltandosi. La strada è stata momentaneamente chiusa.

L’uomo alla guida del furgone, invece, è finito al vicino ospedale ma con un codice di bassa gravità.

Cervia si prepara per lo Sposalizio del Mare: aperto il bando per i figuranti

Sarà possibile presentare la propria candidatura fino al 25 aprile

Sposalizio Del Mare Corteo 2025 Maria Pia Timo

Da oltre 500 anni, nella domenica dell’Ascensione, Cervia ospita lo Sposalizio del Mare, rievocazione storica che unisce cittadini e turisti. Quest’anno la manifestazione è in programma per domenica 1 giugno, con il tradizionale corteo che parte da piazza Garibaldi per snodarsi poi lungo le vie del centro storico e borgo marina. A sfilare, in sontuosi abiti d’epoca, signori, alfieri, dame e podestà che accompagnano l’anello che verrà lanciato in pegno al mare nella storica cerimonia del “matrimonio della città con l’Adriatico”.

Negli ultimi tre anni, grazie al lavoro degli artigiani di sartorie teatrali di Bologna e Venezia, sono stati realizzati nuovi costumi ancora più fedeli al periodo storico rappresentato. Fra i personaggi rappresentati in corte spiccano il Doge di Venezia Francesco Foscari; Novello Malatesta (allora signore di Cervia) con la consorte Violante da Montefeltro, il Podestà di Cervia e la Dama dell’Anello che indosserà l’abito decorato in oro ed un mantello con un lunghissimo strascico sostenuto da due dame.

Chi desidera prendere parte al corteo vestito in costume d’epoca potrà inviare la propria candidatura a questo link entro le ore 12 del 25 aprile 2025.

Il corteo, composto da rappresentanti istituzionali, personaggi storici, stendardi e cittadini, dopo la celebrazione religiosa, dalla piazza Garibaldi si avvierà verso il porto canale per uno dei momenti più attesi della manifestazione, il dono dell’anello al mare. Come ogni anno, da tradizione, giovani nuotatori si sfideranno per ripescare l’anello che porterà fortuna per un intero anno alla città tutta e a chi riuscirà a recuperarlo. All’interno della vera d’oro, che resterà in proprietà al nuotatore più scaltro, è incisa la data della festa, mentre lunghi nastri, uno tricolore e uno con i colori di Cervia, il giallo e il blu, permetteranno di seguire la traiettoria durante il lancio in mare.

Ulteriori 150mila euro di indennizzi per chi ha subito danni dal fortunale del 2023

Il Comune mette a disposizione una nuova tranche di fondi per chi ha già fatto richiesta al Cis

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Il Comune di Ravenna mette a disposizione ulteriori 150mila euro di contribuiti per i cittadini che hanno subito danni dal fortunale di luglio 2023.

Da ieri (giovedì 3 aprile) fino al prossimo 30 giugno i cittadini che hanno presentato le domande di Cis (Contributo Immediato Sostegno) entro i termini già disposti (e già validate dagli uffici preposti anche ai soli fini della “ricognizione”) potranno richiedere i nuovi contributi del Fondo Comunale Donazioni (qui la modulistica necessaria).

Coloro che hanno denunciato una stima di danni inferiore a 10mila euro avranno diritto a un risarcimento complessivo di 1000 euro. Chi ha segnalato danni da 10 a 20mila euro riceverà invece 2mila euro, mentre per danni superiori ai 20mila euro il complessivo è di 3mila euro.

Gli importi effettivamente erogati a titolo di contributo aggiuntivo terranno conto di quanto sarà percepito in sede di Cis, oltre che degli indennizzi riconosciuti dalle assicurazioni, non potendo l’importo totale dei ristori e indennizzi superare il limite del danno subito e stimato.

Per coloro che sono stati ammessi alla misura di immediato sostegno (per l’importo massimo di 5mila euro), l’erogazione del contributo aggiuntivo avverrà solo a seguito della rendicontazione da parte degli interessati, il cui termine ultimo è fissato al 30 giugno.

I cittadini che rientrano solo nella fase di “ricognizione” invece non sono tenuti in questo momento alla rendicontazione, ma dovranno provvedere secondo le modalità e le tempistiche che saranno impartite dalla Regione.

I varchi elettronici del centro storico diventeranno operativi dall’11 aprile

I quattro dispositivi regolano l’accesso alle Ztl e sono in fase di test dallo scorso 6 marzo

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I primi due varchi elettronici sono situati in via XX Settembre, all’incrocio con via Naviglio e in via Santa Maria dell’Angelo, all’incrocio con via Cavour. Entrambi sono attivi tutti i giorni della settimana (dal lunedì alla domenica, incluse le festività) dalle ore 9 alle 18. Gli altri due varchi si trovano invece in corso Saffi, all’incrocio con via Manfredi, e sarà attivo 24 ore su 24 tutti i giorni della settimana (dal lunedì alla domenica, incluse le festività), e in via Pascoli, all’incrocio con via Fiera, attivo dal lunedì al sabato dalle ore 7 alle 19 (la domenica e i giorni festivi questo varco non è attivo).
L’ingresso nelle Ztl è consentito solo ai veicoli in possesso di un abbonamento “Residenti”, un permesso ZTL oppure inclusi nella “lista bianca”, per tutti gli altri verranno applicate le sanzioni regolate dal codice della strada.
Rientrano nella lista bianca (previa registrazione e richiesta del permesso) autobus di linea, autobus turistici (solo carico e scarico passeggeri), taxi, Ncc, veicoli che si recano presso strutture ricettive in ztl, polizia, antincendio, protezione civile, autoambulanze, veicoli di enti pubblici muniti di logo, veicoli di proprietà dei gestori di servizi di pubblica utilità.
Biciclette, monopattini, ciclomotori e motocicli possono accedere liberamente alle Ztl senza alcun permesso. I mezzi a motore targati, invece, non possono accedere alle Aree Pedonali, eccetto quelli di residenti.
Gli utenti che necessitano di supporto per l’iscrizione al Portale Liste Bianche possono rivolgersi allo sportello Movs durante le aperture straordinarie: il lunedì dalle 14.30 alle 17.30 e il mercoledì dalle 9.00 alle 13.00. È possibile presentarsi senza prenotazione, muniti della documentazione richiesta (libretto di circolazione, contrassegno CUDE, patente, ecc.), sia in originale che in fotocopia.
Da segnalare, inoltre, che, in questi giorni, in via XX Settembre (tratto tra via Naviglio e corso Garibaldi), in via Severoli e in Nazario Sauro, strade nelle quali, con l’introduzione del nuovo disciplinare, la sosta è riservata esclusivamente ai possessori di abbonamento ‘Residenti’ è stata cancellata la segnaletica orizzontale (stalli blu) e installata la segnaletica verticale che regolarizza quelle aree con un divieto di sosta “0-24 eccetto residenti muniti di abbonamento”.

La ravennate in Thailandia durante il terremoto «Ho visto l’acqua incresparsi»

La trentenne Micol Ballerin sta seguendo il sogno di visitare tutti i paesi del mondo: «Ho vissuto un’esperienza simile in India»

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Continuano ad aggiornarsi le stime del terremoto che ha colpito il Sud-Est Asiatico lo scorso 28 maggio: il sisma, di magnitudo 7.7 e con epicentro in Myanmar ha causato gravi danni anche su territorio thailandese, portando a una stima totale di circa 10mila possibili vittime e enormi danni agli edifici e infrastrutture dei paesi coinvolti.

Tra i testimoni del tragico evento, c’è anche una ravennate: Micol Ballerin, classe 1995, si trovava in vacanza con la famiglia in Thailandia durante il sisma. «Alloggiavamo al 28esimo piano di un grattacielo di Bangkok, ma per fortuna al momento della scossa (le 12.55 locali, ndr) ci trovavamo “solo” al settimo, in piscina – racconta Ballerin -. Ho visto l’acqua incresparsi, formando onde sempre più alte. Non capivo cosa stesse succedendo, ho alzato gli occhi al cielo e ho visto le quattro palazzine che circondavano il terrazzo oscillare. Bangkok non è una zona sismica e non ho pensato subito a un terremoto, credevo che l’hotel stesse crollando». La scossa è stata percepibile per poco più di 40 secondi, poi gli allarmi, le persone riversate in strada e la metropoli nel caos. «A quel punto non c’erano più dubbi, si trattava di scosse sismiche, ma gli ascensori erano fermi e le scale bloccate dal flusso dell’evacuazione. Così siamo rimasti in attesa per qualche minuto, anche se non so quanto sia stato prudente, per poi correre in strada insieme agli altri sfollati, vestiti solo di costume e asciugamani. Tutti i nostri effetti erano al ventottesimo piano di un palazzo che stava perdendo pezzi da tutte le parti». Durante la discesa infatti Ballerin ha avuto modo di documentare le crepe su muri, pavimenti e soffitti e gli arredi a terra (in foto) accompagnati dal rumore d’acqua all’interno degli ascensori: «Non so dire se i danni fossero superficiali o strutturali, ma si tratta di una zona di recente costruzione, frutto per lo più di investimento cinese, con edifici realizzati in fretta dell’aspetto non troppo solido. Abbiamo immediatamente pensato di cambiare hotel, ma non era possibile: la metro era stata chiusa e non c’erano taxi o tuktuk reperibili. La città era immobile e gli abitanti riversati in strada». L’ordine di evacuazione è scattato intorno alle 13.30, ma il rientro negli alloggi è avvenuto solo in serata: «Nel tardo pomeriggio abbiamo convinto il manager a farci salire per recuperare soldi e documenti, ma gli ascensori erano rotti e ci siamo dovuti servire di quello di emergenza, utilizzato dai pompieri, concludendo con un tratto a piedi. Durante la giornata ci sono state nuove scosse di assestamento in Myanmar, non percepibili dalla Thailandia, e in serata la presidente Shinawatra ha dato il via libera per il rientro nelle proprie abitazioni».

Nonostante i gravi danni agli edifici, e una stima parziale di quasi 3mila morti, l’area metropolitana di Bangkok non sembra aver registrato incidenti particolari, ad eccezione del palazzo in costruzione crollato in zona Chatuchak (vicino al noto mercato), che ha trascinato sotto le macerie un centinaio di lavoratori (tra cui 11 vittime e circa 80 dispersi) e sul quale si indaga per l’utilizzo di materiali edili scadenti. «Al netto di tutto, siamo stati molto fortunati – commenta Ballerin -. la zona in cui alloggiavamo è vissuta prevalentemente da locali e l’atmosfera era tesa. Nell’entroterra della Thailandia non sono abituati a questi fenomeni e alcune scene sono state forti: gli anziani piangevano spaventati, e chi ha investito in quei condomini probabilmente si stava chiedendo se ha fatto la scelta giusta».

Nonostante il naturale spavento, per Ballerin non si trattava della prima esperienza di terremoto: «È stato un terremoto molto più forte di quelli che mi è capitato di provare in Italia, come quello in Abruzzo o nel modenese, ma molto simile all’esperienza vissuta in India qualche anno fa. Mi trovavo in Kashmir e l’epicentro si è registrato in Pakistan, la sensazione è stata simile. Anche li ci siamo riversati in strada, aspettando le comunicazioni ufficiali. Non ho avuto troppa paura. Mi è dispiaciuto per mia madre però, l’ho vista molto spaventata: dopo più di un anno trascorso in Australia con il mio ragazzo finalmente ci saremmo riviste, e per risparmiare ai miei genitori un viaggio così lungo e caotico ho scelto di incontrarci in Thailandia, un luogo tranquillo, a metà strada tra Europa e Oceania, che sicuramente avrebbero apprezzato per una vacanza. Proprio il giorno prima del terremoto la rassicuravo dicendo “ti preoccupi tanto e alla fine non succede mai niente…».

A colpire è stata anche e soprattutto la velocità di ripresa della città, che già dal giorno seguente sembrava essere tornata attiva e piena di vita come sempre. Lasciata la brutta esperienza alle spalle, oggi Micol Ballerin si trova in Cina, alla scoperta della zona di Sichuan, proseguendo nel sogno di visitare tutti i 197 paesi del mondo (attualmente ne ha “spuntati” 94): «In realtà quella del terremoto non è l’esperienza più assurda che mi è capitata in viaggio: nel 2018 mi trovavo in Macedonia e decisi di fare una gita in giornata in Kosovo. Al rientro mi sequestrarono il passaporto, spacciandolo per falso. In cambio, mi avevano dato un foglio di via, che mi è stato letteralmente strappato davanti dalle autorità macedoni. Avevo poco più di 20 anni e mi sono ritrovata chiusa per ore in uno stanzino al confine tra Kosovo e Macedonia, finché un poliziotto di nome Boris non ha avuto pietà di me e mi ha nascosta in un autobus, permettendomi di tornare a Skopje. Lì ho richiesto i documenti temporanei in ambasciata e ho dovuto “ricomprare” la mia stessa macchina fotografica per 10 euro dalla compagnia dei bus. Oggi ci rido su. Non penso che il Kosovo sia pericoloso, anzi, vorrei tornarci per rivalutarlo. Ho solo avuto sfortuna, come in questo caso. Dopotutto, solo a chi non fa niente non succede mai niente, no?».

Le iniziative dell’Unione per l’80esimo anniversario della Liberazione

In programma anche una mostra di Tugnoli, unico Pulitzer italiano

Lorenzo Tugnoli Fa Che Sia Un Racconto

In occasione dell’80esimo anniversario della Liberazione, l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna propone un calendario di eventi e iniziative, studiato in collaborazione con la provincia e  l’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea. Tra gli eventi più attesi, la mostra di Lorenzo Tugnoli, unico Pulitzer italiano, ma anche spettacoli, conferenze e camminate.

Ad aprire la rassegna sarà proprio l’inaugurazione della mostra di Tugnoli, allestita all’ex convento di San Francesco (Bagnacavallo) e curata da Francesca Recchia. L’inaugurazione è prevista alle 18 del 24 aprile, e le visite sono aperte fino al 2 giugno. Si prosegue sabato 3 maggio, al centro civico Gino Pellegrini di Conselice, d alleove 10 del mattino si terrà il convegno «Europa, democrazie e libertà di stampa sotto attacco. L’attualità delle conquiste della Liberazione tra bavagli, guerre e nuova narrazione della storia», a cura del Comune di Conselice, dell’associazione Stampa Emilia-Romagna, della Fnsi e dell’Osservatorio sulla libertà di stampa. Venerdì 9 maggio, alla Sala del Carmine di Massa Lombarda andrà in scena lo spettacolo Verso. Dialogo libero tra linguaggi e persone (ore 20.30). Alice Lucci, con il griot Jabel Kanuteh, faranno un viaggio nella cultura mandinga dell’Africa occidentale, dove il griot è il poeta-cantore che conserva e trasmette la tradizione orale degli avi, utilizza la parola e la kora (strumento a corde africano) per raccontare la propria esperienza di vita, la lunga strada che dal Gambia lo ha portato in Italia, attraverso la rotta libica. Il tutto attraverso le domande di Alice Lucci e sullo sfondo delle fotografie di Lorenzo Tugnoli. Il venerdì successivo (16 maggio) l’appuntamento è al circolo Arci Brainstorm di Fusignano con «Bunker», l’incontro moderato da Veronica Lanconelli con i fotografi Guido Guidi e Giovanni Zaffagnini, che proietteranno immagini dei bunker nordeuropei dell’Atlantic Wall e di quelli ravennati.

Infine, il 25 aprile tornerà per il 22° anno la camminata «Nel Senio della Memoria», con le partenze a piedi da Alfonsine e Cotignola, e quella in bicicletta da Masiera. Lungo il percorso i partecipanti ammireranno numerose installazioni di land art, da quelle di Primola ai Cavalli di Frisia di Luigi Berardi assistendo poi a performance teatrali (tra cui quelle di Elena Bucci ed Eugenio Sideri), alle illustrazioni storiche di Wartime Friends e ai concerti di Daniele Di Bonaventura, Daniele Sepe, Paola Sabbatani e tanti altri.

A questi appuntamenti si aggiungono le singole iniziaitive realizzate da ogni singolo Comune dell’Unione per celebrare l’80° anniversario della Liberazione dal Nazifascismo, come la mostra “Bagnara ferita”, visitabile dall’11 aprile alla Rocca del borgo (inaugurazione con concerto del trio Bella Ciao), la commemorazione al parco delle Rimembranze, con racconto della liberazione di Bagnara (alle 8.45 dello stesso giorno). La corona di fiori sarà deposta anche a Fusignano, sabato 12 aprile (ore 10, sede Cooperativa agricola braccianti)ricordando in particolare l’episodio dell’eccidio del Palazzone.

L’Autorità portuale amplia la sede: nuovo edificio da 4 milioni con sala convegni 

La nuova struttura occuperà 1.200 mq sulla banchina. I progettisti potranno inserire anche un bar e un ristorante

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L’Autorità portuale di Ravenna, l’ente pubblico che governa lo scalo, amplierà la propria sede in via Antico Squero con un nuovo edificio indipendente affacciato sull’acqua sulla banchina sinistra della darsena di città. L’investimento sarà di circa 4 milioni di euro per quello che è stato chiamato “edificio eventi”, da realizzare accanto alla sede attuale inaugurata nel 2008 (progettata dallo studio Sardellini-Marasca di Ancona).

Il 14 aprile scadono i termini del concorso di progettazione, per luglio è prevista la proclamazione del vincitore. La nuova struttura potrà coprire una superficie complessiva di circa 1.200 mq, si svilupperà su non più di tre piani fuori terra (escluso il piano terra) e potrà, in alternativa, avere un piano interrato. Gli spazi dovranno ospitare una sala convegni per almeno 150 posti a sedere con locali di servizio, alcuni uffici e, a discrezione del progettista, anche un bar o un piccolo ristorante.

Il progetto non presenterà nessun collegamento diretto con l’edificio principale, ma le proposte dovranno prestare attenzione all’inserimento nel contesto urbano, al rapporto con l’acqua e alla riconoscibilità come parte del complesso esistente di Ap. Le ragioni dell’investimento sono specificate nei documenti del bando pubblico: «L’attuale sala convegni è insufficiente per gli eventi dell’ente e gli spazi per uffici della sede, comparati con l’aumento del numero di dipendenti, hanno portato al collocamento di alcune risorse in un fabbricato a Marina di Ravenna.

Un fabbricato per la nuova sala convegni nelle vicinanze della sede potrebbe comprendere anche ulteriori locali per uffici e comunque un nuovo spazio per eventi libererebbe dei locali nell’edificio esistente». Il concorso di progettazione si concluderà con l’approvazione della graduatoria e la distribuzione del montepremi che ammonta complessivamente a 350mila euro (da 280mila per il vincitore a 15mila per il quinto). A seguito del reperimento delle risorse finanziarie, la stazione appaltante potrà affidare la progettazione esecutiva al vincitore del bando.

Il candidato sindaco ex carabiniere si schiera con il bar chiuso dalla questura

Licenza del Methiu’s Caffè a Ravenna sospesa per 15 giorni per i precedenti di polizia dei clienti trovati all’interno nei controlli. Morgese difende i titolari del locale in centro storico: «Non possono controllare la fedina penale. Bisognerebbe vietate l’accesso alla piazza a chi ha precedenti noti»

La Democrazia cristiana di Ravenna, attraverso il proprio candidato sindaco Giovanni Morgese, ex carabiniere, esprime vicinanza ai titolari del bar Methiu’s Caffé di piazza Caduti che dovrà restare chiuso 15 giorni per effetto di un provvedimento della questura perché nelle ultime settimane nel corso di svariati controlli «in più occasioni all’interno dell’esercizio sono state identificate persone con precedenti di polizia».

Morgese difende i titolari: «Da anni stanno gestendo un’attività in un contesto complesso e difficile. È inaccettabile che, in una città che dovrebbe garantire sicurezza e tranquillità ai propri cittadini e agli esercenti, la responsabilità di garantire l’ordine pubblico venga fatta ricadere sulle spalle dei gestori di locali. Come può un gestore, per quanto attento e responsabile, verificare la fedina penale degli avventori del proprio locale? È evidente che una normativa che impone tale responsabilità è anacronistica e lontana dalla realtà quotidiana di chi lavora per offrire un servizio alla comunità».

L’esponente della Dc, ricorda che non esistono strumenti legali che consentano ai titolari di locali di accedere ai precedenti penali dei propri clienti: «Non è loro compito garantire la sicurezza pubblica, ma piuttosto quello di offrire un ambiente accogliente e sicuro, sempre nel rispetto delle leggi. La norma attualmente in vigore risulta ormai obsoleta e inadatta a soddisfare le odierne esigenze di ordine pubblico. Pertanto, andrebbe abrogata e sostituita con soluzioni più adeguate, che pongano l’accento sulla responsabilità dei gestori solo nei casi in cui risultassero complici di attività illecite da parte di pregiudicati, attraverso comportamenti omissivi o altre forme di collaborazione diretta».

La proposta di Morgese è quella di un intervento per inibire l’accesso alla piazza o a determinate aree per persone con precedenti penali noti, creando una rete di collaborazione tra il Comune, le forze di polizia e i commercianti. Solo attraverso un’azione coordinata e un sistema di sorveglianza attento possiamo davvero tutelare chi lavora ogni giorno per il bene della comunità.

Raccolta rifiuti, idee dal centrodestra: no bidoncini, sì cassonetti intelligenti

Il tema della differenziata affrontato dagli schieramenti che sostengono le candidature a sindaco di Nicola Grandi e Veronica Verlicchi. Visioni allineate sulla necessità di modificare il porta a porta a favore di contenitori che si aprono con tessere magnetiche

Bidoncini Hera
Alcuni bidoncini della raccolta indifferenziata sparsi in via della Lirica, in una foto-segnalazione di un utente su Facebook

Non più bidoncini da esporre davanti alle case, ma estensione dei cassonetti cosiddetti intelligenti che si aprono con una tessera magnetica. È la proposta che viene da due diversi fronti del centrodestra di Ravenna per modificare la raccolta rifiuti in tutto il comune capoluogo.

La coalizione composta da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Viva Ravenna – che sostengono la candidatura di Nicola Grandi a sindaco – ha organizzato un’assemblea pubblica nella serata di ieri, 2 aprile, proprio per presentare critiche e proposte di modifica al modello che è stato definito da Comune, Atersir e Hera.

La proposta illustrata da Alberto Ancarani (Fi), Renato Esposito (Fdi) e Filippo Donati (Vr) prende in considerazione anche il caso del cartone da imballaggi che le attività commerciali del centro storico devono esporre a orari e giorni prestabiliti, andando a creare uno scenario di “discarica a cielo aperto” che spesso colpisce (negativamente) i turisti in città. L’idea è quella di utilizzare locali pubblici in zone del centro come luoghi di raccolta a servizio esclusivo degli esercenti per carta e cartone.

Infine il terzo punto della raccolta rifiuti secondo il centrodestra di Grandi è l’estensione, con orario continuato lungo e quotidiano, dell’apertura di tutte le aree ecologiche.

I tre esponenti di centrodestra hanno voluto ribadire un aspetto particolare: le modalità e il tipo di tariffa della raccolta rifiuti sono scelte di tipo politico che possono essere modificate. «Il Comune di Ravenna è socio di Hera, quindi è con-proprietario di quell’azienda da cui tra profitti come utili che sono elevati. Si può anche aprire un confronto per chiedere una modifica e dire basta ai bidoncini per passare ad altro».

Una posizione analoga è quella espressa anche da Veronica Verlicchi, candidata sindaca con la lista di opposizione La Pigna: «No al porta a porta, sì ai cassonetti intelligenti organizzati in nuove isole, formate da batterie di contenitori per le diverse tipologie di rifiuto. Isole informatizzate, autonome e dotate di un sistema di sanificazione per l’abbattimento degli odori, oltre che di un sensore di livello per monitorare il riempimento dei contenitori. Per  aprire il cassonetto sarà sufficiente la tessera sanitaria del titolare dell’utenza Tari e i conferimenti potranno avvenire durante tutto l’orario della giornata».

Secondo Verlicchi la conseguenza dell’adozione di questo sistema sarebbe la drastica riduzione dell’abbandono dei rifiuti per le strade o nelle vicinanze dei cassonetti: «Si andrebbe a mettere mano anche al problema della massiccia presenza di topi, ratti ed insetti nel nostro territorio. È evidente che sia necessario attivare su tutto il nostro territorio comunale,  un sistema di raccolta dei rifiuti efficiente ed innovativo, che permetta di eliminare il degrado ed i disagi ai carico dei Ravennati oltre che a determinare un minor costo del servizio che si tradurrebbe in una tassa dei rifiuti più bassa».

Fiume Santerno: le analisi Arpae non rilevano inquinamento dalla discarica franata

I risultati dei test su un campione di acque del corso che scorre anche in provincia di Ravenna. A marzo una frana sull’appennino ha smosso un vecchio abbancamento di rifiuti

C2322567 Eb87 4238 A539 39c128b96b74Le analisi effettuate da Arpae sul campione di acqua prelevato il 28 marzo nel fiume Santerno, in prossimità della località Valsalva (nel comune di Castel del Rio in provincia di Bologna), hanno dato risultati in linea con i dati storici di qualità delle acque relativi alle stazioni della rete di monitoraggio situate lungo l’asta del corso d’acqua che scorre anche in provincia di Ravenna prima di immettersi nel fiume Reno che poi sfocia in Adriatico a nord di Casal Borsetti.

Le analisi sono state necessarie perché l’ondata di maltempo di marzo ha causato una frana di un tratto del ripido versante della gola che costituisce il corso del torrente Rovigo, affluente del Santerno, dove era ospitato un vecchio abbancamento di rifiuti non pericolosi (risalente agli anni Settanta, realizzato nel comune di Palazzuolo sul Senio, in provincia di Firenze) che sono stati dispersi in acqua.

I tecnici Arpae hanno effettuato un sopralluogo lungo il corso del fiume Santerno, nei punti accessibili del tratto che va dal confine emiliano, presso le cascate di Moraduccio nel comune di Castel del Rio, fino alla diga del Gatto Nero nel comune di Borgo Tossignano (complessivamente sono stati esaminati 7 punti).

Lungo tutta l’asta visionata, per una lunghezza di circa 20 km, le acque e le rive del Santerno sono risultate prive di rifiuti solidi di alcun tipo, ad eccezione di 7 piccoli pezzi di recipienti in plastica posti sulla riva, alcuni dei quali probabilmente riconducibili alla dispersione di rifiuti avvenuta nel Rovigo.

Dalle analisi, quindi, sono state escluse al momento variazioni della qualità delle acque del Santerno in seguito all’emergenza causata dalla frana. Il parametro “solidi sospesi” (indice della torbidità dell’acqua) è risultato coerente con la condizione di piovosità dei giorni precedenti al campionamento. I parametri correlabili a inquinamento di origine antropica (ad esempio idrocarburi policiclici aromatici, composti organoalogenati e metalli pesanti) sono tutti al di sotto dei limiti di quantificazione.

La Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e ad altri illeciti ambientali e agroalimentari, presieduta dal deputato Jacopo Morrone, andrà in missione a Palazzuolo sul Senio martedì 8 aprile.

Imprenditoria in lutto: è morto Massimo Bucci, Cavaliere del Lavoro

Storico presidente del gruppo Bucci Industries, presidente di Confindustria Ravenna (1993-1997) e successivamente di Confindustria Emilia-Romagna

488644223 1077076721132233 4703112556950028283 NLutto nel mondo dell’imprenditoria romagnola. A 74 anni è morto Massimo Bucci, storico presidente del gruppo Bucci Industries di Faenza, tra le aziende leader mondiali nel settore dell’automazione e robotica industriale e nel settore dei nuovi materiali. Nominato Cavaliere del Lavoro nel 2016, Bucci era stato presidente di Confindustria Ravenna (1993-1997) e successivamente di Confindustria Emilia-Romagna.

Confindustria Romagna esprime il suo più profondo cordoglio: «Massimo ha incarnato l’essenza dell’imprenditoria visionaria, coniugando innovazione e radicamento nel territorio. Grazie alla sua lungimiranza, le sue aziende hanno saputo affermarsi a livello globale, generando ricadute positive per l’intera comunità. Il suo impegno non si è limitato al mondo industriale: è stato un sostenitore convinto della cultura, della formazione e della ricerca, promuovendo l’arte contemporanea, valorizzando il patrimonio artistico faentino e collaborando con atenei italiani e istituzioni internazionali nello sviluppo di nuovi materiali e soluzioni innovative».

Il presidente della Regione, Michele de Pascale, e la sottosegretaria Manuela Rontini ricordano Bucci: «L’Emilia-Romagna e il Paese perdono uno degli imprenditori più importanti e innovatori, sempre attento al rapporto col territorio e la comunità attraverso il sostegno a cultura, formazione, sviluppo sostenibile, con le persone al centro. Oltre alla sua attività imprenditoriale è sempre stato in prima fila nella società romagnola, assumendo generosamente, ad esempio, la presidenza dell’Isia di Faenza, o il suo ruolo in Romagna Tech».

Il sindaco di Faenza, Massimo Isola, commenta così: «Ci lascia uno dei più autorevoli rappresentanti del tessuto produttivo e industriale della nostra città. Massimo, oltre che essere un amico, è stato un imprenditore straordinario, che con la sua attività professionale ha contribuito a modernizzare Faenza e a portare la sua visione di imprenditore illuminato anche in contesti internazionali. La sua storia è profondamente intrecciata con quella economica della città: nei decenni di attività e alla guida di importanti realtà produttive, ha sempre dimostrato la volontà di coniugare il mondo dell’impresa con la società, la comunità e la vita pubblica. Il suo impegno però non si è limitato all’ambito aziendale, ma si è esteso al dialogo tra il settore privato e le istituzioni, attraverso l’attività associativa e il costante sostegno a iniziative di grande valore culturale e sociale. Basti pensare al progetto del Treno di Dante o al suo recente coinvolgimento nell’ISIA, dove ha contribuito con la sua visione e la sua esperienza. Con la sua scomparsa, Faenza perde una figura di riferimento, un uomo che ha sempre lavorato con passione per il bene della comunità. Personalmente e a nome della città, mi stringo con profondo cordoglio al dolore della famiglia e degli amici, ricordando con stima e affetto il suo prezioso contributo».

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